Sul filo del rasoio

Se volessimo definire con una sola frase l’ultima settimana vissuta dai mercati finanziari, la chiamerei “la settimana delle illusioni crollate”.

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Se volessimo definire con una sola frase l’ultima settimana vissuta dai mercati finanziari, la chiamerei “la settimana delle illusioni crollate”.

Non tanto per il saldo settimanale, che è stato negativo per quasi tutti i principali indici azionari del mondo, ma per il la dinamica che ha mostrato.

I risultati settimanali sono stati negativi maggiormente a danno di alcuni indici emergenti (quelli di India e Hong Kong hanno perso oltre il 3%), ma anche quelli americani hanno preso botte non indifferenti (Nasdaq100 -3,3%, SP500 -1,9%, come il Russell2000 delle small cap). Apparentemente meno peggio è andata per quelli europei dove Eurostoxx50 (-0,9%) ha sintetizzato una sorta di media tra i dati migliori di Italia (-0,4%), Spagna e Germania (-0,6%), e quelli peggiori dei paesi più colpiti dall’impennata dei contagi Covid-19 e dalle imminenti restrizioni (Francia -0,9% ed Olanda, l’indice peggiore, -2%).

Ma quel che ha indispettito molto e causato perdite ai trader multiday di breve periodo è stata l’altalena della volatilità, che, dopo aver portato l’indice USA SP500, il maschio alfa, che guida il gregge azionario globale, per due volte sugli altari (lunedì 13 e giovedì 16 dicembre) a sentire il profumo del massimo storico del 22 novembre, per due volte li ha trascinati nella polvere della frustrazione, con due perentori dietrofront.

La settimana si è così chiusa sul filo del rasoio, dato che entrambi i capitomboli hanno portato l’indice USA ad appoggiarsi su quell’area 4.600, dove sta transitando la media mobile a 50 periodi.

La seduta di venerdì è riuscita a chiudere al di sopra di quel livello, con un colpo di reni finale che ha avuto un po’ le sembianze di ultima pallottola.

Oggi avremo la resa dei conti con una seduta al cardiopalma, poiché il week-end è stato uno stillicidio di notizie allarmanti sui contagi da Covid-19 in Europa. La crescita si fa esponenziale un po’ dappertutto e, se è vero che la variante Omicron sembra dare più raramente sintomi letali, è altrettanto vero che la moltiplicazione dei contagi potrebbe travolgere i sistemi sanitari e far rivivere tra pochi giorni agli ospedali situazioni paragonabili a quelle drammatiche dello scorso inverno. Si susseguono gli allarmi dei direttori sanitari, che si stanno preparando all’onda d’urto delle ospedalizzazioni. Sebbene la vicinanza del Natale stia trattenendo i governi dal prendere decisioni restrittive severe (il solito dubbio atroce tra il “prima la salute” o “prima il portafoglio”), il ritmo con cui Omicron aggira i vaccini e si moltiplica è impressionante. Danimarca ed Olanda hanno già varato lockdown totali, mentre Londra è in procinto di farlo ed anche Germania, Francia ed Italia stanno per stringere con nuovi divieti alla circolazione per cercare di frenare l’urto della pandemia 2.0.

I mercati ovviamente si spaventano, perché le feste di Natale per il PIL sono il maggior contributo alla crescita e passarle in lockdown sarebbe uno schiaffo violento.

Sui mercati asiatici la seduta odierna ha già mostrato molta sofferenza, con abbondanti e generalizzati segni negativi. Il future su SP500, che si negozia 23 ore al giorno, sta mostrando un calo significativo e ben al di sotto di quota 4.600, la cui rottura equivale a fare un passo avanti quando si arriva sull’orlo del baratro.

Se anche l’indice sottostante, nel pomeriggio, dovesse confermare l’ampia rottura di 4.600, che si sta vedendo sul future mentre scrivo, salirebbero parecchio le probabilità di un affondo ribassista fino a testare i minimi del 3 dicembre scorso, a quota 4.495. 

Lo schema direzionale si ingarbuglierebbe di nuovo e prima della pausa natalizia dovremmo commentare un tonfo anziché un rally.

Gli indici azionari procedono frastornati sul filo del rasoio, mentre anche il petrolio sembra aver perso nuovamente parecchio smalto. Comprare il tuffo dei mercati nel 2021 ha sempre dato buoni risultati. Stiamo a vedere se gli ardimentosi investitori USA avranno fede anche stavolta.