La guerra sostiene le big oil e Chevron raddoppia il buyback

Il rimbalzo del greggio causato dalla guerra in Ucraina sostiene le big oil a Wall Street. Chevron raddoppia il buyback. Limitata sua esposizione alla Russia.

La guerra fa bene alle big oil. Il primo evidente effetto dell’invasione voluta in Ucraina da Vladimir Putin è l’impennata dei corsi del greggio: i future sul Wti in consegna ad aprile hanno segnato un balzo dell’8,03% martedì al New York Mercantile Exchange, chiudendo a 103,41 dollari il barile, sui massimi dal 22 luglio 2014. E ovviamente a Wall Street i titoli del settore festeggiano. A partire da Chevron, che raddoppia l’entità del suo buyback e spiega che, a differenze di alcune rivali, ha solo una limitata esposizione alla Russia per il suo business.

La guerra fa bene alle big oil e Chevron raddoppia il suo buyback

Chevron ha chiuso in rally del 3,97% martedì al Nyse, in una seduta negativa per Wall Street. Peggiore dei tre principali indici newyorkesi è stato il Dow Jones Industrial Average (deprezzatosi dell’1,76%) e proprio Chevron è stata la migliore dell’indice delle blue chip Usa. Bene ha fatto anche ConocoPhillips (in rialzo del 2,21%). In positivo anche Exxon Mobil, il cui guadagno più moderato dello 0,96% si spiega con l’annuncio dell’uscita dalla Russia. Il colosso texano ha dichiarato che abbandonerà operazioni in petrolio e gas russi per un valore di oltre 4 miliardi di dollari e interromperà i nuovi investimenti in seguito dell’invasione dell’Ucraina. In dubbio il destino del progetto multimiliardo di Sakhalin.

Guerra sostiene big oil. Limitata esposizione di Chevron a Russia

“Non abbiamo avuto indicazioni da alcun governo che le operazioni del consorzio dell’oleodotto Caspian possano essere interrotte”, ha invece dichiarato il chief executive di Chevron Mike Wirth, riferendosi a Caspian Pipeline Consortium, di cui la big oil californiana controlla il 15% e che nel 2021 ha esportato 1,1 milioni di barili di greggio al giorno dal Kazakhstan e 200.000 dalla Russia. “Oltre al Caspian non abbiamo davvero nessun’altra esposizione alla Russia e nessuna all’Ucraina“, ha aggiunto, prendendo le distanze da rivali come Exxon appunto o come Bp, che domenica aveva annunciato l’uscita dalla partecipazione detenuta in Rosneft dal 2013. Quota del 19,75% che agli attuali corsi di Borsa vale 14 miliardi di dollari. Decisione che comporterà anche una modifica dei principi contabili applicati al bilancio del gruppo britannico.

Chevron raddoppia il buyback anche grazie alla guerra in Ucraina

Chevron, intanto, ha anche migliorato le sue previsioni di flusso di cassa operativo al 2026 (grazie ai tagli alla spesa e al recente aumento dei prezzi dell’energia). E prevede di riacquistare azioni proprie per un ammontare annuo compreso tra 5 e 10 miliardi di dollari, contro i 3-5 miliardi stimati in precedenza. Buyback sostenibile per cinque anni con prezzi del petrolio a 50 dollari il barile. Per Giacomo Romeo e Jamie Franklin, analisti di Jefferies citati da Reuters, l’aumento del buyback è andato “oltree le aspettative” ed “è il principale aspetto positivo” dell’Investor Day di Chevron. Le big oil reagiscono al balzo dei profitti di quest’anno dovuto all’aumento dei prezzi di petrolio e gas restituendo più liquidità agli azionisti, dopo anni di bassi rendimenti. E in questo la guerra le sta aiutando non poco. (Raffaele Rovati)

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