Ftse Mib: ribasso è agli sgoccioli. Buy Unicredit o Intesa?

Il Ftse Mib nell'ultimo mese ha mostrato una sequenza di massimi e minimi decrescenti. Le attese nel breve secondo Gerardo Murano.

Image

Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Gerardo Murano, consulente finanziario indipendente, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'indice Ftse Mib e su diverse blue chip.

Il Ftse Mib si è riportato sui minimi di fine marzo scorso. C''è il rischio di ulteriori flessioni nel breve?

L'andamento del Ftse Mib si è confermato volatile e neutro-negativo e c'è stata un'accelerazione al ribasso guidata dal flusso di notizie arrivato dagli Stati Uniti.

Tecnicamente, nell'ultimo mese la sequenza di massimi e minimi è ribassista per il Ftse Mib e quindi il trend di breve si conferma tale.

Ftse Mib: i livelli chiave e i possibili scenari

Vanno indicati due livelli abbastanza significativi come supporti dinamici, il primo dei quali è stato avvicinato nella sessione di ieri e mi riferisco all'area dei 26.200.

Il test di questa soglia è stato accompagnato da una tenuta della stessa, mentre il cedimento di area 26.200 aprirebbe gli spazi per una ulteriore discesa del Ftse Mib verso i 25.950 punti.

Il movimento quindi è discendente, ci sono due livelli supportivi e qualora il flusso di notizie dovesse invertirsi, sarà possibile attendersi un ulteriore movimento di pull-back rialzista.

Al momento non ci sono indicazioni di acquisto se non in logica contrarian, quindi vuol dire comprare sul supporto e vendere al cedimento dello stesso.

Sembra che gran parte della spinta ribassista nel breve sia stata già espressa e per la prossima settimana si possono anche valutare degli ingressi long sul Ftse Mib in seguito a un movimento di consolidamento.

La view su Unicredit e Intesa Sanpaolo

Come valuta l'attuale impostazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire per entrambi?

I bancari hanno guidato il movimento discendente del Ftse Mib e tra gli altri Unicredit ha comunque mantenuto una forza relativa rispetto a Intesa Sanpaolo.

Il titolo ha difeso bene il supporto a 18,2 euro, con due tentativi di rottura intraday che non sono andati a buon fine.

Ora Unicredit si appresta a un movimento di pull-back e segnalo una prima resistenza a 18,7 euro, oltre cui si guarderà ai 18,9 euro.

Chiaramente è presto per poter dire che il movimento è invertito, ma in ottica intraday si potrebbe assistere a un consolidamento che avrebbe come target l'area compresa tra i 19 e i 19,2 euro.

Nuovi segnali di debolezza si avrebbero per Unicredit alla rottura di quota 18,1 euro, sotto cui si aprirebbe le porte per un ritorno a 17,6 euro.

Nel caso di Intesa Sanpaolo il movimento discendente è stato più significativo e si è ritornati verso l'area dei 2,2 euro che ha rappresentato negli ultimi sei mesi un livello di resistenza e di supporto di rilievo.

Avremo nuovi segnali short alla rottura di quota 2,2 euro, con proiezione a 2 euro, mentre per avere indicazioni al rialzo dovremo aspettare il superamento di quota 2,4 euro.

Focus su STM e Telecom Italia

Cosa può dirci in merito ai recenti movimenti di STM e Telecom Italia e quali indicazioni ci può fornire per entrambi?

STM ha beneficiato un po' dei risultati trimestrali di Nvidia e quindi ha retto un po' meglio di altri temi.

Il titolo è giunto in prossimità di un'area supportiva di una certa importanza, quale quella compresa tra i 39 e i 38,5 euro.

Va monitorata la tenuta di questa soglia, con nuovi segnali negativi alla rottura dei 38,5 euro, mentre bisognerà attendere il superamento al rialzo dei 40,5 euro per avere indicazioni di positività nel breve periodo.

Per Telecom Italia le quotazioni continuano a essere guidate da flussi di notizie che di recente sono stati contrastanti.

C'è stato un tentativo di allungo, franato però, verso area 0,3 euro, con storno a 0,24 euro e formazione di un pivot low su questa soglia.

Sotto 0,24 euro avremo indicazioni di negatività, mentre si può valutare positivamente il superamento di 0,29 euro.

Telecom Italia si conferma essere uno dei più rischiosi e volatili anche per scarsa liquidità, quindi poco adatto a operazioni di trading.