Effetto lockdown è svanito. Peloton sotto al prezzo dell’Ipo

Sembra davvero svanito l'effetto lockdown per Peloton Interactive che crolla del 23,93% a Wall Street, scivolando sotto al prezzo dell'Ipo del settembre 2019.

Mentre la pandemia di coronavirus continua a condizionare la vita delle persone e l’economia globale una manciata di società che più di tutte le altre hanno beneficiato degli effetti collaterali (in positivo) del Covid-19 deve fare i conti con le prospettive del business post-pandemico. E c’è chi può davvero considerare svanito l’effetto lockdown che aveva dopato ricavi e profitti soprattutto nel 2020. Ne sa qualcosa Peloton Interactive, che ha chiuso giovedì a Wall Street con un tracollo del 23,93% a 24,22 dollari di valore, scivolando sotto ai 29 dollari del pricing dell’Ipo del settembre 2019.

Svanito l’effetto lockdown, Peloton scivola sotto al prezzo dell’Ipo

Dopo una seduta in cui gli scambi al Nasdaq sono stati sospesi per ben quattro volte il titolo è comunque crollato di oltre l’84% dai massimi di 167,42 dollari registrati il 13 gennaio 2021. Il motivo? Secondo la Cnbc, l’azienda newyorkese (specializzata in attrezzature ginniche e in corsi di fitness in streaming) si preparerebbe a uno stop per quanto temporaneo nella produzione dei suoi tapis roulant e cyclette, andati letteralmente a ruba nei periodi pià bui della pandemia con i consumatori confinati dentro alle mura domestiche a causa della pandemia di coronavirus. “È chiaro che abbiamo sottovalutato l’impatto delle riaperture sulla nostra azienda e sull’intero settore”, ammetteva la chief financial officer Jill Woodworth in occasione degli ultimi risultati (relativi al primo trimestre dell’esercizio 2022), presentati in novembre.

Peloton, uno dei fenomeni del lockdown, verso stop produzione?

Peloton era stato davvero uno dei fenomeni del lockdown, al pari e persino meglio (per tassi di crescita registrati) di Netflix, Zoom Video Communications o Crocs. Tutte aziende che, in un modo o nell’altro, devono ora fare i conti con il ritorno alla normalità. Peloton però è quella che meno è stata in grado di cambiare il proprio business e di adeguarlo alle tendenza post-pandemiche (ancora tutt’altro che consolidate visto che comunque la pandemia non può certo dirsi finita). E con la riapertura delle palestre, dei parchi, con la rinnovata possibilità di viaggiare e di stare all’aperto ovviamente è calata la necessità di surrogati domestici, come l’iconico treadmill.

Peloton nega le indiscrezioni e il titolo recupera parzialmente

“Questa settimana, abbiamo riscontrato fughe di notizie contenenti informazioni riservate che hanno portato a una raffica di articoli speculativi sulla stampa. Le informazioni ottenute dai media sono incomplete, fuori contesto e non riflettono la strategia di Peloton“, è stata la replica del chief executive John Foley che non nega del tutto la necessità di una revisione delle attività ma cerca di gettare acqua sul fuoco. “Stiamo ancora valutando tutte le opzioni per rendere la nostra attività più flessibile“, ha sottolineato in riferimento ai possibili licenziamenti anticipati da Business Insider (che parlava di un taglio del 41% per gli organici di sales e marketing). E ha aggiunto che Peloton sta “ripristinando i livelli di produzione per una crescita sostenibile“. Parole che hanno ottenuto una reazione solo parziale dal mercato. Certo, il titolo ha sfiorato un rally del 10% in after market, rimanendo comunque sotto al prezzo dell’Ipo al Nasdaq. (Raffaele Rovati)

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