La Bce ha aumentato i tassi. Cosa cambia adesso per chi ha un mutuo o un prestito

Quali conseguenze avrà l'aumento dei tassi sulle tasche degli Italiani. Ma soprattutto quali saranno le conseguenze per chi deve chiedere un mutuo?

Image

Quali conseguenze avrà l'aumento dei tassi sulle tasche degli Italiani. Ma soprattutto quali saranno le conseguenze per chi deve chiedere un mutuo? O un qualsiasi prestito per cambiare l'automobile o acquistare gli arredamenti. Non dimentichiamo poi gli impatti che questa decisione potrebbe avere anche su quanti siano in procinto di investire i propri risparmi o lo abbiano già fatto.

Partiamo con una premessa doverosa quanto mai necessaria: i tassi di interesse sono importanti perché misurano il costo del denaro. Quali sono le eventuali conseguenze di un loro aumento? Sicuramente andranno ad impattare direttamente sul mutuo, sui finanziamenti, ma anche sui risparmi delle famiglie e delle imprese. Il saggio di interesse, infatti, è strettamente collegato con l'andamento dell'inflazione: questa tende a rendere tutte le persone leggermente più povere. Sostanzialmente quando aumentano i tassi di interesse conviene meno indebitarsi (quindi sottoscrivere un mutuo o un prestito), ma è più conveniente investire. Questo discorso vale sia per le imprese che per le famiglie.

Mutuo: come viene condizionato

È la Bce, la Banca Centrale Europea, a decidere quali siano i tassi d'interesse in Europa. Sempre alla Bce spetta il compito di garantire la stabilità monetaria di tutti i paesi membri. Possiamo affermare che le funzioni della Bce siano analoghe a quelle svolte dalla Fed negli Stati Uniti d'America. Periodicamente il board della Bce si riunisce e in base all'andamento dell'economia prende le sue decisioni: potrà adottare una politica espansiva, optando per un abbassamento dei tassi. O potrà optare per una svolta restrittiva, decidendo di alzare i tassi di interesse rispetto ai livelli precedenti.

Queste decisioni, ovviamente, vanno ad impattare direttamente sulla vita di tutti i consumatori e degli investitori. Questo perché i tassi di interesse stabiliti direttamente dalla Bce sono a tutti gli effetti la soglia di riferimento del costo del denaro, il quale verrà preso in prestito dagli istituti bancari dalla banca centrale del proprio Stato. Le banche commerciali lo immetteranno nel circuito economico, provvedendo a finanziare le imprese. O a concedere il mutuo a chi vuole comprare casa.

Questo sostanzialmente è il motivo per il quale i tassi di interesse vanno ad incidere direttamente su quanti vogliono sottoscrivere un mutuo. Manovrare al rialzo o al ribasso i tassi di interesse è una potente arma, che serve per cercare di governare l'economia. Nel momento in cui il denaro costa di più alle banche, queste saranno costrette a trasferire i maggiori costi sui propri clienti. In buona sostanza questo significa rendere ogni singolo mutuo ed ogni singolo prestito più caro: i clienti lo dovranno rimborsare a prezzi più elevati. Quando il denaro costa poco, avviene il contrario: in quel momento gli investimenti diventano più convenienti ed è più facile indebitarsi, ottenendo un prestito ad un costo più basso.

Tassi di interesse: il loro andamento

Nel corso degli ultimi anni il costo del denaro è sceso ai minimi storici. Dal 2016 in poi si è quasi completamente azzerato. In alcune occasioni si erano addirittura visti dei tassi di interesse negativi sui conti correnti e sui depositi: questi sono agganciati direttamente al tasso d'interesse base stabilito direttamente dalla Bce. Da inizio anno, invece, le cose sono iniziate a cambiare. Dopo il diffondersi del Covid 19, le principali banche centrali hanno deciso di far risalire i tassi di interesse. La motivazione è molto semplice: nell'arco di un anno l'inflazione è quadruplicata, passando dal 2% all'attuale 8% su base annua.

Nel corso del 2022 nuove spinte inflazionistiche sono arrivate dalla guerra in Ucraina e dai costi sempre più alti delle materie prime. Le banche centrali hanno cercato di neutralizzare l'inflazione intervenendo direttamente sui tassi di interesse. Come molti nostri lettori si staranno accorgendo, l'inflazione comporta un aumento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo. Un fenomeno che viene considerato preoccupante, perché si riflette direttamente sui consumi, sull'occupazione e sugli investimenti. Ricordiamo che per le imprese la forza lavoro rappresenta un costo, costituito da stipendi e salari. La Fed negli Stati Uniti e la Bce in Europa stanno cercando di controllare l'inflazione, aumentando i tassi di interesse.

Cosa cambia per il nostro mutuo

La scelta di aumentare i tassi d'interesse si ripercuote direttamente su ogni mutuo e su ogni prestito, che adesso diventano più costosi rispetto al passato. Il problema andrà a colpire principalmente le famiglie che decidono di sottoscrivere un nuovo mutuo, che si ritroveranno a pagare di più in termine di interessi. A pagare dazio alla decisione della Bce ci saranno anche le famiglie che hanno scelto un mutuo a tasso variabile, i cui interessi sono agganciati direttamente all'evolversi del costo del denaro. Più fortunati, invece, sono quanti abbiano un mutuo a tasso fisso: in questo caso non dovrebbe cambiare niente.

A pagare dazio agli interessi più alti è anche la collettività, perché questo comporta un aumento del debito pubblico. Ricordiamo che lo Stato per finanziarsi emette dei Btp: se i tassi di riferimento aumentano, lo stato sarà tenuto a pagare una cedola maggiore agli investitori. I risparmiatori possono ottenere un beneficio da questo fenomeno, perché aumenta il loro flusso cedolare incassato sugli investimenti in titoli di Stato ed obbligazionari.