ENI giù, ma spuntano rumor su più fronti. Buy da cavalcare

ENI chiude in calo malgrado lo spunto leggermente positivo del Ftse Mib e l'andamento rialzista del petrolio.

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La nuova settimana è partita nel segno della debolezza per ENI che non è riuscito a sintonizzarsi con il timido rialzo messo a segno dalo Ftse Mib.

ENI in calo sul Ftse Mib

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di venerdì scorso con un progresso di circa un punto e mezzo percentuale, oggi ha avviato gli scambi in calo.

Dopo aver provato, ma con scarsa convinzione, a spingersi in avanti e a posizionarsi lungo la via del rialzo, ENI è tornato indietro.

A fine giornata il titolo si è fermato a 14,4 euro, con un calo dello 0,39% e bassi volumi di scambio, visto che sono passate di mano oltre 7 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 12,5 milioni.

ENI snobba il rialzo del petrolio

ENI non ha beneficiato in alcun mondo nè dello spunto leggermente positivo offerto dal Ftse Mib, nè tantomeno del rialzo messo a segno dal petrolio.

Dopo aver guadagnato un punto e mezzo percentuale venerdì scorso, l'oro nero si spinge ancora in avanti e sale dell'1,04% a 82,5 dollari al barile.

ENI intanto non ha trovato alcun supporto neanche nelle indiscrezioni di stampa circolate su vari fronti.

ENI: rumor su piano Governo per forniture dal nord Africa

Secondo i quotidiani, il gruppo italiano sarebbe in procinto di siglare un nuovo accordo con Sonatrach, per far lievitare fino a 35 miliardi di metri cubi, attualmente sono a 20 miliardi, le forniture di gas all’Italia utilizzando il gasdotto TransMed.

Il governo italiano intenderebbe inoltre raccogliere entro il 2024-2025 tra i 50 e i 70 miliardi di metri cubi di gas all'anno, non solo dall’Algeria, ma includendo anche Egitto e Libia, per soddisfare il fabbisogno nazionale e per distribuirli nei vari Paesi europei.

L’obiettivo sarebbe quello di trasformare l’Italia in un hub energetico che permetta di aumentare il flusso di gas da vari paesi.

Per raggiungere queste cifre il governo intenderebbe potenziare il gasdotto Tap che arriva dall'Azerbaigian, stabilizzare la Libia, che potrebbe aumentare da 2 a 9 miliardi di metri cubi le proprie esportazioni, e puntare al gas egiziano trasportato via LNG tramite il potenziamento dei rigassificatori in Italia.

I rigassificatori sono considerati essenziali per portare a pieno regime lo sfruttamento dei giacimenti scoperti da ENI davanti all'Egitto, le nuove forniture provenienti da Israele e i flussi dall’Africa occidentale e dal Mozambico.

A questo si aggiungerebbero gli accordi su rinnovabili, idrogeno, bio-raffinazione e CCS (cattura della CO2) per incrementare il portafoglio di energie pulite.

ENI: Equita SIM commenta il piano del Governo

Gli analisti di Equita SIM ritengono che il piano possa agevolare e meglio valorizzare le scoperte e i progetti gas/low carbon di ENI in Africa.

Gli esperti si aspettano maggiori dettagli sui progetti di espansione delle forniture gas/low carbon dalla presentazione del nuovo piano industriale il 23 febbraio.

Nel frattempo la SIM milanese non apporta alcuna modifica alla sua strategia bullish su ENI, reiterando la raccomandazione "buy", con un prezzo obiettivo a 19 euro.

ENI: rumor su conferma AD. La view di Intesa Sanpaolo

Intanto, a mantenere alta l'attenzione sul titolo sono anche le indiscrezioni circolate su un altro fronte.

Già venerdì scorso Reuters aveva parlato della possibile conferma alla guida di ENI dell'attuale AD, Claudio Descalzi.

Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo, una nuova nomina del CEO in carica al timone di ENI sarebbe positiva perché confermerebbe le strategie del gruppo e inoltre indicherebbe che l'esecuzione del nuovo piano industriale in arrivo a febbraio, avverrebbe sotto la guida dell'attuale management.

Anche Intesa Sanpaolo mantiene una view bullish su ENI, con un rating "buy" e un target price a 16,6 euro.