Nuova seduta in ribasso per ENI che anche oggi perde terreno, sulla scia dell’andamento negativo del Ftse Mib.
ENI in calo anche oggi
Il titolo, dopo aver ceduto ieri circa un punto percentuale, oggi ha imboccato da subito la via delle vendite, in linea con la negativa intonazione del settore oil e dell’intero mercato.
Negli ultimi minuti ENI viene fotografato a 13,096 euro, con una flessione dell’1,46% e oltre 7 milioni di azioni passate di mano fino ad ora, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 15,4 milioni.
ENI appesantito dal ribasso del petrolio
Il titolo oggi risente non solo del ribasso accusato dal Ftse Mib, ma anche del nuovo calo del petrolio che dopo la flessione di ieri continua ad arretrare.
Le quotazioni dell’oro nero si presentano a 83,9 dollari al barile, con una correzione dell’1,94% rispetto al close di ieri.
ENI tra i preferiti di Kepler Cheuvreux. Sale il target price
Intanto ENI non sembra beneficiare più di tanto delle indicazioni bullish arrivate da Kepler Cheuvreux che ha confermato il titolo tra i suoi preferiti nel settore di riferimento a livello europeo, mantenendolo nella European large Cap selected list.
Il broker ha confermato la raccomandazione “buy” su ENI, con un prezzo obiettivo rivisto al rialzo da 16 a 16,5 euro, valore che implica un potenziale di upside di oltre il 25% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.
Secondo gli analisti l’IPO di Plenitude dovrebbe essere un catalizzatore positivo per ENI e il broker si aspettano forti ritorni cash per gli azionisti, nella misura di oltre il 30% dell’attuale capitalizzazione con riferimento al periodo 2022-2025.
ENI: anche Equita SIM dice buy
A puntare su ENI è anche Equita SIM che lo indica come titoli preferito tra le società integrate, con una raccomandazione “buy” e un target price a 15 euro.
Petrolio: EIA rivede al rialzo le proiezioni sulla domanda di petrolio
Gli analisti ieri si sono focalizzati sul rapporto mensile dell’EIA che ha leggermente migliorato le proiezioni di crescita della domanda globale di petrolio di 200.000 barili al giorno per il 2021 e il 2022, risultando in una crescita rispettivamente di 5,5 e 3,3 milioni di barili giornalieri, a causa di un effetto Covid meno forte del previsto.
La IEA prevede ora il consumo globale raggiungere il suo livello pre-pandemico di 99,7 milioni di barili al giorno nel 2022.
L’offerta globale di petrolio dovrebbe aumentare di 6,2 milioni di barili giornalieri nel 2022 se l’Opec+ sbloccherà completamente i suoi tagli. L’anno scorso, l’offerta globale di petrolio è cresciuta di 1,5 milioni di barili al giorno.
La maggior parte dell’aumento di quest’anno proverrebbe dall’Arabia Saudita, con gli Stati Uniti, il Canada e il Brasile produrre ai loro più alti livelli annuali di sempre.
Negli Stati Uniti è previsto un aumento di 1 milione di barili favorito dai prezzi più alti del petrolio.
Con l’offerta totale di petrolio dell’Opec+ che dovrebbe aumentare quest’anno di 4,4 milioni di barili giornalieri, l’effettiva spare capacity del cartello sarà di soli 2,6 milioni di barili giornalieri nella seconda metà del 2022.
Le scorte totali dell’industria nelle economie sviluppate si sono attestate a 2,756 miliardi di barili a novembre, in calo di 354 milioni di barili anno su anno e il livello più basso in sette anni.
Secondo la IEA, se la domanda continuasse a crescere in modo sostenuto o l’offerta deludere, il basso livello delle scorte e la riduzione della spare capacity provocherebbero un altro anno volatile nel 2022 per i prezzi del greggio.