Ftse Mib: fin dove può calare? Unicredit e Intesa, che fare?

Il Ftse Mib è a poca distanza dai minimi dei giorni scorsi, rotti i quali scenderà ancora. La view di Alessandro Cocco.

Image

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata ad Alessandro Cocco, CEO di Unicron Associates, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su diverse blue chips.

Il Ftse Mib non è riuscito a riconquistare oggi la soglia di 22.000 punti, malgrado i tentativi compiuti in questa direzione. Quali le attese nel breve?

Wall Street ha tirato giù in maniera decisa gli altri mercati, anche se le Borse europee si stanno difendendo meglio, compresa Piazza Affari, dove il Ftse Mib è rimasto per ora al di sopra dei minimi di marzo scorso.

In questi giorni si è creata una congestione, quindi sembra si sia un po' fermato l'ultimo movimento ribassista, almeno in Europa.

Il Ftse Mib mercoledì scorso ha segnato un top intraday a 22.599 punti, mentre il minimo del giorno prima è a 21.615 punti.

Questi sono rispettivamente la resistenza e il supporto che, se violati, andranno a innescare un recupero o un affondo del Ftse Mib.

Volendo essere ottimisti, con la rottura al rialzo di area 22.600 l'indice troverà un primo ostacolo in area 23.250, oltre cui potrà allungare il passo verso i 23.800/24.000 punti.

Sotto il minimo del 14 giugno a 21.615 punti, il Ftse Mib scenderà verso il bottom del 7 marzo a 21.060 punti, la rottura dei quali lo scenario diventerà un po' critico, perchè si rischierà una flessione ulteriore verso i 20.200/20.000 punti.

Per poter fare una previsione ora bisogna tenere in considerazione anche Wall Street, che al momento però non promette bene.

Se gli indici USA continueranno così, allora cederanno terreno anche i listini europei, malgrado ora stiano resistendo. Se al contrario Wall Street rialzerà un po' la testa, allora il Ftse Mib potrebbe spingersi oltre la prima resistenza.

Come valuta l'attuale impostazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Con gli ultimi crolli accusati nella prima decade di giugno, Unicredit è sceso in ara 9,3 euro, dove ha trovato un buon supporto e da cui ha rimbalzato senza grossi problemi.

Il titolo ora dovrà superare i 10,53 euro, resistenza importante che aprirà le porte verso i 10,95/11,08 euro, in direzione dei top di inizio giugno.

Oltre la soglia appena indicata Unicredt potrà salire verso gli 11,37 euro prima e i 12 euro dopo, ma la situazione al momento è un po' critica, motivo per cui è bene fare attenzione.

In mancanza di ulteriori sviluppi rialzisti Unicredit potrebbe tornare verso i minimi del 13 giugno a 9,2 euro, sotto cui scenderebbe fin verso quota 8 euro.

Intesa Sanpaolo è sceso a 1,76 euro, sotto cui troviamo i minimi del 7 marzo scorso a 1,6816 euro. Se il titolo riuscirà a violare 1,911 euro, punterà a 1,9858 e a 2,06 euro, ma bisognerà fare attenzione alla zona dei minimi toccati il 13 giugno in area 1,76 euro e ancor più al bottom del 2022 in area 1,68 euro.

Cosa può dirci in merito ai recenti movimenti di FinecoBank e Azimut?

FinecoBank si è un po' stabilizzato dopo i recenti crolli e ora segnaliamo una resistenza a 11,2 euro, oltre cui potrà puntare agli 11,85 euro e poi ai 12,36 e ai 12,86 euro. Attenzione ai minimi del 14 giugno a 10,17 euro, sotto cui Finecobank può scivolare anche fin verso area 9 euro.

Simile il discorso per Azimut che da inizio anno mostra un trend ribassista e con l'ultimo crollo ha violato il supporto dei 19/18,88 euro.

Il titolo è sceso fino a 16,67 euro, dando vita a una congestione con un top il 16 giugno a 18,01 euro.

Oltre questo livello Azmut punterà ai 18,65 euro prima e ai 19 euro in seguito, superati i quali metterà nel mirino i 19,88 euro,

Sotto il minimo a 16,67 euro ci sarà il rischio di una flessione verso i 16 euro prima e i 15,5 euro in seguito.