Ftse Mib: nubi sempre più nere. E ora? Meglio ENI o Saipem?

Il Ftse Mib è destinato a perdere ancora terreno: gli elementi a sostegno di una visione ribassista sono tanti. La view di Stefano Sabetta.

Di seguito riportiamo l’intervista a Stefano Sabetta, Analyst cooperator Ortex, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib ha subìto un netto arretramento nelle scorse sedute. Cosa aspettarsi nelle prossime giornate?

Per l’indice delle maggiori 40 capitalizzazioni italiane si conferma la view delle scorse settimane.

Appare quasi inevitabile il test, o meglio il ritest, del livello chiave a 22.200 punti sul time frame mensile del contratto future sul Ftse Mib con scadenza giugno 2022.

Nella nostra visione l’area che potrà fare da supporto è sulla zona compresa fra il livello sopra citato e i 21.515 punti. Dopo l’allontanamento dai 25.000 punti, la zona di resistenza ora risulta il livello dei 23.000 punti, oltre all’area compresa tra 23.625 e 24.165 punti.

Gli elementi a sostegno di una visione ribassista sono tanti.

Le tensioni geopolitiche che ancora non accennano a calmarsi, la tonicità delle materie prime, le politiche di tapering e di aumento dei tassi di interesse, la curva dei rendimenti e, per quel che ci riguarda, lo spread che torna a salire in Italia, quale anello sensibile ad un aumento dei tassi di interesse sul debito sovrano.

Il focus è come al solito sui mercati americani, se l’indice S&P500 dovesse perdere gli attuali livelli supportivi in zona 4.025 punti, allora rapido sarebbe lo scivolamento in area 3.750, dove insiste la prima vera area supportiva fino a 3.648 punti.

Stessa cosa per l’indice tecnologico con l’eventuale perdita del livello 12.218, il prossimo supporto si troverebbe a 11.375 punti sino a 10.910 punti.

Per tutto questo scenario ribassista, una flebile speranza è che l’indice di volatilità Vix non rompa i 33,82 punti, per andare a formare nuovi massimi ma che rientra sotto il livello soglia dei 30 punti.

La fase di mercato attuale su quasi tutti i mercati è appunto di risk-off, sebbene le accelerazioni intraday a volte lascino intendere inversioni che poi non si innescano.

ENI e Saipem restano sotto la lente sulla scia dei movimenti del petrolio. Quali strategie ci può suggerire per entrambi?

ENI nella giornata di ieri è stata respinta ancora una volta dall’area di resistenza a 13,72 euro ed ha disegnato una candela engulfing bearish della candela giornaliera di venerdì scorso.

Probabilmente alla debolezza della giornata si è aggiunta una debolezza dovuta ad un sostenuto ritracciamento del petrolio che, tuttavia resta tonico sulle trend line di lungo termine.

A questo punto occorre per il momento rimanere alla finestra, in quanto il titolo è compresso tra l’area supportiva compresa tra 13 e 12,63 euro e la resistenza compresa tra 13,73 e 14,43 euro.

Nel caso dovesse appunto rompere la resistenza allora si avrebbe una conferma della forza sul titolo.

Viceversa, il titolo inizierebbe ad intaccare i supporti più prossimi. Occorrerà verificare se avrà la forza di mantenere almeno il livello di 12,50 euro che rappresenta la media a 50 sul time frame monthly.

Occorre, inoltre, verificare se la debolezza congiunta sul greggio e sugli indici è destinata a perdurare.

Per quanto riguarda Saipem l’attenzione degli investitori è tutta concentrata a capire l’entità e le modalità di aumento di capitale nel quale è coinvolta anche la controllante Eni.

Nelle nostre aspettative non riteniamo che il titolo possa scendere sotto l’euro e di fatto i volumi in ingresso questi giorni autorizzano a farci pensare questo.

Ovviamente sarà necessario attendere il progetto di aumento per avere un quadro chiaro. Il titolo è interessato dalla presenza di 5 hedge funds che vendono allo scoperto il 9,20% del flottante.

È inoltre probabile che sul titolo nelle prossime settimane si affaccino, con apparente vendita allo scoperto, i fondi hedge che tipicamente sono attivi in attività di arbitraggio sugli aumenti di capitale.

Come valuta l’attuale impostazione di STM e Telecom Italia e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Titoli entrambe in un momentum di debolezza, ma con le opportune eccezioni. STM è correlato all’indice tecnologico americano ne segue tutta la debolezza.

Il titolo ha già rotto una trend line rialzista che si ottiene unendo i minimi  In un eccesso ribassista il titolo potrebbe andare a testare area 3,85 euro.

Al rialzo sul time frame mensile ha costruito una resistenza a 37,87 euro. Se la zona supportiva dovesse cedere la discesa potrebbe portare il titolo fino alla successiva zona supportiva a 27,40 euro.

STM ha sempre dimostrato dati molto buoni confermando sempre la view degli analisti. Le aspettative di futura crescita sono ovviamente collegate alla possibilità di shortage di materie prime e, soprattutto, microchips.

Per quanto riguarda Telecom Italia abbiamo avuto un’ulteriore discesa verso i livelli di minimo assoluto di marzo. Alla debolezza sul titolo si aggiungono notizie non buone per il titolo come il mancato sconto sull’ultima rata sul 5G. Nel caso di Telecom Italia il mercato oramai attende solo notizie concrete dopo il mancato accordo con il fondo KKR.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase e a quali consiglia di guardare ora?

Valutiamo l’ingresso su Terna a 7,14 euro, con eventuale stop a 6,88 euro. Il titolo è interessante per quantomeno per un rimbalzo.

Per il resto consigliamo prudenza condividendo la sensazione che ci possano essere ancora delle fasi critiche per cui è meglio attendere livelli supportivi corretti anziché ingressi a mercato fino a quando la volatilità resterà sostenuta.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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