Ftse Mib: possibile un reverse. Meglio Unicredit o Intesa?

Il Ftse Mib potrebbe aver dato vita a un movimento terminale: e ora?

Di seguito riportiamo l’intervista realizzata a Massimiliano De Marco, analista tecnico di Robotrend.com, con domande sull’indice Ftse Mib e su alcune blue chips.

Il Ftse Mib ha stornato dopo aver aggiornato nuovamente i massimi dell’anno. Siamo all’inizio di una fase correttiva più ampia?

E’ ancora prematuro, ma solitamente i breakout dopo i consolidamenti a triangolo, come quello formato dall’indice Ftse Mib tra marzo e fine giugno, sono movimenti “terminali”, ovvero preludio ad un’inversione di trend più lunga.

Ftse Mib: quali scenari ora?

Anche la divergenza degli oscillatori creata nell’ultima parte del rialzo suggerirebbe cautela e possibilità di reverse.

Se così fosse, non verrà superato il livello dei 29.600 punti e già nelle prossime sedute si dovrebbe sviluppare una fase ribassista per il Ftse Mib, con un iniziale supporto a 28.900 punti.

La view su Unicredit e Intesa Sanpaolo

Anche alla luce dei risultati semestrali diffusi nei giorni scorsi, quali strategie ci può suggerire per Unicredit e Intesa Sanpaolo?

Per Unicredit vale quanto detto per l’indice Ftse Mib: breakout fuori da triangolo e divergenza suonano un campanello di allarme.

Peraltro l’uptrend rimarrebbe intatto anche con un ritorno a 19,35 euro, dove passa la trendline che ha sostenuto il titolo nell’ultimo anno.

In caso di continuazione rialzista, invece, il target più plausibile per Unicredit è in area 26,6 euro.

Per Intesa Sanpaolo lo scenario è meno chiaro, perché ha egualmente triangolato e rotto verso l’altro, ma il target dovrebbe puntare a 2,95 euro.

Il titolo però si trova sulla forte resistenza a 2,6 euro, che diverse volte ha provocato delle inversioni brusche: attenzione quindi al close delle prossime sedute daily e soprattutto weekly.

L’analisi di Banca Mediolanum e FinecoBank

Banca Mediolanum è stato colpito dalle vendite dopo i conti, mentre si è difeso un po’ meglio FinecoBank. Qual è la sua view su questi due titoli?

Il movimento di Banca Mediolanum dai minimi di marzo è di aspetto correttivo, che implica che nel medio termine il titolo potrebbe essere avviato verso un ritocco di 7,55 euro.

Passare sotto 8,4 euro sarebbe la prima conferma, mentre lo scenario cambierebbe sopra quota 9 euro.

FinecoBank è arrivato poco sotto l’area di ritracciamento “classico” 14,46-15,1 euro: la pendenza dell’ultimo rialzo ci dice poco su possibili supporti, ma si potrebbe identificare 13,3 euro come livello orizzontale.

Focus sul petrolio

Cosa può dirci in merito al recente andamento del petrolio e quali le attese per le prossime sedute?

Con gli indici azionari “narcotizzati nelle ultime sedute in un range vicino ai massimi dell’anno, non è passato inosservato il movimento del petrolio.

Se anche stessimo assistendo solo ad un ritracciamento del ribasso del 2022, dopo una resistenza a 84 dollari il primo target per l’oro nero si troverebbe in area 86,5 euro.

Se questo obiettivo venisse superato, rientrerebbe nel radar quota 93 dollari, mentre è difficile trovare un supporto forte fino a 77 dollari.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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