Huawei, le sanzioni pesano. I concorrenti guadagnano terreno

La guerra dei dazi che ha pesantemente danneggiato Huawei nell’ultimo anno sembra avere già ridisegnato lo scenario di mercato della telefonia mobile e proprio Samsung, il colosso coreano delle telecomunicazioni sembra trarne un grosso vantaggio.

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La guerra dei dazi che ha pesantemente danneggiato Huawei nell’ultimo anno sembra avere già ridisegnato lo scenario di mercato della telefonia mobile e proprio Samsung, il colosso coreano delle telecomunicazioni sembra trarne un grosso vantaggio. Uno stimolo concorrenziale che si è già visto negli ultimi dati dalla casa di Seoul.

Samsung cresce

L’8 gennaio infatti Samsung ha annunciato la guidance sul quarto trimestre del 2020 e stimato nel periodo vendite consolidate da 61 trilioni di won coreani (circa € 46 mld) e un utile operativo da circa 9 trilioni di won. Si tratta di dati importanti che confermano l’andamento in crescita del terzo trimestre del 2020, quando in particolare il settore mobile aveva visto un balzo delle vendite del 51% a 29,81 trilioni di won.

Huawei soffre anche in Cina

Lo scenario globale e statunitense avverso non è sfuggito ad analisti come Canalys che in un report di fine ottobre calcolava che il mercato degli smartphone in Cina era calato dell’8% su base sequenziale e del 15% su base annuale raggiungendo gli 83 milioni di unità.

A pesare proprio le performance di Huawei che avrebbe registrato per la prima volta dal primo trimestre del 2014 la spedizione di appena 34,2 milioni di dispositivi nel terzo quarto del 2020 riducendo la propria quota di mercato dal 44,3 a 41,2 per cento. Seguivano per quote di mercato Vivo e Oppo, ma con cali del 13 e del 18% rispettivamente. Non andava bene in Cina neanche ad Apple con un calo però più ridotto dell’1% a 5,1 milioni di iPhone.

Per Huawei anche i timori sugli aggiornamenti di Android

A danneggiare il costruttore cinese Huawei anche le voci su l'impossibilità nel prossimo futuro dei dispositivi della casa di aggiornare il software Android (il sistema operativo più diffuso tra i telefonini in teoria open source, ma in pratica riferibile a Google e quindi potenzialmente condizionato dalle politiche commerciali Usa).

La nuova versione Android 11 dovrebbe in futuro essere disponibile anche per gli Huawei, anche se Huawei P30 è sviluppato su Android 10, ma la casa cinese ha dovuto precisare in delle note specifiche rivolte ai consumatori che smartphone e tablet che dispongono dei Google Mobile Services (GMS) continueranno a ricevere aggiornamenti software e patch di sicurezza.

Di certo l’insediamento di Joe Biden alla presidenza dovrà chiarire quanto della vecchia e aggressiva politica commerciale Usa nei confronti della Cina rimarrà in piedi dopo la fine dell’era Trump. I segnali però al momento non sembrano indicare grandissimi cambiamenti in questo senso nella politica commerciale Usa.