Ftse Mib: nuovi sell in arrivo. ENI, Unicredit e Intesa buy?

Il Ftse Mib si avvicina pericolosamente a un livello critico che con buona probabilità sarà testato: cosa aspettarsi? La view di Pietro Paciello.

Di seguito riportiamo l’intervista a Pietro Paciello, CEO e Chief Analyst della Paciello Trading Academy, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulla situazione di Piazza Affari e sulle strategie da seguire per diversi titoli.Per seguire Pietro Paciello, autore del libro Trading Plan, clicca qui.

Il Ftse Mib si è indebolito ulteriormente ed è sceso sotto quota 22.000 punti. C’è il rischio di ulteriori cali?

La sensazione è che sui mercati, non solo a Piazza Affari, non si riesca a trovare un livello dove ritorni il cosiddetto appetito al rischio.

Gli operatori a quanto pare non sono allettati dagli attuali livelli di prezzo e in assena di liquidità il mercato non riesce a rimbalzare.

Per il Ftse Mib ci avviciniamo pericolosamente a un livello davvero critico, che a mio avviso sarà testato con buona probabilità, e mi riferisco ai minimi dell’anno toccati a marzo scorso a 21.060 punti.

Questa soglia di prezzo non solo era un 50% di Fibonacci, ma anche un livello storico più volte testato.

La mia sensazione è che il Ftse Mib debba rivedere area 21.000, raggiunta la quale si creerebbe un perfetto doppio minimo, e forse lì l’appetito al rischio tornerà sul mercato. 

ftsemib230622

Qualora il mercato dovesse muoversi prima, abbiamo uno spazio enorme di risalita, addirittura fino a 23.700/23.800 punti, ma onestamente non vedo un Ftse Mib che torna su questi valori per ora.

Se dovessi scegliere uno scenario, per me che voglio entrare sul mercato, spererei in un test rapido e indolore di area 21.000 da parte del Ftse Mib, dove tornerebbe l’appetito al rischio di comprare.

In caso di rottura al ribasso di area 21.000, parleremmo di un’inversione ciclica di lungo termine, quindi entreremmo in un mercato orso di dimensioni non indifferenti e parleremmo della totale distruzione di un biennio di crescita.

Al momento mi sento di escludere un simile scenario e per ora a mio avviso l’area dei 21.000 sarà da comprare, se raggiunta.

ENI e Tenaris stanno soffrendo per via della pesante flessione del petrolio. Cosa può dirci di questi due titoli?   

La decelerazione del petrolio, e di conseguenza di ENI e Tenaris, è una conferma di questa lettura pessimistica che ho del Ftse Mib.

A differenza di quanto si pensava fino a qualche giorno fa, il petrolio giustamente saliva con la crisi in Ucraina. Un oro nero che, malgrado il conflitto, non sale, anzi scende, vuole dire che ci sono forti timori sulla tenuta del ciclo economico in generale.

Ieri abbiamo ricevuto dalla discesa del greggio un segnale davvero molto importante di quanto gli operatori stiano prezzando in maniera sempre più aggressiva il rischio.

ENI già in passato aveva avuto forti decelerazioni che si erano fermate quasi millimetricamente in area 11,45/11,4 euro.

Quella sarà una soglia forte da rilevare, ma attenti a guardare ENI solo dal punto di vista tecnico-grafico e relativo, perchè questa caduta del petrolio in un contesto in cui tutto dovrebbe fare fuorchè calare, sottende un timore più alto sul ciclo economico.

Alla larga da ENI che dovrebbe dare vita a un test di area 11,45/11,4 euro, dove si potrebbe anche provare a entrare per un rimbalzo, fermo restando che l’abbandono di area 13,2/13,3 euro ha segnato la fine della fas di uptrend.

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Tenaris si era comportato decisamente meglio di ENI e ora la decelerazione è giustamente anche più brusca.

Il titolo è diventato chiaramente ribassista da quando ha rotto area 13,8 euro e non vedo ora soglie intermedie, ritenendo che Tenaris sia destinato a scivolare verso zona 11 euro.

In quest’area Tenaris andrebbe a intercettare una soglia supportiva dinamica di lungo termine e lì dovrebbero tornare i compratori.

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Come valuta i recenti movimenti di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Il contesto tassi in aumento, se da un lato deprime nel breve il ciclo economico, dall’altro porta dei benefici al settore bancario che finalmente può contare su una forbice alternativa tra denaro in prestito e denaro su cui deve pagare tassi.

Si allarga la forbice prestito-interessi e questo offre un respiro di sollievo alle nostre banche che però hanno in pancia un bel po’ di debito pubblico.

Positiva la prima percezione sull’allargamento della forbice, ma temo che alla lunga ci si ricorderà ce se da un lato i bilanci delle banche miglioreranno per i tassi più alti, dall’altro peggioreranno perchè hanno in pancia tanti titoli di Stato che soffriranno con i tassi in crescita.

Molto bella Intesa Sanpaolo che ha reagito ed è andato a centrare la resistenza a 1,94 euro e se dovesse superare quota 1,95 euro invierà un segnale rialzista di lungo periodo.

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Simile lo scenario per Unicredit, anche se qui il buy è scattato molti giorni addietro. Il titolo nei giorni scorsi aveva tentato di rompere are 10,5 euro, ma sta ritornando sui suoi passi.

Unicredit nel breve è un buy, anche con obiettivi ambiziosi, ma nel medio-lungo starei attento e su una risalita verso 12/12,5 euro caldeggerei la chiusura dei long e l’eventuale apertura di short.

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Ci sono altri titoli che vuole segnalarci a Piazza Affari?

Sto seguendo Stellantis che è il titolo che si trova con la maggiore precisione su un bellissimo livello statico. Teoricamente Stellantis è in area buy e si tratta di un acquisto da percorrere con stop molto stretto a 11,9/11,85 euro.

Dai livelli attuali il titolo può rimbalzare per l’ennesima volta e può farlo verso i 13,4 euro, mentre un abbandono di area 12 euro porterà a una discesa anche violenta.

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Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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