ENI tra i peggiori del Ftse Mib, ma è buy dopo ultime novità

ENI in controtendenza sul Ftse Mib, penalizzato dall'arretramento del petrolio: focus su accordi con Algeria e sostituzione forniture gas dalla Russia.

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Il semaforo resta fisso sul rosso per ENI che continua a perdere terreno a Piazza Affari, scendendo in controtendenza sul Ftse Mib.

ENI in calo nelle retrovie del Ftse Mib

Il titolo, dopo aver ceduto quasi mezzo punto percentuale ieri, accusa una flessione più ampia oggi, presentandosi negli ultimi minuti a 14,224 euro, con un calo dell'1,22% e oltre 7 milioni di azioni scambiate fino a ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a oltre 12 milioni.

ENI frenato dal calo del petrolio

ENI occupa la penultima posizione nel paniere del Ftse Mib, penalizzato dall'arretramento del petrolio che, dopo la chiusura poco mossa di ieri, si indebolisce oggi e scende dell'1,37% a 80,5 dollari al barile.

Il titolo intanto non trova alcun supporto nelle indicazioni che arrivano dalle ultime dichiarazioni del CEO del gruppo.

ENI: focus su sostituzione forniture gas dalla Russia

Secondo quanto dichiarato dall'AD Claudio Descalzi, dall'inverno 2024-2025 si potranno sostituire i flussi gas provenienti dalla Russia, pari a circa 20 miliardi di metri cubi.

Il piano di potenziamento delle forniture è basato sulle risorse che ENI ha scoperto e produce in diversi paesi in cui opera.

La metà dei flussi russi sarà sostituita già da quest’inverno per il tramite di 3 miliardi di metri cubi addizionali dall'Algeria, 4,5 miliardi dal Nord Europa e 2 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto.

Nel 2023-2024 si aggiungeranno altri 3 miliardi di metri cubi dall'Algeria e si raggiungeranno 7 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, sostituendo l'80% di gas russo in quota ENI.

Dal 2024-2025 dall'Algeria arriveranno 3 miliardi di metri cubi addizionali, ovvero 3 miliardi di metri cubi in più per ogni anno per un totale di 9 miliardi di metri cubi in più. ENI farebbe leva per il gas naturale liquefatto sui flussi dall’Egitto, Congo, Angola e Mozambico.

ENI: ecco cos'altro prevedono gli accordi con l'Algeria

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che gli accordi di memorandum con l’Algeria includono anche l’individuazione delle opportunità per incrementare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l'Italia, attraverso, la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l'aumento della capacità di produrre gas.

A questo si aggiungano gli obiettivi di riduzione delle emissioni nelle strutture produttive di idrocarburi in Algeria e la riduzione del gas flaring.

Il memorandum prevede iniziative di efficienza energetica, sviluppo di rinnovabili, produzione di idrogeno verde e progetti di cattura e stoccaggio di anidride carbonica, a supporto della sicurezza energetica e allo stesso tempo per una transizione energetica sostenibile.

ENI al vaglio di Equita SIM

La SIM milanese richiama l'attenzione sul fatto che ENI si è dimostrata capace di sostituire il gas russo in modo rapido.

C'è da dire però che i colli di bottiglia infrastrutturali potrebbero incidere sulle forniture domestiche su base regionale.

Intanto Equita SIM non vede risvolti rilevanti per ENI dai volumi della controllata Var Energi, che nel quarto trimestre del 2022 ha riportato un dato di produzione pari a 214mila barili equivalenti di petrolio, in flessione del 18% su base annua.

Il dato dell'intero 2022 è pari a 220mila, in linea con la guidance per l'anno. Resta immutata la view bullish su ENI, con la conferma di una raccomandazione "buy" e di un prezzo obiettivo a 19 euro.