Utility: rumor su tassa extra-profitti. Enel rischia di più

Le utility si spingono in avanti tranne Snam e Terna, beneficiando del calo dei tassi dei BTP. Poco impatto dalle ultime indiscrezioni: di cosa si tratta?

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L'andamento incerto del Ftse Mib, che al momento si mantiene ancora poco al di sotto della parità, non sembra condizionare più di tanto le utility.

Utility in positivo, calano solo Snam e Terna

Solo due viaggiano con il segno meno e si tratta di Snam e Terna che calano rispettivamente dello 0,39% e dello 0,19%, mentre Italgas sale dello 0,18%, preceduto da Enel che si apprezza dello 0,83%.

Poco distanti troviamo A2A ed Hera che viaggiano in progresso rispettivamente dello 0,89% e dello 0,99%, ma ad avere la meglio su tutti è ERG che sale del 2,17% nel suo primo giorno di quotazione nel paniere del Ftse Mib.

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Utility puntellate dal calo dei rendimenti dei BTP

A dare sostegno alle utility sono i segnali positivi che arrivano dal mercato obbligazionario, con lo Spread BTP-Bund in flessione dell'1,55% a 189,42 punti base.

Bene anche i BTP che grazie al ritorno degli acquisti vedono scendere i rendimenti, con il decennale in correzione del 3,1% al 3,805%.

Utility: rumor su tassa extra-profitti. Le novità nella Finanziaria

Le utility in tanto non sembrano risentire delle ultime indiscrezioni di stampa relative alle novità in arrivo dal fronte politico.

Secondo il Sole 24 Ore, la bozza della manovra di bilancio, che sarà presentata alla Camera oggi, non modifica la prima tassa sugli extra-profitti pari al 25% dei saldi IVA nel periodo ottobre 2021-aprile 2022.

La bozza introduce una seconda tassa sugli extra-profitti, calcolata sul pre-tax profit 2022 e pagata a giugno 2023.

Utility: come sarà la nuova tassa?

Come anticipato ieri dal Messaggero, la nuova la nuova tassa sugli extra-profitti è pari al 50% e viene applicata al risultato pre-tasse IRES 2022 che eccede del 10% la media dei risultati 2018-21.

Il contributo di solidarietà sarà temporaneo, non può eccedere il 25% del patrimonio netto 2022, e verrebbe applicato alle imprese che producono energia elettrica e gas, i rivenditori di elettricità e gas, oltre alle compagnie oil.

L'obiettivo del governo è raccogliere 2,6 miliardi di euro. Il Sole 24 Ore sottolinea che il perimetro definito della tassa sugli extra-profitti è più ampio rispetto a quello definito dal Regolamento UE, che non includeva i produttori e rivenditori di energia elettrica.

Secondo Equita SIM non sono quindi da escludere nuovi ricorsi da parte delle società del settore. La tassa sarà applicata per singola società e quindi all’interno di un gruppo non potranno compensarsi risultati negativi e positivi delle diverse divisioni.

La novità del contributo di solidarietà

La novità è che il contributo di solidarietà sarà calcolato sul 2022 e non sui risultati 2023, gli impatti potrebbero però essere simili perché la powergen termo ha registrato risultati positivi, compensando il più debole andamento dell’idroelettrico e le perdite per un-balance dei contratti nella vendita di energia elettrica (perdite da contratti a prezzo fisso), che però non potranno essere portati a deduzione nel calcolo del contributo di solidarietà.

Enel tra le società più a rischio. Ecco le altre

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che le società quotate a Piazza Affari potenzialmente a maggior rischio sono Enel e le utilities locali quali A2A, Iren ed in misura minore Acea, con impatti da loro stimati che potrebbero andare dall'1% fino al 3% della capitalizzazione di mercato.

Impatti marginali per ERG, ma secondo Equita SIM resta da verificare come il governo procederà sulla tassazione dell’incremento gross margin ai fini iva, per i quali erano previsti dei correttivi con l’esclusione delle operazioni di M&A ora stralciate nel nuovo decreto.