Le borse tirano un sospiro di sollievo dopo l’inflazione Usa

Le borse tirano un sospiro di sollievo dopo l'inflazione Usa ma la strada da fare per recuperare una tendenza rialzista è ancora lunga.

Le borse tirano un sospiro di sollievo dopo l’inflazione Usa

Le borse tirano un sospiro di sollievo dopo l’inflazione Usa ma la strada da fare per recuperare una tendenza rialzista è ancora lunga.

Inflazione Usa come da attese

Il dato sull’inflazione Usa di marzo ha mostrato una crescita su base mensile dell’1,2%, in linea con le attese, anche se superiore al precedente, che era fermo al +0,8%. Il dato “core”, con l’esclusione di energia e alimentari, è risultato in crescita dello 0,3%, meno delle attese di un +0,5%.

Su base annua la crescita è stata dell’8,5% (massimo dal dicembre 1981), maggiore delle attese, ferme a un +8,4%, e del dato precedente, pari a +7,9%. Anche in questo caso la versione “core”, depurata da alimentari ed energia, è stata inferiore alle attese, si è fermata infatti al +6,5% dal +6,6% ipotizzato dagli analisti (ma peggio del +6,4% precedente). Gli investitori in ogni caso hanno valutato positivamente il dato, c’era infatti il timore che i valori dell’inflazione potessero fare una brutta sorpresa, salendo ben oltre le stime.

La Fed non avrà comunque vita facile nei prossimi mesi e sarà chiamata ad effettuare più interventi sul fronte dei tassi e della riduzione del bilancio. L’indice energetico è cresciuto infatti del 32% nell’ultimo anno e quello alimentare dell’8,8%, il maggiore aumento su 12 mesi dal maggio del 1981.

Germania, inflazione di marzo al 7,3%

In Europa la giornata non era iniziata altrettanto bene, il dato definitivo relativo all’inflazione di marzo in Germania aveva mostrato un indice dei prezzi al consumo cresciuto del 2,5% su base mensile rispetto al precedente di 0,9%.

Nel mese di marzo l’inflazione annua si è attestata a +7,3%, come atteso, in crescita rispetto al precedente +5,1% e al massimo dal 1981. L’indice armonizzato ha mostrato un incremento del 2,5% su base mensile (consensus +2,5%) e un rialzo del 7,6% su base annua, confermando le attese e il dato preliminare. 

I prezzi sono saliti in conseguenza della guerra in Ucraina che ha provocato un ulteriore incremento del costo dell’energia, un settore dove Berlino dipende fortemente da Mosca. Il prezzo del gasolio da riscaldamento è salito del 144%, quello dei carburanti del 47,4%, quello del gas naturale del 41,8%.

Al netto della componente energetica l’inflazione tedesca, secondo i calcoli di Frankfurter Allgemeine Zeitung, sarebbe stata a marzo del 3,6%. L’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è stato del 6,2% su base annua. 

Indice ZEW Germania ai minimi della serie storica

Male in Germania anche l’indice ZEW di aprile, misura delle attese economiche degli imprenditori, che ha segnalato un deterioramento del sentiment dell’economia nei mesi a venire. La componente di anticipazione è scesa ad aprile a -41 da -39,3 punti di marzo e da 54,3 punti di febbraio, facendo registrare per il mese in corso il maggiore calo delle aspettative dall’inizio della serie storica nel dicembre 1991. Le attese erano comunque anche peggiori, a -48 punti.

Per quello che riguarda le condizioni correnti l’indice è sceso a -30,8 da -21,4 (ma con attese di -35).

Prendono fiato i bond

Grazie al dato sull’inflazione Usa, come spiegato in linea con le attese e privo di brutte sorprese, si è attenuata la pressione sui rendimenti dei bond. Quello del Bund decennale tedesco è sceso dallo 0,8% circa allo 0,76%, quello del Btp decennale al 2,376%, in calo di 8 punti base, -7 punti base invece per il decennale Usa, con rendimento tornato al 2,7%. 

Ftse Mib, solo sopra 25035 primo segnale di ripresa

Anche le borse riescono a rifiatare, pur senza variazioni tali che possano permettere un miglioramento del quadro grafico. Il Ftse Mib resta infatti al di sotto della resistenza critica dei 25500 punti, dove si collocano il 61,8% di ritracciamento, percentuale di Fibonacci, del ribasso dal top di gennaio e la trend line rialzista disegnata dai minimi di marzo 2020, violata il 1° marzo e ora tornata sulla scena con funzione di resistenza.

Fino a che area 25500 non sarà alle spalle resterà elevato il rischio che il rimbalzo visto dai minimi di marzo a 21060 sia solo una correzione temporanea della discesa vista dal top di gennaio, discesa che potrebbe riprendere con obiettivi anche inferiori agli stessi minimi di marzo, fino in area 18500 almeno.

Sopra 25035, media mobile esponenziale a 50 giorni, possibile il test della resistenza critica a 25500, oltre quella primo target a 25917, gap del 24 febbraio, poi in area 26500. Sotto 24000 invece primo supporto a 23595 punti, base del gap del 16 marzo.

(Alessandro Magagnoli)

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