Weekend caldo per Wm Morrison Supermarkets (Morrisons). Il futuro della quarta maggiore catena britannica di supermarket (dopo Tesco, Sainsbury's e Asda) si deciderà infatti con un'asta. Così ha stabilito The Panel on Takeovers and Mergers (meglio noto come Takeover Panel), l'autorità di Londra che dal 1969 è responsabile per la vigilanza sulle operazioni di M&A. Dallo scorso giugno i private equity si sono sfidati per conquistare Morrisons. Anche Apollo Global Management aveva valutato di gettarsi nella mischia, salvo poi rinunciare a quella che si candida a essere la più grande acquisizione di una società quotata in Gran Bretagna dell'ultimo decennio. Rimangono in corsa invece Clayton Dubilier & Rice, che per primo aveva formulato un'offerta, e Oppidum Bidco, veicolo d'investimento del consorzio guidato da Fortress Investment Group, cui partecipano anche Canada Pension Plan Investment Board (Cppib, fondo previdenziale canadese), Cambourne Life Investment e Koch Real Estate Investments.
Futuro supermarket britannici Morrisons si decidera con un'asta
I giochi si decideranno sabato 2 ottobre. I termini dell'asta, accettati dalle parti coinvolte, prevedono un massimo di cinque tornate di offerta nella giornata. Da parte sua il Takeover Panel annuncerà i prezzi proposti e il successivo 4 ottobre Clayton Dubilier & Rice e Fortress dovranno dichiarare pubblicamente se la loro offerta è rimasta invariata o è stata migliorata. Il 5 ottobre Morrisons dovrà invece comunicare la decisione del board e le raccomandazioni agli azionisti. In attesa degli sviluppi dell'asta Morrisons scambia in moderato rialzo a Londra, intorno a 295 pence, contro i 285 pence dell'offerta finora più elevata, quella presentata da Clayton Dubilier & Rice in agosto.
Supermarket, business reso ancora più attraente dalla pandemia
L'interesse per il settore della grande distribuzione alimentare era forte da tempo, come confermato dalla lunga vicenda legata alla sussidiaria di Walmart Asda, alla fine ceduta lo scorso anno ai fratelli Issa (miliardari di origine indiana che hanno fatto le loro fortune con le stazioni di rifornimento) e al private equity Tdr Capital, per un enterprise value di 6,8 miliardi di sterline (quasi 8 miliardi di euro al cambio attuale). La differenza, ora, è la pandemia di coronavirus, che ha reso ancora più attraente per i private un modello di business potenziato durante i mesi di lockdown, che ha avuto come effetto collaterale l'impennata della spesa in prodotti alimentari. Non solo in Gran Bretagna, ovviamente.
Un'asta per Morrisons. Si parte da valutazione di 8,2 miliardi
Il private newyorkese inizialmente aveva offerto 230 pence per azione, per una valutazione di Morrisons di 5,5 miliardi di sterline (6,4 miliardi di euro). Proposta che però era stata respinta al mittente, perché avrebbe sottovalutato significativamente la società e le sue prospettive future. A inizio luglio si è fatta avanti Fortress (Oppidum Bidco), con 254 pence, per un totale di circa 6,3 miliardi di sterline (7,3 miliardi di euro). Inizialmente il board della preda aveva approvato il deal ma a causa dell'opposizione di alcuni dei maggiori investitori Fortress aveva successivamente rilanciato a 272 pence e 6,7 miliardi (7,8 miliardi di euro). Neanche il tempo di passare dal voto dell'assemblea previsto per metà agosto che Clayton Dubilier & Rice ha alzato di nuovo l'asticella. Morrisons, la cui valutazione è quindi ferma intorno ai 7 miliardi di sterline (8,2 miliardi di euro), avrà un weekend di tempo per decidere del suo futuro. (Raffaele Rovati)