Ftse Mib: possibili sorprese ora? ENI, Saipem e Tenaris buy?

Il Ftse Mib nel breve potrebbe comportarsi come nelle ultime sedute, ma lo scenario cambio nel medio-lungo periodo. L'analisi di Fabrizio Brasili.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: [email protected].

Il Ftse Mib sta puntando nuovamente all’area dei 25.000. Si aspetta ulteriori sviluppi positivi nel breve?

Settimana poco significativa quella appena passata, anche per le scadenze tecniche di aprile, svoltesi con il solo future attivo ed a scartamento molto ridotto per il venerdì Santo.

In effetti, scambi molto ridotti ed in pratica con quattro sedute soltanto, hanno portato il Ftse Mib sempre sui 24.800/24.900 punti, già testati più volte.

Approfittando anche per l’inizio della settimana post-pasquale, che sarà ancora a scartamento ridotto, come presenza di operatori, possiamo prevedere un analogo comportamento oscillante fra i 24.500/24.600 ed i 25.200/25.300 punti, nulla di più!

Seguendo sempre da vicino l’andamento del dollaro ed al netto di ulteriore peggioramento della situazione del conflitto fra Russia ed Ucraina.

Ci preoccupa un po’ meno la situazione pandemica, almeno per il momento, anche perché ancora reggono le misure restrittive imposte oltre alle vaccinazioni e l’essere concentrati mediaticamente sugli aspetti gia’ accennati.

Temiamo a medio-termine un ritorno del Ftse Mib sui gap lasciati aperti soprattutto in area 22.500/22.600, oltre che quello intraday in area 21.000/21.500.

Per il lungo termine non ci stupiremmo di vedere il Ftse Mib e il relativo future, appaiati anche ben sotto i 20.000 punti, livello solo psicologico, certo, ma che ci porterebbe sul target price terminale, da noi più volte evocato e segnalato di area 16.000/16.500.

ENI, Saipem e Tenaris restano sotto la lente visti i movimenti del petrolio. Quali indicazioni ci può fornire per questi titoli?

Poco da dire su questi tre titoli, più o meno collegati al prezzo, quanto mai artificioso, del petrolio. Quest’ultimo, con uno spread ancora molto ampio, viaggia nei due asset fra i 106 dollari (WTI) e i 111 dollari (Brent) e sta cercando una base dopo aver toccato nei momenti di maggior tensione anche, i 130 dollari del primo e quasi i 140 dollari il secondo, sempre intraday.

Del resto, andando per entrambi gli asset anche sotto i 95/100 dollari, proprio nell’ ultimo mese, si nota che sono comprati su queste ultime basi e venduti sui livelli attuali.

Spazio interessante per chi opera sul petrolio, molto meno per chi opera su ENI, ormai quasi sui massimi degli ultimi 12 mesi, posti poco sotto i 15 euro.

Su Saipem stessa musica, con prezzi attuali poco sotto gli 1,09 euro, con i massimi di breve a 1,15 euro, ma con forte volatilità, che potrebbe riportare il titolo anche sui minimi poco sopra 0,90 euro.

Sipem resta in ogni caso un titolo da maneggiare con estrema cura e si conferma per cuori molto forti.

Altro discorso per Tenaris, che ha fatto “tirare il collo” a più di un ribassista, giungendo sui massimi degli ultimi 12 mesi a 15,08 euro.

Troppo rischioso comprarlo a questi prezzi: stare completamente out o utilizzare le opzioni.Chi ha Tenaris in portafoglio, immaginiamo a prezzi inferiori, può alleggerire anche molto sopra il 50% e tenere la rimanenza.

Tra gli industriali Leonardo continua a fare la voce grossa sul Ftse Mib. Cosa può dirci di questo titolo?

Leonardo era, e in parte lo è ancora, il titolo più sottovalutato del nostro listino.

Lo scrivevamo fin dallo scorso anno quando stazionava, fra i 6 ed i 6,50 euro, senza infamia e senza lode, attendendo di ufficializzare al mercato commesse da ogni parte del mondo, soprattutto di elicotteri.

Il titolo è stato appesantito anche dal suo flop americano DRS, ritirata in fretta e furia da una difficile IPO, molto prima del pur annunciato conflitto fra Russia ed Ucraina.

Poi lo scoppio dela guerra e i successivi invii di armi da parte dell’Europa, Italia e poi USA, hanno fatto esplodere a lungo il titolo, fermatosi fra 8,80/8,90 e 9,40/9,50 euro per “digerire” la lunga corsa.

Ora strappo oltre i 10 euro che fa prevedere un arrivo di commesse, il prolungamento del conflitto in atto e l’aumento fino al 2% delle spese militari già in essere in molti paesi.

Come per Tenaris , ma se mai accentuando la quota da vendere a 2/3 del porfafoglio, il consiglio è di liquidare Leonardo, se acquistato da tempo nel lungo periodo di staticità in area 6/6,50 euro.

Tenere il rimanente coprendolo con vendita di opzioni call a lungo termine.Acquistare solo in piccole quantità se il titolo dovesse stornare sui 9,50 euro circa, che da vecchie resistenze, diventerebbero nuovi supporti.

Il petrolio e l’oro stanno salendo entrambi da alcune giornate. Qual è la sua view su questi due cross?

Per il petrolio occorre avere anche una visione più completa ed a lungo termine.

Perdurando la tensione sulle commodities e sul greggio particolare, alimentata dal conflitto che pare non arrestarsi, ma anzi ampliarsi, senza per fortuna estendersi ad altri stati, consigliamo di fare attenzione ai livelli supportivi di 88/92 dollari del WTI e 94/99 dollari del Brent.

Le resistenze da monitorare sono invece a 130/132 e 136/139 dollari rispettivamente, già toccati intraday fra fine febbraio ed inizio marzo.

Per chi volesse operare su questi livelli in trading attivo o passivo, consigliamo di contattarci.

Per l’oro rimaniamo della stessa opinione e cioè che difficilmente si potrà uscire da questo range di breve-medio e medio-lungo termine posto fra 1.850/1.950 e 1.800/2.050.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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