Ftse Mib: il trend è cambiato. Unicredit, Intesa e STM buy?

Il Ftse Mib trova un ostacolo importante a poca distanza dai valori correnti: cosa aspettarsi ora?

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Di seguito riportiamo l'intervista a Davide Biocchi, professional trader, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse.

Il Ftse Mib sta ripiegando dopo aver fallito l'attacco ad area 26.500. Quali le attese nel breve?

Per il Ftse Mib segnalo una resistenza non banale a 26.400 punti e abbiamo soprattutto sotto resistenza l'S&P500, mentre il Nasdaq Composite è ancora lontano.

I titoli growth sono ancora deboli e perchè il rialzo continui credo sia necessario che queste azioni partecipino alla salita, perchè diversamente l'S&P500 non andrà da nessuna parte.

Quella in corso è una settimana abbastanza scarica di dati macro se escludiamo il PMI flash che è un aggiornamento interessante a mio avviso.

Tornando al Ftse Mib, il superamento di area 26.400 aprirà le porte ad un allungo verso i massimi dell'anno poco sotto quota 26.700.

Come già detto in altre interviste, siamo in presenza di un mercato incerto e senza nessun timore il Ftse Mib può segnare nuovi massimi e nuovi minimi, con il trend di fondo che però è cambiato.

Gli attori forti, per ora a parole, si stanno interrogando sul dove siamo e dove possiamo andare, e poi faranno seguiti dei fatti alle parole.

Personalmente in questo momento non sono nè ottimista nè pessimista e ribadisco l'idea che questo mercato è complicato anche perchè incerto.

Tra i trader si è polarizzata la situazione, cioè detrattori e sostenitori dei ribassi ora sono più incattiviti. Si capisce che quello attuale è un momento importante e il mercato alcuni giorni da ragione agli uni e alcuni giorni agli altri.

Gli unici che possono esser determinanti, ossia gli attori forti, si stanno seriamente interrogando sul da farsi, ma per ora non c'è alternativa all'azionario e solo più avanti vedremo in quale direzione spingeranno questo mercato.

Intesa Sanpaolo oggi è tra i peggiori per via dello stacco del dividendo, mentre si difende meglio Unicredit. Qual è la sua view su questi due titoli?

Intesa Sanpaolo ha staccato il dividendo e sta provando a non allontanarsi molto da quota 2,5 euro. Questo è un livello chiave per il titolo che al di sopra dei 2,5 euro mantiene intatte le sue ambizioni di rimanere un'azione dotata di una certa forza.

E' un momento discreto per le banche e chi volesse puntare su Intesa Sanpaolo potrebbe anche farlo, perchè no, ma in caso di discesa sotto i 2,37 euro farei scattare lo stop sulla posizione.

Discorso simile per Unicredit che ha bisogno di consolidare al di sotto di quota 12 euro, da cui però al momento è stato respinto.Starei un po' attento quindi al titolo che però si sta allontanando dalla soglia resistenziale appena indicata.

Stellantis è tornato sotto i 17 euro. Ritiene interessante il titolo sui livelli attuali?

A mio avviso il settore auto non è tra i più interessanti di quelli che noi abbiamo.

La questione della penuria di chip peserà sul comparto e avendo un petrolio così in spolvero, mi chiedo se si sia il caso di andare ad insistere su un tema del settore auto.

A favore del comparto troviamo il fatto che verranno riproposti certi incentivi, mentre contro c'è il fatto che le vendite potrebbero essere penalizzate dalle difficoltà di produzione.

Stellantis non ha un brutto grafico, ma vista la condizione particolare del settore di riferimento avrei qualche dubbio.

STM si è allontanato dai top dell'anno. Questo ribasso è un'occasione d'acquisto?

Credo STM abbia già preso il buono che c'era da prendere e ora mi aspetto che navighi a vista come il mercato, ma difficilmente sovraperformerà in maniera decisa.

Ci sono altri titoli da preferire e da evitare nel breve?

Occhio alle utility che forse stanno consolidando un prezzo dopo aver penato per il caro energia, dove il leit-motiv era il seguente: le utility incassano il rialzo delle materie prime, lo subiscono, e per riproporlo all'utente finale devo combattere con la politica.Le utility devono fare quella cosa che si chiama "accettazione del prezzo", consolidare e poi magari anche ripartire.

Interessante Tenaris sopra i 10 euro, ma sul petrolio ci sono fattori pro e contro.

Tra gli elementi a favore troviamo la penuria di gas che porterà a consumare più petrolio in inverno, ma a sfavore c'è il fatto che nel rialzo attuale dell'oro nero c'è una componente di speculazione che in qualsiasi momento potrebbe prendere beneficio.

L'ago della bilancia è l'Opec e se decidesse di alzare un po' la produzione farebbe ritracciare con decisione le quotazioni del petrolio.

Questo potrebbe impattare sui titoli del settore oil, fermo restando che Tenaris sopra i 10 euro a me piace, con possibili target a 10,3/10,4 euro in prima battuta.