Ftse Mib: a rischio nuove vendite. Mediobanca e Tenaris buy?

Il Ftse Mib vede un indebolimento della struttura grafica che apre la strada ad ulteriori ribassi: ecco fin dove. La view di Laura Sovardi.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Laura Sovardi, trader indipendente, alla quale abbiamo rivolto alcune domande sui mercati finanziari.

Il Ftse Mib si è riportato nuovamente sotto quota 24.000 punti dopo aver tentato un allungo al di sopra. Quali le attese ora?

L’entusiasmo per una Fed apparentemente più colomba del previsto, che alzando solo di uno 0,5% i tassi di interesse aveva spinto mercoledì sera Wall Street ad innescare un rally, si è esaurito in Europa nello spazio di poche ore.

Questo anche perché alcuni dati provenienti dall’economia statunitense hanno riportato a galla i timori che l’inflazione potrà rimanere sui massimi di periodo per quasi tutto l’anno in corso.

Wall Street così è crollata ieri, vivendo una seduta speculare a quella della vigilia.

D’altra parte i cambi d’umore, in questa fase, sono rapidi e all’ordine del giorno, in un contesto geopolitico che peggiora invece di migliorare e con la Cina alle prese con il Covid e le ricadute economiche delle limitazioni decise a Shangai e Pechino.

Per quanto riguarda il Ftse Mib, la perdita dei 24.000 punti torna ad indebolire la struttura grafica, aprendo la strada ad ulteriori vendite in direzione dei 23.500 punti e a seguire dei 23.300 punti, minimi delle ultime settimane.

Nel caso in cui questa view dovesse realizzarsi,fondamentale sarebbe la tenuta di questi supporti, onde evitare discese più corpose verso i 23.000 punti e a seguire i 22.500 punti.

Al contrario segnali di forza si avrebbero per il Ftse Mib con il break dei 24.500 punti, con primi target situati sulla soglia dei 25.000 punti. Solo oltre queste aree resistenziali il Ftse Mib invierebbe un segnale di forza.

Quali sono i titoli che sta seguendo con più interesse di altri in questa fase? A quali consiglia di guardare ora?

Tra i titoli interessanti in questa fase troviamo Mediobanca, sul quale potrebbe spostarsi la speculazione che è stata presente su Generali nei mesi passati.

Dal punto di vista operativo importante è la tenuta dei 10 euro, per proseguire il trend ascendente in direzione dei 10,60 euro e a seguire degli 11 euro.

Poi troviamo Tenaris che grazie ai prezzi del petrolio rimane ancora saldamente impostata al rialzo. Su debolezza farei attenzione a ritorni verso i 14.25-14,30 euro, mentre sulla forza il superamento dei suoi top di periodo posizionati sui 15,30 euro aprirebbe la strada a nuovi allunghi.

Da seguire anche Autogrill in caso di superamento dei 7,40-7,45 euro ed infine Leonardo in caso di debolezza e ritorno delle quotazioni verso i 9,50 euro.

L’euro-dollaro è salito sulle montagne russe dopo l’appuntamento con la Fed di mercoledì sera. Cosa può dirci di questo cross?

Rispetto al nostro ultimo aggiornamento non è mutata la view sul cambio euro-dollaro, per il quale ogni rimbalzo della moneta unica rappresenta una nuova occasione per aprire posizioni ribassiste.

Nello specifico, recuperi fin verso gli 1,085 si inquadrerebbero in quest’ottica, con target i minimi degli ultimi anni posizionati nei pressi degli 1,03.

Al contrario, per avere segnali di forza i prezzi dovrebbero tornare oltre gli 1,11-1,1150; solo con un break di questi livelli verrebbe messa in un angolo la fase correttiva che ha caratterizzato gran parte degli ultimi 12 mesi.

Come valuta l’attuale impostazione di oro e petrolio e quali strategie ci può suggerire per queste due materie prime?

In una fase di risk off sorprende la debolezza dell’Oro che, dopo aver toccato i top degli ultimi anni in area 2.070 dollari l’oncia, è sceso sotto i 1.900 dollari.

Nel breve, una conferma delle quotazioni sotto questi livelli dovrebbe far proseguire la fase correttiva in direzione dei 1.850 dollari e successivamente dei 1.830 dollari l’oncia.

Al rialzo segnali di forza per l’oro si attiverebbero solo con il ritorno oltre i 1.920 dollari e primi target nei pressi dei 1.970 dollari e a seguire la soglia dei 2.000 dollari l’oncia.

Al contrario, rimane impostato al rialzo il petrolio che sfrutta il mancato embargo dell’UE verso il greggio russo. Dal punto di vista operativo, il break dei 110 dollari al barile rafforzerebbe il quadro grafico di fondo, con estensione dei guadagni verso i 115 dollari e a seguire 120 dollari al barile.

Al ribasso, segnali di debolezza si avrebbero solo con discese sotto i forti supporti situati sui 95-96 dollari al barile.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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