Ftse Mib tonico, ma rischia ancora. Unicredit e Intesa buy?

Il Ftse Mib ha raggiunto un primo target, ma il livello chiave è su valori ancora più alti. La view di Massimiliano De Marco.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Massimiliano De Marco, analista tecnico di Robotrend.com, con domande sull'indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib è reduce da alcune sedute ad alta tensione, con particolare riferimento a quella di lunedì. Cosa può succedere ora?

Come segnalavamo nelle ultime settimane, per il Ftse Mib l'area dei 27.200 era un livello fondamentale per la tenuta del caso rialzista.

Dopo averlo perso lo scorso venerdì, aprendo per di più al di sotto della trendline più volte testata dai minimi del 2020, c’è stata la temuta accelerazione e la conferma dell’inversione ribassista.

Al momento il primo supporto all’orizzonte per il Ftse Mib è a 25.500 punti, seguito dai 24.900 punti, anche se il livello più indicato potrebbe essere quota 24.200 punti, uno dei primi ritracciamenti importanti della gamba rialzista partita a ottobre 2020.

Al rialzo un target per il Ftse Mib potrebbe trovarsi a 26.500 punti, mentre il livello chiave per ora rimane il già discusso 27.200.

Unicredit ieri è stato il migliore tra i bancari, mentre è stato più cauto Intesa Sanpaolo. Qual è la sua view su entrambi?

Unicredit è tornato all’interno di un canale la cui parte inferiore passa al momento verso 11,5 euro, che in caso di conferma di inversione sarebbe un target di medio periodo.

Nel caso però il titolo richiuda sopra la parte alta, l’area chiave diventa 13,55-13,75 euro: superarla porterebbe all’attacco del massimo relativo a 14,48 euro.

Intesa Sanpaolo non ha ancora “fatto danni”, tecnicamente parlando, che sarebbero segnalati dal passaggio sotto i 2,48 euro prima, ma soprattutto i 2,36 euro.

Se, come possibile, non è arrivato il momento dell’inversione, il titolo rimarrà in range 2,48-2,59 euro, prima di un (ultimo?) allungo.

Passare sotto i 2,36 euro aprirebbe le porte ad un ribasso più ampio, per riportare il titolo sotto quota 2 euro.

Brutta giornata ieri per Azimut e FinecoBank che sono scesi in controtendenza. Cosa può dirci di questi due titoli?

Azimut ha violato una trendline significativa, che potrebbe ritestare in area 23,5-23,75 euro. Un primo supporto è invece il ritracciamento a 22,20 euo, dove il titolo potrebbe “dichiararsi” rimbalzando o rompendo e segnalando una correzione ben più ampia.

FinecoBank sembra entrata in una fase di accelerazione ribassista che nel brevissimo avrebbe come target 13,5 euro. Per negare questo scenario serve una chiusura sopra 15,6 euro o ancora meglio sopra i 16,3 euro.

Quali sono i titoli che sta seguendo più da vicino in questa fase di mercato? A quali consiglia di guardare ora?

La volatilità di questi giorni è inusuale nel passato recente, eccezione fatta per il mese dell’esplosione del Covid.

Il rischio è che siamo agli inizi di una fase particolarmente volatile fin quando non ci saranno assestamenti sul tema dell’inflazione e delle strategie delle Banche Centrali.

Nell’immediato attenderei qualche segnale più confortante prima di posizionarmi, poiché sembra più un momento da trading intraday che da investimento.