Ftse Mib: possibili ancora cali. ENI, Saipem e STM buy?

Le sorti del Ftse Mib sono legate a quell dei principali indici e in particolare dell'S&P500 e del Dax: cosa aspettarsi? La view di Stefano Sabetta.

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Di seguito riportiamo l'intervista a Stefano Sabetta, Analyst cooperator Ortex, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib è tornato indietro dopo aver tentato un recupero in direzione di area 28.000. Come valuta i recenti movimenti e quali le attese nel breve?

Situazione non molto dissimile a quella dell’ultima ottava. L'indice Ftse Mib prova ad accumulare appena sotto il livello di 27.620 punti che rappresenta il 50% del Fibonacci invertito, calcolato prendendo i massimi ed i minimi relativi dell’ultima correzione.

Questa configurazione è altresì presente sul Dax. Ora le sorti del nostro indice sono legate al comportamento dei maggiori listini mondali ed in particolare dell'S&P 500 e del Dax, e marginalmente del Nasdaq.

Attraverso un’analisi intermarket è possibile trarre conclusioni circa i futuri scenari del future sul Ftse Mib.

È vero che molti supporti importanti devono ancora essere testati, tuttavia se prendiamo il principale indice mondiale, l'S&P500 dopo aver innescato una divergenza short sul time frame settimanale, è al test di una trendline rialzista di lungo termine che unisce le candele settimanali del 30/10/2020 con il giorno 08/10/2021.

In aggiunta, sempre sull’S&P 500 siamo al test di un primo importante supporto a 4.608 punti. Tuttavia, sono possibili ulteriori ribassi fino al test di area 4590. Dal punto di vista delle resistenze, importante è quella formatasi sul time frame settimanale a 4.716 punti.

Ribaltando il ragionamento sul nostro indice, al momento ci appare quasi d’obbligo un test sul livello psicologico dei 27.000 punti prima e dei 26.840 punti dopo, per poter trarre conclusioni circa una discesa più importante.

Per completare, anche il Dax si trova sugli attuali livelli in zona supportiva, la cui violazione porterebbe ad un’accelerazione ribassista fino al livello dei 15.000 punti sul time frame giornaliero e dei 14.800 punti sul livello settimanale.

C’è da dire che, a differenza delle numerose finte di storno che osserviamo ormai senza soluzione di continuità da novembre del 2020, questa volta si sono create delle condizioni che potrebbero giustificare un passaggio di liquidità dal mercato azionario a quello obbligazionario.

Infatti, si può notare tra i tanti elementi i rendimenti crescenti sul T-bond americano decennale ormai appena sotto soglia di 1,80% e abbastanza rilevante è notare come il Bund tedesco sta per abbandonare l’area di rendimento negativo.

ENI e Saipem continuano a muoversi a velocità differenti: su quale dei due consiglia di puntare ora?

Sicuramente è Eni il titolo che tra i petroliferi fornisce più livelli interessanti d’ingresso, oltre ad essere, come sempre ricordiamo, un titolo ad alto dividend Yield e ciò lo rende il più interessante tra quelli su cui puntare ora.

La relativa forza del titolo si evidenzia anche in una minor correlazione rispetto alla commodity di riferimento, il petrolio, nelle fasi di debolezza della materia prima.

Il titolo sembra essere proiettato verso la prima zona di resistenza a 13,74 euro, per poi rientrare definitivamente nell’area di scambio pre-pandemica. Dal punto di vista supportivo è necessario che il titolo mantenga il livello supportivo dei 12,80 euro.

Su Saipem stiamo di recente osservando un fenomeno molto interessante. Il titolo fino al 15 dicembre era molto attenzionato dai fondi venditori allo scoperto, come pure risulta dai dati Consob sulle posizioni nette corte.

Si evince, infatti, che il titolo è passato dal 10% a circa il 7,42% di posizione nette corte ricalcolate sul flottante e di circa il 4,16% calcolato sul capitale sociale. Si assiste quindi ad una riduzione della pressione short.

Saipem ha ripreso i 2 euro che oltre ad essere una soglia psicologica rappresenta anche una prima area di resistenza, mentre un’altra area più importante è al livello dei 2,19 euro.

STM è reduce da sedute all’insegna della volatilità, mentre sta mostrando più stabilità Telecom Italia. Che fare con questi due titoli ora?

Su Telecom Italia la questione è ovviamente legata alla manifestazione di interesse del fondo statunitense KKR e con eccessivo anticipo rispetto al deal ancora ipotetico come OPA.

Condizione imprescindibile è lo svolgimento di una completa Due Diligence che vada a valutare, con il supporto di opportuni advisors, il fair value di Telecom Italia.

Ad ogni modo, dal punto di vista grafico possiamo notare come il titolo è al test di un primo supporto settimanale a 0,4359 euro.

Sul time frame mensile, oltre ad essere coincidente con l’area di possibile OPA, il titolo è stato fermato dall’area dei massimi pre-pandemici oltre alla media mobile semplice a 50 periodi molto inclinata negativamente.

Dal lato dei supporti possiamo già spingerci ad ipotizzare dei livelli valevoli per questo trimestre a condizione che le quotazioni si mantengano grosso modo agli attuali prezzi.

Segnaliamo una prima area di sostegno a 0,42 euro, mentre pericolosi saranno in ogni caso i ritorni verso area 0,35 euro.

In ogni caso l’analisi tecnica in questi casi diviene secondaria alla vera e propria scommessa direzionale che si avrebbe prendendo posizione long o short sul titolo.

Telecom Italia potrebbe risentire delle questioni legate all’elezione del Presidente della Repubblica e ad eventuali tensioni durante la fase elettiva.

STM, invece, dopo le vendite della scorsa settimana ha formato una prima resistenza a 43,615 euro, tuttavia una resistenza più ostica è posizionata in area 45,96 euro. 

La fase di deterioramento del trend di fondo potrebbe durare ancora, alla luce anche della correlazione del titolo con l’andamento del principale indice tecnologico USA Nasdaq.

La prima vera area supportiva è abbastanza più in basso a 38,20 euo, dove ad un livello statico è in risalita la media a 9 periodi.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase e a quali consiglia di guardare ora?

Osserviamo con interesse Seco: dopo il grande scarico della scorsa settimana il titolo si è appoggiato precisamente sul 50% di tutto il ritracciamento di Fibonacci, prendendo a riferimento i massimi ed i minimi della candela annuale 2021.

Ci attendiamo ora una fase di accumulo che possa portare il titolo a riassorbire l’eccesso da ipervenduto della scorsa settimana.

Riteniamo che Seco possa cercare di recuperare l’area dei 7,47 euro, dopo di che è necessario effettuare un’ulteriore valutazione.

Se la fine del mese in corso dovesse chiudersi più o meno a queste quotazioni allora si avremmo sul time frame mensile la creazione di una resistenza in area 8,44 euro.