Petroliferi in vetrina, prosegue il rialzo del comparto

Momento della verità per il settoriale EURO STOXX® Oil & Gas. Cosa farà il comparto? Eni e Tenaris da comprare?

Momento della verità per il settoriale EURO STOXX® Oil & Gas. Cosa farà il comparto? Eni e Tenaris da comprare?

Eni e Tenaris nel settoriale EURO STOXX® Oil & Gas

Petroliferi in vetrina, prosegue il rialzo del comparto. Il settoriale EURO STOXX® Oil & Gas (EU0009658400) sale questa mattina del 3% circa a 310 punti. Il sito www.stoxx.com riporta una performance a 52 settimane del 20,9%, mentre i massimi delle 52 settimane sono stati toccati a 319,37 punti il 19 gennaio 2022. I principali titoli del comparto, elencati in ordine decrescente di peso all’interno del paniere, sono TotalEnergies, Eni, Neste, Repsol e Snam Rete Gas. Presente anche Tenaris in ottava posizione. Il settoriale Oil & Gas sovraperforma nettamente il mercato da inizio anno con il suo 9% circa di crescita (-4% lo Stoxx globale). 

Ottima performance ieri anche per l’americano S&P500 Energy, in rialzo del 3,96% a 498,42 punti, ormai in viste dei massimi dell’aprile 2019 a 509 circa. L’indice dalla chiusura del 31/12 a 422,74 è già salito di oltre il 18%. 

Il prezzo del greggio sostenuto dalla crisi Ucraina

A sostenere il comparto ovviamente è il rally del greggio, a sua volta favorito dal fatto che nelle principali aree del mondo le restrizioni causate dalla pandemia di Covid 19 sono state eliminate e non sembrano destinate a tornare, nonostante la virulenza della variante Omicron. Al rialzo dei prezzi non è certamente estranea nemmeno la crisi dell’Ucraina, con Mosca che ha mobilitato oltre 100mila militari lungo i confini del paese vicino e minaccia un’invasione.

Per il momento il prezzo del greggio continua a salire, nonostante qualche dubbio sul fronte della domanda stia emergendo, in particolare legata all’andamento dell’economia cinese.

Rallenta l’economia cinese

Nell’edizione di gennaio del suo World Economic Outlook Update, il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha rivisto dal 5,6% al 4,8% la stima di crescita del Pil della Cina nel 2022 a causa dell’impatto delle politiche di tolleranza zero di Pechino nella gestione della pandemia e del “previsto stress finanziario” per colossi del settore immobiliare come China Evergrande. 

Del resto il Fmi nel suo World Economic Outlook Update già nel sottotitolo riassume adeguatamente lo scenario citando “ripresa interrotta e aumento dell’inflazione” e il Fondo, proprio a causa di una ripresa più debole del previsto non solo per Pechino ma anche per Washington, ha peggiorato dal 4,9% al 4,5% la stima di espansione dell’economia globale quest’anno, contro il 5,9% del 2021. Migliorata invece dal 3,6% del World Economic Outlook di ottobre al 3,8% quella relativa al 2023. 

Petrolio, mercato in equilibrio nel 2022

Le attese sulla domanda di greggio restano al rialzo, al di sopra di 100 milioni di barili al giorno nel 2022, su livelli leggermente superiori a quelli pre pandemia, ma il rallentamento della Cina non viene probabilmente ancora calcolato in queste proiezioni. Se la domanda rischia di non essere così sostenuta come precedentemente atteso anche l’offerta però resta problematica: l’Opec non intende aprire i rubinetti troppo velocemente (anche perchè ci sono motivazioni tecniche che lo impediscono) e la produzione di shale oil negli Usa è avversata da fattori ambientali, quindi alla fine la produzione globale rischia di essere allineata alla domanda.

Per il momento comunque non ci sono segnali di rallentamento particolari dalle principali economie. In Germania l’indice IFO sulle aspettative di investitori, analisti ed imprenditori tedeschi, è salito in gennaio a 95,2 da 92,7 con un consensus di 93. Negli Usa il Conference Board ha annunciato che l’Indice di fiducia dei consumatori, un ottimo anticipatore del Pil, a gennaio è risultato di 113,8 punti, superiore alle previsioni degli addetti ai lavori che attendevano un indice pari a 111,8 punti.  

I titoli italiani del comparto maggiormente legati al greggio, Eni e Tenaris, sono in buona forma. Eni oggi guadagna più del 2% a 13,40 euro circa e Tenaris addirittura supera il 5% di guadagno a 10,85 euro circa.

Eni e Tenaris, i broker sono positivi

Su Eni Equita Sim ha confermato recentemente la raccomandazione “buy” e il prezzo obiettivo a 15 euro. Agli analisti è piaciuta la notizia che Var Energi, di cui il Eni detiene il 69,85%, abbia deciso di volersi quotare tramite Ipo a Oslo. Equita Sim evidenzia anche che Eni “ha 2 potenziali Ipo nel 2022 (R&R e Var Energi) e la joint venture in Angola con BP, che potrebbero generare extra cash flow nel 2022 – calcoliamo 5-6 mld euro potenziali”.

Solo pochi giorni fa Mediobanca Securities ha confermato il rating “outperform” su Tenaris con obiettivo a 12 euro. Gli analisti di Mediobanca ritengono che con il prezzo del petrolio al di sopra degli 80 dollari al barile ci sarà una crescita nel numero delle piattaforme e dei pozzi entro la fine dell’anno.

EURO STOXX® Oil & Gas, il grafico è a un bivio

L’analisi del grafico dell’EURO STOXX® Oil & Gas (EU0009658400) conferma che siamo in una fase decisiva. I massimi del 19 gennaio a 319,37 sono infatti a contatto con il lato alto del canale crescente disegnato dai minimi di marzo 2020. Un canale è formato da una coppia di linee parallele che contiene l’andamento dei prezzi per un certo periodo. Spesso dopo il test del lato superiore di un canale rialzista si realizza una flessione, almeno sulla linea mediana del canale (qui a 272 punti circa, quindi raggiungibile con un ribasso del 15% dei prezzi). A volte tuttavia il mercato trova la forza per salire oltre l’ostacolo, e quando questo succede si realizzano movimenti decisi in direzione della rottura, nel caso in questione è individuabile un obiettivo in area 360/365, limite superiore di un altro canale, che si sostituirebbe al primo come guida per il rialzo dei prezzi, disegnato dal minimo di ottobre 2020. Prima di investire sui titoli del comparto Oil sarebbe quindi meglio adottare una strategia prudente, intervenendo solo alla rottura di area 320 da parte del settoriale.

Etf Spdr MSCI Europe Energy per investire nel comparto

Per chi volesse investire invece nell’intero comparto c’è lo Spdr MSCI Europe Energy UCITS (IE00BKWQ0F09), denominato in euro, salito nell’ultimo mese del 13,6% circa (performance a 1 anno +49%). L’Etf oggi sale del 4% circa a 150,30 euro. Un segnale di forza affidabile verrebbe con il superamento del picco dell’ottobre 2018 a 153,50 circa, target in quel caso in area 170 euro. Discese al di sotto di area 139 potrebbero invece introdurre ad una flessione, primo target a 130/131, trend line crescente disegnata dai minimi di ottobre 2020.

(Alessandro Magagnoli)

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