Petrolio sale dopo verdetto Opec. ENI tra i buy da preferire

Il petrolio viaggia in rialzo per la terza seduta di fila, spinto dai timori di un'offerta più contenuta. ENI è un ottimo affare.

Anche quest’ultima seduta della settimana è vissuta in rialzo dal petrolio che, dopo aver guadagnato mezzo punto percentuale ieri, riesce a fare ancora meglio oggi.

Petrolio in rialzo per la terza seduta di fila. Cosa teme il mercato?

Mentre scriviamo, le quotazioni dell’oro nero sono fotografate a 109,1 dollari, con un progresso dello 0,76%. Il petrolio sale per la terza seduta consecutiva, snobbando in qualche modo le preoccupazioni legati alla crescita economica.

Gli operatori sembrano infatti maggiormente concentrati sulle sanzioni che l’Unione Europa si appresta ad annunciare sul petrolio russo.

Tanto basta per alimentare i timori legati ad un’offerta più contenuta di petrolio e ciò si riflette immediatamente sui prezzi.

Petrolio: Opec+ conferma rialzo volumi a giugno

Nessun aiuto per il petrolio è arrivato ieri dal meeting mensile dei ministri dell’Opec+, che ha confermato l’aumento di 432.000 barili di petrolio per giugno.

Il verdetto del Cartello è in linea con il piano che prevede aumenti mensili di 400mila barili al giorno fino ad agosto, facendo rientrare sul mercato i 9,7 milioni di barili giornalieri originariamente tagliati. Da ricordare che il prossimo meeting dell’Opec+ è in agenda per il 2 giugno.

Gli analisti di Equita SIM evidenziano che la decisione sul rialzo dei volumi è in linea con le attese del mercato. L’incremento dei volumi da parte dei paesi membri del cartello è più lento del rialzo delle quote produttive.

Il gap è salito a 1,5 milioni di barili giornalieri a marzo, sulla base dei dati che giungono dalla fonte Argus, rispetto ai 900mila barili al giorno a febbraio, per effetto della minor produzione dalla Russia.

La maggior parte della “spare capacity” è situata in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti, i quali sono allineati alle quote produttive.

Petrolio: le attese di Equita SIM. ENI è il buy da preferire

Equita SIM evidenzia che la sua ipotesi corrente sul prezzo del Brent per le stime degli utili 2022 è pari a 90 dollari al barile e riflette un’ipotesi di normalizzazione del mercato ed un effetto di “demand disruption”.

La SIM milanese ribadisce tra i titoli favoriti nel settore oil c’è ENI, coperto con una raccomandazione “buy” e un prezzo obiettivo alzato nei giorni scorsi del 3% a 18,5 euro, valore che implica un potenziale di upside di circa il 34% rispetto alle quotazioni correnti a Piazza Affari.  

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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