Ftse Mib : ecco fin dove può calare. Buy Unicredit o Intesa?

Il Ftse Mib ha inviato un segnale di debolezza di breve, aprendo le porte a nuovi cali. La view di Filippo Diodovich.

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Di seguito riportiamo l'intervista realizzata a Filippo Diodovich, strategist di IG, al quale abbiamo rivolto alcune domande sull'attuale situazione dei mercati e sulle prospettive nel breve.

I mercati azionari provano a reagire dopo il calo di gennaio, mantenendosi però ancora a una certa distanza dai top. C'è il rischio di nuovi cali?

Il rischio è dietro l’angolo sulla scia della forte incertezza sulle prossime azioni di politica monetaria da parte delle banche centrali e le tensioni geopolitiche nell’est Europa.

Le minute dell’ultima riunione della commissione operativa della FED, il FOMC,  hanno evidenziato che i membri della FED hanno sottovalutato l’inflazione e che la banca centrale dovrà modificare velocemente le proprie strategie monetarie, alzando il costo del denaro e diminuendo l’ammontare di asset nel proprio bilancio (9000 miliardi di dollari).

I verbali non hanno chiarito l’ammontare dell’aumento dei tassi d’interesse e neppure le tempistiche sull’avvio del processo di quantitative tightening (il cosiddetto QT), ovvero di riduzione della liquidità nel sistema.

Sui mercati regna l’incertezza anche per la crisi tra Occidente e Russia in un valzer di notizie, foto, dichiarazioni che ancora non tolgono le preoccupazioni degli investitori su un possibile conflitto armato in arrivo.

Il consiglio è quello di avere la massima cautela negli investimenti su asset rischiosi come il mercato azionario.

Il Ftse Mib fatica a dare un seguito al recupero partito dai recenti minimi di periodo. Quali i possibili scenari ora?

Da un punto di vista tecnico, il tentativo fallito di superare la trendline ribassista partita dai top del 5 gennaio è da interpretare come un segnale di debolezza di breve per l'indice Ftse Mib che potrebbe scendere fino sui supporti di area 26.200.

Restiamo convinti che l'impostazione tecnica positiva di medio periodo possa reggere fino a che i prezzi si manterranno al di sopra dei 25.900 punti.

L'eventuale cedimento di questa soglia getterebbe le basi per una discesa molto più profonda verso i 25.000 punti. Indicazioni positive per il Ftse Mib solamente sopra i 27.180 punti, preludio per un possibile allungo in direzione dei 27.500 punti.

Come valuta il recente andamento di Unicredit e Intesa Sanpaolo e quali strategie ci può suggerire dopo i conti?

I recenti ribassi di Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ridotto notevolmente l'entusiasmo che si era creato sul settore bancario italiano grazie al cambio di scenario economico sui tassi di interesse e alle indiscrezioni su nuove fusioni all'interno del comparto.

Nel breve, possibile che le pressioni ribassiste legate all'esposizione verso l'Europa dell'Est possano essere molto forti. Nel medio/lungo periodo manteniamo una view positiva sul settore bancario.

I prezzi di Unicredit si avvicinano al supporto a 14,45 euro, significativo in ottica di medio/breve periodo.

Sotto 14,45 euro possibile la realizzazione di un nuovo segmento ribassista con obiettivi a 14,20 e 13,80 euro. Indicazioni positive per Unicredit giungeranno, invece, con il superamento di quota 15 euro.

Per Intesa Sanpaolo i supporti sono un po' più lontani, a 2,67 e 2,63 euro, mentre una resistenza interessante è a 2,80 euro.

L'oro si sta rafforzando, mentre il petrolio sta rifiatando dagli ultimi massimi. Qual è la sua view su queste due materie prime?

L’oro ha sfruttando le tensioni geopolitiche e la situazione di risk-off sui mercati per guadagnare molto terreno, facendo leva sulla sua caratteristica di bene rifugio.

Per il metallo prezioso il prossimo obiettivo è rappresentato dalla resistenza posizionata a 1.916 dollari. Timide indicazioni di debolezza sotto i 1.850 dollari.

I prezzi del petrolio hanno mostrato una fisiologica correzione legata anche alle indiscrezioni che un accordo sul nucleare con il governo di Teheran potrebbe essere vicino, portando a un aumento della produzione ed esportazione di greggio da parte dell’Iran.

Da un punto di vista tecnico crediamo che ribassi dei prezzi del WTI Light Crude fino a 87,60 dollari al barile possano restare compatibili con l'ipotesi di realizzazione di un ulteriore segmento rialzista con obiettivi a 92 e 94 dollari.

Conferme per tali prospettive di crescita con il superamento di area 91,50 dollari.

Discorso diverso in caso di break-out ribassista di 87,60 dollari, preludio a un possibile calo in direzione del successivo sostegno a 86 dollari.