Goldman Sachs, petrolio a 80 dollari? Eni e Tenaris buy ora?

Secondo Goldman Sachs i prezzi delle materie prime, in particolare il settore energia e quello dei metalli, potrebbero crescere ancora nei prossimi sei mesi. Eni e Tenaris saranno in grado di approfittarne?

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Goldman Sachs, petrolio a 80 dollari? Eni e Tenaris da comprare ora?

Goldman pronostica un aumento dei prezzi delle commodity

Secondo Goldman Sachs i prezzi delle materie prime potrebbero crescere ancora del 13,5% nei prossimi sei mesi grazie agli allentamenti dei lockdown causati dal Covid-19.

Settore energia e metalli tra i favoriti da Goldman

In particolare gli esperti della banca Usa pensano che ad avvantaggiarsi saranno le materie prime del settore energia ed i metalli, sia industriali sia preziosi.

Petrolio Brent atteso a 80 usd al barile

Per quello che riguarda il petrolio le stime sono di vedere entro sei mesi il Brent a 80 usd al barile e il WTI (West Texas Intermediate) a 77 usd al barile.

In dettaglio il Wti dovrebbe salire a 72,5 dollari per barile già nel secondo trimestre e a 77 dollari nel terzo, per poi ritracciare a 72 dollari per la fine dell’anno, mentre il Brent dovrebbe arrivare a 75 dollari al barile nel trimestre in corso e a 80 dollari nel successivo (per poi assestarsi a 75 dollari nell’ultimo trimestre del 2021). 

Il prezzo obiettivo atteso sul gas naturale nel secondo trimestre è di 2,7 dollari per mmBtu e di 3,25 dollari nel terzo e nel quarto trimestre.

Goldman si aspetta un balzo epocale della domanda di greggio

Gli esperti di Goldman si aspettano “il più grande balzo della domanda di petrolio di sempre, un aumento di 5,2 milioni di barili al giorno (bpd) nei prossimi sei mesi" grazie all'accelerazione della campagna di vaccinazione in Europa e al conseguente aumento della domanda repressa di viaggi.

La banca Usa calcola che l'allentamento delle restrizioni sui viaggi internazionali porterà a partire da maggio la domanda globale di carburante per jet a recuperare un consumo latente di 1,5 milioni di barili di greggio al giorno.

Anche l’Opec calcola un aumento dei consumi

Anche l'Opec+ ha alzato di 6 milioni di barili giornalieri le stime di consumo nel mondo. Secondo l'organizzazione dei produttori l'aumento delle riserve dovuto alla pandemia che si è verificato nel 2020 dovrebbe essere smaltito entro la fine del secondo trimestre di quest'anno. Per queste ragioni e a fronte di aspettative di crescita sostenuta della domanda globale l'Opec Plus ha deciso di alzare la produzione a partire dal mese di maggio. I membri del comitato ritengono che la domanda di petrolio possa registrare un incremento da record nei prossimi sei mesi a seguito della diffusione dei vaccini conto Covid-19 in Europa.

Queste prospettive di andamento delle quotazioni del greggio quali effetti potrebbero avere su Eni e Tenaris?

Per quello che riguarda Tenaris il titolo giovedì si è mosso al ribasso nonostante i giudizi positivi dei broker successivi all’uscita della trimestrale.

Tenaris, ricavi in calo su base annua

I prezzi sono infatti scivolati sui minimi da fine febbraio a 8,49 euro dopo i conti del primo trimestre in calo. I ricavi scendono del 33% a/a a 1,182 miliardi di dollari (consensus Bloomberg 1,199), l'EBITDA scende del 30% a/a a 196 milioni con margine a 16,6% (consensus 209 e 17,5%), il risultato netto dei soci si attesta a +106 milioni da -660 (consensus +57)

Il gruppo però prevede per i prossimi trimestri un miglioramento della situazione per quanto riguarda ricavi ed EBITDA: il margine EBITDA è atteso al 20% nel terzo trimestre 2021. 

I broker restano positivi su Tenaris

Banca Akros ha alza il prezzo obiettivo su Tenaris da 8,7 a 10,5 euro e ha confermato il giudizio "accumulate" dopo i conti del primo trimestre. Equita Sim conferma il rating "buy" con prezzo obiettivo a 11 euro. Più cauti gli esperti di Kepler Cheuvreux, la lora raccomandazione è "hold", il prezzo obiettivo fissato a 9 euro. Per Kepler i conti del primo trimestre sono perfettamente in linea con le attese mentre per quello che riguarda l'outlook Tenaris ha fornito un messaggio cauto ma costruttivo e conferma che dovrebbe conseguire un Ebitda margin vicino al 20% entro la fine dell'anno. Al contrario Intesa Sanpaolo ha messo la raccomandazione su Tenaris in revisione  dopo i conti del primo trimestre anche se i risultati sono stati in linea con il consenso. 

Tenaris, prezzi su supporto rilevante

Il titolo ha terminato giovedì a 8,66 euro, in netto calo dalla chiusura precedente a 9,29. I minimi di giornata a 8,49 poggiano però sul supporto offerto quell'area dalla base del canale crescente che sale dai minimi di ottobre (un canale è una coppia di linee parallele che contiene l'andamento dei prezzi). Fino a che questa trend line sarà intatta le attese sono in favore di un rimbalzo. Oltre i 9 euro prima resistenza a 9,30, poi a 9,65, trend line che scende dal top di marzo. Oltre 9,65 il target si sposterebbe a 11,05, lato alto del citato canale. Sotto area 8,50 rischio invece di test a 8,08 della media mobile esponenziale a 100 giorni, poi di area 7,70, base del gap del 25 febbraio.

Eni, dividendo il 24 maggio

Eni il 24 maggio staccherà il saldo dividendo di 24 centesimi per azione, l'anticipo di 12 cents era stato già staccato l'anno scorso, per complessivi 36 centesimi e con uno yield del 3,60%.

Eni diffonde oggi i dati del trimestre

Eni diffonderà i risultati del primo trimestre del 2021 il 30 aprile prima dell'apertura dei mercati. Il consensus prevede che l’Ebit adjusted cresca del 15,5% a 1,51 miliardi, con il contributo del +46,6% a 1,52 miliardi della divisione Exploration & Production a seguito dei maggiori prezzi del greggio.

La produzione di idrocarburi dovrebbe calare del 4,2% a 1,7 milioni boe/giorno a causa del taglio dei Capex conseguente alla crisi Covid, al calo della domanda di gas e ai tagli all'offerta decisi dall'Opec+.

Secondo le attese la divisione Gas & Power dovrebbe archiviare un utile operativo adjusted in calo del 53,6% a 200 milioni, il Refining & Marketing dovrebbe riportare una perdita operativa di 70 milioni, in peggioramento rispetto all'utile di 81 milioni del primo trimestre del 2020, a causa della persistente debolezza dei margini di raffinazione e dell'impatto dei lockdown sul marketing. La divisione chimica Versalis dovrebbe migliorare il risultato operativo a un utile di 10 milioni  da una perdita di 65 milioni.

Eni, utile netto atteso al rialzo

Il trimestre dovrebbe chiudersi con un balzo dell'utile netto a 440 milioni dai 59 milioni del primo trimestre del 2020.

Recentemente gli analisti di Deutsche Bank hanno avviato la copertura sul titolo Eni con rating “buy” e con target price a 11,7 euro per azione.

Anche per Equita Sim il rating è “buy”, il prezzo obiettivo a 11,8 euro.

Più prudente Intesa Sanpaolo che sul titolo esprime un giudizio “hold” e un prezzo obiettivo a 9,9 euro.

Eni imprigionato in una fase laterale

Graficamente il titolo è imprigionato in una fase laterale ormai dal massimo di metà marzo, la fascia è compresa tra i 9,90 e i 10,65 euro circa. Questo momento di lateralità è successivo al bel rialzo disegnato dai minimi di fine dicembre a 8,06 euro e potrebbe quindi essere solo una pausa dell'uptrend. I prezzi del resto per il momento stazionano al di sopra della media esponenziale a 50 giorni, passante a 9,95 circa: la posizione della media rispetto al grafico sintetizza la condizione del trend di medio periodo, che rimane quindi al rialzo a meno di una decisa violazione di area 9,95 euro. La tenuta di quel supporto e la rottura di area 10,65 rilancerebbe il trend rialzista con primo target a 11,55 circa e successivo a 12,66, lato alto del gap ribassista del 24 febbraio. Una chiusura di seduta al di sotto di 9,95 potrebbe invece anticipare cali fino ai 9 euro circa.

(Alessandro Magagnoli)