ENI snobba i rumor. 2 i catalizzatori chiave: upside goloso

ENI si indebolisce sulla scia del calo del petrolio e del Ftse Mib, senza beneficiare delle ultime indiscrezioni. Un buy da non perdere.

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La seduta prosegue in lieve calo per ENI che, dopo aver chiuso la giornata di ieri con un frazionale rialzo dello 0,04%, oggi ha provato a spingersi in avanti, salo poi muoversi a passo di gambero.

ENI in calo con arretramento petrolio e Ftse Mib

Complice l'indebolimento del Ftse Mib, il titolo è sceso sotto la parità, presentandosi ora a 10,39 euro, con un ribasso dello 0,4% e oltre 6,5 milioni di azioni passate di mano fino a questo momento, contro la media delgi ultimi 30 giorni pari a quasi 14 milioni.

ENI è frenato anche dall'arretramento del petrolio che dopo il rialzo della vigilia torna indietro e si presenta ora a 68,4 dollari, con una flessione dell'1,17%.

ENI: rumor su intesa con BP per joint-venture in Angola

Ad accendere i riflettori su ENI sono intanto alcune indiscrezioni di stampa, riportate in particolare da Milano Finanza, secondo cui il gruppo italiano e BP sarebbero più vicino alla fusione delle loro attività upstream in Angola.

L’operazione dovrebbe aggiornarsi entro la presentazione dei risultati del terzo trimestre quest'anno, a inizio novembre, e qualche indiscrezione potrebbe già emergere dalla conferenza Oil & Gas in Angola il 9-10 settembre.

Equita SIM ricorda che lo scorso maggio ENI e BP avevano annunciato di aver firmato un Memorandum of Understanding (MoU) non vincolante sulla combinazione dei loro portafogli upstream in Angola, inclusi gli asset LNG (Angola LNG entrambe al 13.6% di partecipazione).

La produzione upstream da entrambi i portafogli upstream angolani raggiungerebbe circa 200mila barili al giorno, ricordando che la produzione di ENI è pari a 126mila barili al giorno.

La joint-venture 50-50 si finanzierà in autonomia rispetto ai due gruppi e potrà sviluppare i progetti di crescita nell’area di competenza.

ENI: le logiche alla base dell'operazione

Entrambe le società hanno una joint-venture in Norvegia, che funge da modello per l’accordo sugli asset in Angola.Gli analisti di Equita SIM ritengono che le logiche dell’operazione siano individuabili in:

  • migliore allocazione del capitale, con una posizione finanziaria netta inferiore, a seguito del deconsolidamento della joint-venture;
  • - sinergie di costo;
  • - transizione energetica più rapida guidata dall’accelerazione degli investimenti su asset a basse emissioni di gas serra (rinnovabili, biocombustibili, bioplastiche, WTF/WTE, CCS).

ENI al vaglio di Equita SIM

Secondo la SIM milanese, la joint-venture e l’accelerazione del processo di transizione energetica potrebbero costituire dei catalizzatori positivi per il titolo ENI.

Gli analisti stimano che l’accordo possa ridurre il debito fino a 1,5 miliardi di euro, ipotizzando una leva del 30% nella nuova joint-venture. 

In attesa di novità, la SIM milanese mantine una view bullish su ENI, con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 13 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre il 25% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.