Fitch preoccupata dalla crisi politica italiana

Fitch teme che la crisi di governo italiana inasprisca i rischi per la politica economica. Intanto il Fmi taglia le stime per il Pil dell'Italia nel 2021

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L'agenzia di rating Fitch lo ha detto chiaramente: la crisi di governo italiana inasprisce i rischi per la politica economica.

A preoccupare è la mancanza di chiarezza, e anche se sono improbabili elezioni anticipate le conseguenze dello stop al governo potrebbero essere gravi. In particolare se dopo quello attuale dovesse nascere un governo più debole, caratterizzato da una numeri in bilico al Senato. Per gli esperti di Fitch l'incertezza politica rischia di "danneggiare le prospettive di crescita dopo la pandemia attraverso una strategia economica coerente".

A rischio l'utilizzo dei fondi NGEU 

Il timore riguarda il fatto che a causa della crisi non si possa arrivare ad un utilizzo efficiente dei fondi Next Generation Ue con conseguente riduzione delle probabilità di una stabilizzazione e riduzione del rapporto debito/Pil. 

Nel report di Fitch relativo alla situazione politica italiana si legge anche un avvertimento da non prendere alla leggera "Se l'Italia dovesse fallire ad usare i fondi di Next Generation Ue per spingere le prospettive del Pil a medio termine, questo potrebbe esercitare pressioni al ribasso sul rating sovrano dell'Italia". 

Spread sotto tiro in caso di governo debole

In altre parole attenzione allo spread, che in assenza di una guida certa del Paese potrebbe schizzare nuovamente verso l'alto. Tra le alternative sul piatto c'è quella di un governo debole, sostenuto da un gruppo di centristi che non riesca però a pareggiare nei numeri la defezione di Italia Viva, e di conseguenza una lotta continua in parlamento che potrebbe "incrementare il rischio di ritardi nell'erogazione dei fondi" del Next Generation Ue. 

Fitch ricorda che già in passato la capacità dimostrata dall'Italia nell'assorbire i fondi Ue è stata bassa e che attualmente sono ancora molti gli aspetti che il Parlamento deve chiarire in merito all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mancano ancora tutti i dettagli delle riforme per accelerare la programmazione e l'esecuzione dei lavori pubblici, primo passo per una ripartenza del Paese. 

Pil italiano debole negli ultimi anni

Gli esperti dell'agenzia sottolineano come il tasso di crescita del pil italiano nel periodo dal 2016 al 2019 è stato solo dello 0,9%, più basso quindi della media Ue, e che il rapporto debito/Pil raggiungerà il 160% nell'anno in corso. Senza una impennata del Pil nei prossimi anni è poco probabile che il rapporto debito/Pil possa venire instradato su di un cammino di riduzione.

Anche il Fmi taglia le stime per il Pil italiano

Le indicazioni in questo senso non sono incoraggianti. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso la stima di crescita del Pil dell'Italia per il 2021 a +3% da +5,2% della previsione di metà ottobre (e il 6% atteso dal governo). Migliora la stima per il 2020 (-9,2% da -10,6%) e quella per il 2022 (+3,6% da +2,6%). 

E il contesto generale (USA a parte) non sembra essere promettente. Se il mondo nel 2021 potrebbe crescere del 5,5% (+0,3% dalle stime precedenti) l'area euro rischia invece di subire un rallentamento generalizzato, fermandosi al +4,2%, un 1% in meno di quanto ipotizzato in precedenza. Il fatto che per gli Stati Uniti si prospetti un aumento del Pil del 5,1% e per la Cina addirittura del +8,1% è una magra consolazione per l'Italia, che dovrà invece fare i conti, almeno nel 2021, con numeri decisamente più modesti.

Certo, la capo economista del Fondo monetario internazionale Gita Gopinath, ha chiarito che c'è ancora incertezza "molto ora dipende dall'esito di questa corsa tra un virus in mutazione e i vaccini e dalla capacità delle politiche di fornire un sostegno efficace" ma per quello che riguarda il nostro paese la crisi di governo arriva proprio nel momento peggiore.

Rischio taglio del rating per l'Italia?

Le conclusioni di Fitch suonano quindi come un avvertimento e non tanto velato: senza un uso efficiente dei fondi messi a disposizione dalla Ue verrebbe messo a rischio il rating dell'Italia.

(Alessandro Magagnoli)