Dopo il mattone ecco la crisi di Alibaba. Solo per la Cina?

Alibaba crolla al Nyse e a Hong Kong, dopo la revisione della guidance. Dopo quella del mattone dalla Cina arriva un'altra crisi o è solo dovuta alla stretta di Pechino?

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Dopo mesi di paura per la crisi del mattone di Pechino un'altra crisi è alle porte, quella del colosso del commercio elettronico Alibaba Group Holding, che dopo avere registrato un tracollo dell'11,13% giovedì al Nyse ha segnato un ulteriore crollo del 10,71% a Hong Kong, trascinando al ribasso l'Hang Seng in una seduta altrimenti positiva per le piazze cinesi (Shanghai e Shenzhen hanno guadagnato oltre l'1%). Alibaba sconta i deludenti risultati del secondo trimestre, condizionati dal rallentamento dei consumi, dall'aumento della concorrenza e dalla stretta regolatoria imposta da Pechino. Dopo i timori per un impatto globale della crisi innescata da giganti dell'immobiliare come China Evergrande e Kaisa Group ci sarà ora un effetto Alibaba?

Dopo il mattone arriva la crisi di Alibaba. Fa paura solo alla Cina?

Il rapporto tra Alibaba e le autorità cinesi è tutt'altro che idilliaco e non da ieri. Le tensioni si erano concretizzate a fine 2020 ma erano esplose un paio di mesi prima, quando Shanghai Stock Exchange (Sse) e Hong Kong Stock Exchange (Hkex) avevano sospeso l'Ipo da record di Ant Group, che era nata come braccio finanziario della stessa Alibaba. In quel periodo era oltre tutto "sparito" Jack Ma, fondatore di Alibaba, ancora presente nella vita del gruppo nonostante nel 2019 abbia ufficialmente lasciato ogni carica. Un'uscita che ricordava quelli di modelli di riferimento del calibro di Bill Gates (come il fondatore di Microsoft anche Ma si è dedicato alla filantropia) ma soprattutto Jeff Bezos di Amazon.com (Bezos si era comprato il Washington Post, Ma il South China Morning Post, principale quotidiano in lingua inglese di Hong Kong). Dopo tre mesi Ma era riapparso, ponendo fine alle voci di un suo arresto, di una sua eliminazione da parte di quello stesso Partito comunista di cui lui comunque fa parte.

Alibaba in crisi prevede crescita più limitata dal 2014 quest'anno

Alibaba ha comunicato per il secondo trimestre dell'esercizio 2022 (chiuso lo scorso 30 settembre), un eps rettificato di 11,20 yuan, contro i 12,36 yuan del consensus di Refinitiv. Nei tre mesi i ricavi sono rimbalzati del 29% annuo, a 200,7 miliardi di yuan (27,8 miliardi di euro). Risultato marginalmente inferiore alle attese degli analisti ma che segna la crescita più moderata negli ultimi sei trimestri. A preoccupare, però, è soprattutto la revisione della guidance. Per l'intero anno fiscale, che terminerà a fine marzo, il gigante cinese dell'e-commerce prevede una crescita dei ricavi compresa tra il 20% e il 23% contro il 29,5% stimato in maggio. In questo caso si tratterebbe dell'espansione più limitata addirittura dal 2014. Come nota Reuters, i consumatori in Cina sono diventati molto più cauti rispetto a quelli occidentali a causa della pandemia di coronavirus. E anche in Cina i problemi alla supply chain si sono sentiti.

La crisi di Alibaba si vedeva già nella festa del Singles' Day in Cina

Gli analisti, però, sottolineano che le rivali di Alibaba hanno fatto molto meglio, soprattutto nelle vendite di abbigliamento e accessori di moda. Tendenza che per altro era stata già evidenziata dal Singles' Day. Per la festività dei single, nata negli Anni 90 in Cina in ambito universitario e diventata il maggiore evento mondiale per la grande distribuzione (le vendite del Singles' Day hanno da tempo superato quelle complessive di Black Friday e Cyber Monday in Usa), Alibaba ha incassato il record di 540,3 miliardi di yuan (quasi 75 miliardi di euro al cambio attuale). La crescita, però, è stata di "appena" l'8,5% rispetto alle vendite del 2020, in rallentamento dal rimbalzo del 26% segnato lo scorso anno sul 2019. Ha fatto meglio, in termini di crescita, l'altro big cinese del commercio elettronico Jd.com, con vendite per 349,1 miliardi di yuan (48,4 miliardi di euro), rimbalzate di quasi il 29% annuo contro il 33% del Singles' Day 2020. (Raffaele Rovati)