Guerra di Putin potrebbe costare 5 miliardi alle banche Usa

Mercati volatili e incertezze sugli sviluppi della guerra di Putin sono un'incognita sul primo trimestre delle maggiori banche Usa. Potrebbero costare 5 o anche 10 miliardi.

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La guerra lanciata da Vladimir Putin potrebbe costare caro ai big di Wall Street, anche se è troppo presto per valutare a pieno l'impatto dell'invasione dell'Ucraina (e delle sanzioni imposte alla Russia da Usa ed Europa) sui risultati del primo trimestre delle maggiori banche Usa. Secondo Gerard Cassidy, analista di Rbc Capital Markets citato da Reuters, i colossi bancari a stelle e strisce potrebbero subire un impatto una tantum di 5 miliardi di dollari, o anche il doppio o forse niente. "Non si può davvero dire perché i mercati si stanno muovendo in modo così volatile, in relazione a come evolvono i rischi geopolitici", ha ammesso Cassidy.

La guerra di Putin potrebbe costare 5 o 10 miliardi alle banche Usa

Il rischio, comunque, è concreto: perdite sul trading, accantonamenti sui prestiti tossici, svalutazioni di asset e sanzioni per la chiusura delle attività in Russia. Sono molteplici le voci che possono affossare un primo trimestre 2022 che, senza l'invasione dell'Ucraina, si preparava a essere positivo, visto che il credito Usa stava iniziando a beneficiare dell'aumento del costo del denaro e della crescita dei finanziamenti. A fronte, per altro, di una frenata nell'investment banking e dell'impatto dell'inflazione già registrato a fine 2021, in particolare da Jp Morgan Chase & Co.

Incertezza sul trimestre delle banche Usa per la guerra di Putin

"Le prossime due settimane potrebbero creare o distruggere i risultati di breve periodo", sottolineava Jason Goldberg, analista di Barclays. La tornata di trimestrali dei colossi bancari Usa inizierà il prossimo 13 aprile. Goldberg, in precedenza, aveva citato commenti di fonti di Jp Morgan secondo cui i ricavi trimestrali erano diventati imprevedibili, con "molti clienti" sottoposti a stress estremo, in particolare per quanto riguarda il trading di materie prime. Settimana scorsa S&P Global Ratings citava proprio questo genere di rischi. "I mercati finanziari rispecchiano l'incertezza. Sebbene gli spread del mercato secondario sul debito societario rimangano storicamente limitati, anche per i mutuatari all'estremità inferiore della scala del credito, si stanno ampliando costantemente. Il rischio in aumento è che gli investitori inizino a chiedere un premio per l'incertezza", si legge in un report pubblicato il 18 marzo da S&P.

Citigroup rischia di più su guerra Putin. Potrebbe rallentare buyback

Finora è Citigroup quella che rischia di più e non solo per l'esposizione sui mercati ma per le potenziali perdite della sua consumer bank in Russia. A inizio marzo Citi aveva ammesso che in "uno scenario di grave stress" potrebbe registrare quasi 5 miliardi di dollari di perdite dalle sue attività russe. L'istituto ha ovviamente abbastanza capitale in eccesso per gestire l'eventuale problema senza gravi danni ma il colpo potrebbe rallentare significativamente i piani di buyback, che sono un punto chiave nella strategia della chief executive Jane Fraser per aumentare la valutazione di Citigroup. (Raffaele Rovati)