Ftse Mib: ribasso non è finito. Focus su Unicredit e Intesa

Il Ftse Mib sembra diretto verso un livello di prezzo più basso: serve ancora cautela.

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata ad Alessandro Cocco, CEO di Unicron Associates, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull’indice Ftse Mib e su diverse blue chips.

Il Ftse Mib resta sotto pressione malgrado i tentativi di recupero che non hanno prodotto grandi risultati per ora. Quali le attese per le prossime sedute?

Dopo la violazione al ribasso dei 27.000 punti il Ftse Mib ha ceduto ulteriormente terreno.

L’indice ha cercato di rimbalzare sui 26.000 punti, da cui però è tornato indietro, mettendo nuovamente sotto pressione l’area dei 25.500.

Ftse Mib: i prossimi target al ribasso

Sembra che il Ftse Mib sia ora diretto verso il target dei 25.000 punti, raggiunti i quali bisognerà vedere se riuscirà a rimbalzare e a riprendere un po’ forma, dando dei segnali di ripresa.

In caso contrario, l’indice violerà anche i 25.000 punti e in quel caso si aprirà la strada al ribasso verso area 24.000.

Sarà bene fare molta attenzione a quest’ultimo livello, perché la rottura dello stesso costringerà a spostare l’attenzione sui 23.000 punti, da cui però sarà molto probabile un rimbalzo del Ftse Mib.

Nel caso in cui il Ftse Mib dovesse rimbalzare dai 25.000 punti, ci sarà spazio per un recupero verso i 26.000 punti prima e in seguito in direzione di area 27.000.

Personalmente suggerisco di attendere che il mercato scarichi bene e riprenda un andamento che è quello suo fisiologico prima di valutare nuovi ingressi.

La view su Unicredit e Intesa Sanpaolo

Cosa può dirci in merito al recente andamento di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

Unicredit è crollato ed è andato a chiudere il gap-up lasciato aperto a fine gennaio, violando anche il supporto dei 16 euro.

Se sarà confermata la rottura di questo sostegno, il titolo potrà scivolare verso 14/13,5 euro.

Sulla violazione al rialzo dei 17 euro si potrebbe valutare un ingresso long, ma Unicredit subito dopo dovrà fare i conti con la soglia dei 18 euro che potrebbe frenare i rialzi e respingere i corsi verso il basso.

La situazione appare simile a quella del Ftse Mib e anche per Unicredit quindi attenderei che scarichi bene prima di comprarlo.

Stesso discorso per Intesa Sanpaolo che a differenza di Unicredit sta ancora difendendo il supporto a 2,19 euro.

Questa soglia potrebbe tenere, ma l’impostazione del titolo resta fragile e in caso di violazione al ribasso la discesa proseguirà verso i 2,12 euro prima e i 2 euro in seguito.

Se Intesa Sanpaolo dovesse riuscire a riprendersi, valuterei un ingresso long dai 2,31 euro, con target a 2,5 euro.

L’analisi di Telecom Italia e STM

Come valuta l’attuale impostazione di Telecom Italia e STM e cosa può dirci di questi due titoli?

STM ha perso terreno dai recenti massimi oltre i 47 euro e ora il prossimo supporto è in area 42,5 euro.

Questo minimo potrebbe tenere i prezzi, ma in caso di violazione il titolo andrà a chiudere un gap a 39,35 euro.

In caso di rimbalzo, STM potrebbe puntare ai recenti top in area 47-48 euro.

Telecom Italia nel complesso sta reggendo, ma si è creata una divergenza per cui ora resta di entrare in un trend ribassista.

Il titolo ha sicuramente perso meno di altri, come i bancari, ma la view resta ribassista, anche se non è così drammatica.

Il focus è ora sull’area di 0,28 euro e fino a quando sarà difesa tale soglia si potrà assistere a una ripartenza verso l’alto.

Con la rottura di quota 0,28 euro Telecom Italia potrebbe scendere verso area 0,26 euro.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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