Temi ESG sempre più al centro dell’attenzione. In questo primo scorcio di 2022, nelle assemblee delle società americane quotate le mozioni riguardanti questi aspetti risultano in crescita di ben il 22%. Un ulteriore segnale per i manager ancora riluttanti a prendere atto del cambiamento.
ESG: crescono le mozioni in assemblea
Continua a crescere l’interesse degli azionisti delle società per le tematiche ESG. In base ai dati raccolti da inizio anno e fino al 17 marzo dal gruppo attivista As You Sow e dal Sustainable Investments Institute, nelle assemblee delle società quotate americane sono state presentate ben 529 mozioni su argomenti riguardanti l’ambiente, il sociale e il governo societario (Environmental, Social, Governance – ESG). Rispetto allo stesso periodo del 2021 il dato è in crescita del 22%.
Investitori attivisti in azione anche su JP Morgan
Tra le iniziative più significative l’approvazione con il 95% dei voti da parte dell’assemblea di Jack in the Box (una catena di fast food) della mozione presentata da Green Century Capital Management relativa all’utilizzo di contenitori per il cibo ecologici. Il management aveva raccomandato agli azionisti di votare contro. Anche JP Morgan ha dovuto misurarsi con iniziative di questo tipo. L’investitore attivista Boston Trust Walden aveva presentato una mozione in vista della prossima assemblea in cui chiedeva di fornire maggiori dettagli sulle attività di lobbying e sulle associazioni di commercio del colosso dell’investment banking. JP Morgan ha promesso un report dettagliato in autunno e ottenuto il ritiro della mozione.
Manager sempre più condizionati dai temi ESG
Gli azionisti delle società USA sono sempre più attenti a limitare i rischi dei propri investimenti e stanno incrementando la pressione sui manager al fine di concentrare gli sforzi sulle tematiche ESG. L’influenza degli investitori attivisti è in continua crescita e ha ottenuto un successo clamoroso l’anno scorso quando il fondo Engine No. 1 riuscì (detenendo direttamente solo lo 0,02% dei diritti di voto) a far convergere sulla propria lista voti sufficienti a far eleggere tre membri su dodici del cda della più grande società petrolifera privata al mondo, ExxonMobil.
(Simone Ferradini)