Nel secondo semestre sui mercati ne vedremo delle belle

Mentre inizia una stagione degli utili da boom, la speculazione professionale si ritrova in affanno e cerca di correre ai ripari, per non perdere faccia e fiducia con gli esigenti clienti. Domani la pubblicazione dell'aggiornamento di metà anno del 2021 Yearly Outlook di AGE Italia.

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Mentre inizia una stagione degli utili da boom, la speculazione professionale si ritrova in affanno e cerca di correre ai ripari, per non perdere faccia e fiducia con gli esigenti clienti. Domani la pubblicazione dell'aggiornamento di metà anno del 2021 Yearly Outlook di AGE Italia.

Wall Street raggiunge un nuovo massimo storico; e lo fa, tanto per non cambiare buone abitudini, con la politica dei piccoli passi: con un guadagno non superiore al mezzo punto percentuale. Massima resa, con il minimo sforzo: nell’ultimo anno quasi il 45% delle sedute hanno conseguito un saldo a fine seduta non superiore in valore assoluto allo 0.5%. Ed ecco qui dove siamo arrivati.

Se il bull market iniziasse ad inanellare sequenza da +2% al giorno, gli Orsi mangerebbero la foglia, e la festa finirebbe. Invece rialzi così contenuti, servono a mantenere i Tori sulla difensiva, e gli Orsi ai margini del mercato: contribuendo a rafforzare il muro di paura su cui si appoggia il rialzo. Ieri ad esempio il Fear&Greed Index si attestava ancora su livelli di panico (meno del 40%): con il mercato sui massimi. Se ce lo avessero raccontato un anno fa, non ci avremmo creduto.

Non che si tratti di un fenomeno isolato. Quasi la metà (14, per l’esattezza) delle prime trenta borse mondiali, si colloca entro il 5% dai massimi a dieci anni. Questo, con il MSCI All Country che a sua volta ieri ha ritoccato i massimi assoluti. Il bull market è globale: 24 dei primi 25 indici vantano un guadagno nel 2021, con in testa la nostra amica Svezia – su cui vantiamo una posizione di lunghissimo periodo, con notevole gratificazione – e con un saldo medio quest’anno del +11.8%. Evidentemente non sufficiente da scatenare l’entusiasmo. D’altro canto, siamo ben distanti da una condizione di bull market corale: a gennaio 2018 le borse mondiali in prossimità dei massimi furono i tre quarti del totale, e di lì a breve giunse un pesante ridimensionamento.

Gli hedge fund adesso corrono ai ripari. Il Wall Street Journal raccoglie le frustrazioni dei clienti delle banche di investimento a Wall Street, che nel primo semestre hanno portato a casa molto poco. Il sito Sentimentrader stima che l’allocazione media in azioni della speculazione professionale, è salita adesso al 40%, molto più di un mese fa, ma comunque evidentemente sintomo di un persistente quanto sano sentimento di paura che attanaglia. Sul mercato a termine i fondi speculativi sono short sugli indici ininterrottamente da 16 settimane, sicché i timidi acquisti di azioni, sono più che bilanciati da una copertura opprimente: quantomeno per le performance complessive.

E adesso sta per iniziare una nuova stagione degli utili, che si preannuncia a dir poco scoppiettante, con una stima di crescita degli EPS operativi di più del 60% rispetto al secondo trimestre 2020. Ne vedremo delle belle.