Ftse Mib: prepararsi al peggio ora. Buy Unicredit o Intesa?

Il Ftse Mib pare destinato ad andare incontro ad un netto sgretolamento: ecco fin dove potrebbe crollare. La view di Fabrizio Brasili.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Fabrizio Brasili, analista finanziario, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’attuale situazione dei mercati e in particolare di Piazza Affari. Chi volesse contattare Fabrizio Brasili può scrivere all’indirizzo email: f.bsuperguru@yahoo.it.

Il Ftse Mib ha perso terreno nelle ultime sedute, allontanandosi da quota 24.000 punti. Quali le attese per le prossime giornate?

Come già anticipato nelle passate settimane, il “Sell in May and go away”, si sta materializzando soprattutto sui mercati USA, anche con una certa violenza, come nelle ultime due sedute della scorsa settimana, ed in modo più composto sui mercati europei ed in particolare sul nostro.

Il Ftse Mib sta percorrendo una lenta ma costante discesa, con minimi e massimi sempre più bassi, posti a 23.000/23.200 e 23.800/24.000 punti rispettivamente.

Nel corso di questa settimana di dovrebbe andare a ritestare l’area posta fra 22.500/22.600 e 22.800/22.900, con spread fra i minimi e massimi sempre più ravvicinati, non escludendo una rottura mensile anche sotto detti minimi.

Come anticipato da tempom il Ftse Mib poi potrebbe andare a testare area 21.000/21.500, già sfiorata velocemente ed intraday all’inizio del conflitto Russia-Ucraina.

Il peggio deve e dovrà ancora  arrivare, che termini o meno questo conflitto, visti i guai che già si intravedono sul tessuto socio-economico europeo a medio-lungo termine.

Confermiamo quindi lo scenario già proposto ai nostri abbonati, di un netto sgretolamento del Ftse Mib e del relativo future con scadenza settembre verso gli psicologici 20.000 punti.

Nel caso di aggravamento della situazione generale, possibile anche il raggiungimento a lungo termine, osia nel 2022-2023, dei target già indicati verso i 16.000/16.500 punti.

Anche alla luce dei conti del primo trimestre diffusi nei giorni scorsi, su quale consiglia di puntare tra Unicredit e Intesa Sanpaolo?

Verrebbe da dire nessuno dei due, visto i presupposti della precedente domanda!

Fra i due big del comparto preferiamo in ogni caso sempre il primo della classe, Intesa Sanpaolo, che ha già da tempo digerito l’acquisizione di UBI Banca e i  relativi benefici.

Per entrambi saranno due anni ed esercizi( 2022/2023) particolarmente complicati, alleviati si dall’aumento dei tassi e del costo del danaro, per i correntisti, ma appesantiti dal tessuto socio-economico, quantomeno allo stallo, in detto periodo.

Solamente per un “mordi e fuggi”, e stando solo su Intesa Sanpaolo, meglio iniziare ad accumulare allo stacco cedola del 23 maggio in area compresa fra 1,45/1,55 e/o meglio subito dopo lo stacco, fra 1,65/1,75 euro.

Poi si dovrà in ogni caso, scelto anche per motivi fiscali, coprire il titolo con vendita di opzioni Call in trading per il biennio segnalato.

Molte incertezze ancora, nonostante le buone notizie degli ultimi giorni su cedola ed acquisto titoli, per Unicredit, ma con un processo di acquisizioni ed integrazioni ancora tutto da scoprire e soprattutto realizzare.Meglio restarne completamente fuori.

Stellantis è stato ben comprato dopo la trimestrale, mentre si è mostrato più cauto Leonardo. Qual è la sua view su questi due titoli?

I due titoli da lei citati rimandano a due realtà completamente diverse.

Stellantis per quest’ultimo trimestre ed in parte per l’ultima parte del 2021, è riuscito a fare utili ed addirittura superiori alle previsioni societarie e degli analisti.

Questo nonostante la forte riduzione dei ricavi, dovuti in gran parte al rallentamento della produzione per mancanza già da più di un anno dei componenti come i microprocessori, provenienti in gran parte dall’Asia.

Il titolo si è appoggiato in settimana poco sopra i 12/12,20 euro, per poi rimbalzare poco sotto i 13,20/13,30 euro, chiudendo la settimana poco sopra i 13 euro!

Si può iniziare ad accumulare a “piramide rovesciata” sul ritorno e tenuta dei livelli anche supportivi di 12,20/12,30 euro, ma nulla di più.

Se non  nuovamente su un rimbalzo  verso i livelli resistenziali di 13,20/13,30 euro, come minimo  coprire con vendita opzioni call settembre, ma esclusivamente assistiti da esperti professionisti.

Altra la storia di Leonardo, da noi già dallo scorso anno, giudicato come il titolo più sottovalutato del nostro listino, insieme a Saras e Telecom nella versione risparmio, gli altri osservati speciali e “lungodegenti”.

Con Leonardo siamo di fronte ad un titolo che dai minimi  di 5 euro toccati negli ultimi 12 mesi è arrivato a superare un paio di volte i 10 euro, realizzando un’importante figura negativa di doppio massimo decrescente.

Questo ingolfamento, scontando già lo scoppio del conflitto e le commesse  ricevute nei primi mesi del 2022 e quelle in arrivo, fanno propendere per un titolo avviato ad un consolidamento sotto area 10,50 euro e non ad un proseguimento con rottura al rialzo di detti livelli.meglio astenersi dunque da qualsiasi operatività su Leonardo.

L’euro-dollaro è salito sull’ottovolante dopo il meeting della Fed. Quali i possibili scenari ora?

Sotto gli 1,05 di euro-dollaro paiono intervenire sia la FED soprattutto, che, in minor misura la BCE, per raffreddare la forza del dollaro contro euro.

La divisa americana, solo negli ultimi 12 mesi, è passata contro la monta unica da 1,2250/1,23 agli attuali 1,05/1,0550.

Ora dovrebbe, scontando in gran parte tutti i futuri rialzi dei tassi del 2022, tentare un ultimo assalto sotto gli 1,0550, fino a 1,04/1,0450, ma poi intraprendere la lunga strada dell’indebolimento per lo meno in un area intermedia fra i minimi e massimi sopra descritti, e che accontentino sia l’Europa che l’America.

Via libera all’operatività sull’euro-dollaro, ma esclusivamente con opzioni in vendita sia call che put, con scadenza di lungo termine.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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