Nasdaq in ottima forma, durerà?

Il Nasdaq 100 termina la seduta di martedì con un 2% di guadagno, in barba a tutte le ragioni che vorrebbero una borsa cedente. Il grafico è ottimista per il futuro

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Il Nasdaq Composite termina la seduta di martedì con un 2% di guadagno, in barba a tutte le ragioni che vorrebbero una borsa cedente. Il grafico è ottimista per il futuro

Tassi e inflazione in crescita non frenano il Nasdaq

La guerra in Ucraina prosegue senza apparenti interruzioni (anche se alcuni, forse meglio informati di altri, ritengono che sotto traccia i negoziati per uno stop stiano procedendo), l'inflazione Usa galoppa ai massimi da 40 anni (ma non solo, ad esempio i prezzi all'industria hanno registrato a febbraio 2022 in Germania un incremento annuo del 25,9% dopo il +25% di gennaio e contro il +26,2% atteso dagli analisti), i tassi di interesse sono destinati a salire (dopo il rialzo di settimana scorsa la Fed ha lasciato intendere che ce ne potrebbero essere altri 6 nel 2022, fino all'1,9%) e quindi la borsa, in particolare l'indice tecnologico Nasdaq, quello che più degli altri risente dell'incertezza degli operatori, come può non scendere? 

E invece, contrariamente a tutto quello che si potrebbe pensare, martedì il Nasdaq 100 è salito dell'1,94% a 14654,33 punti, seguito a ruota dallo S&P500, in rialzo dell'1,13% a 4512 punti. 

Fed, tassi al 2% per la fine dell’anno?

Tornando al tema dei tassi, dopo che lunedì Powell non ha escluso la possibilità che la banca centrale Usa possa procedere anche con rialzi di 50 punti base alla volta, una cosa che non succede da più di 20 anni, Goldman Sachs ha ipotizzato che la Fed possa alzare effettivamente il costo del denaro di 50 punti base sia con il meeting di maggio sia con quello di giugno. 

Powell ha dichiarato lunedì alla National Association for Business Economics "The labor market is very strong, and inflation is much too high", lasciando intendere che in questo momento la priorità è il controllo dell'inflazione, l'economia è abbastanza solida da poter sostenere un aumento rapido del costo del denaro. 

Secondo Goldman Sachs la Fed continuerà ad alzare i tassi fino a che questi non arriveranno al 3%-3,25% verso la fine del 2023. 

Di diversa opinione Bill Gross, il co-fondatore di Pimco, secondo il quale se i tassi superassero il 2,5% metterebbero a rischio la crescita dell'economia.

I bond soffrono più delle azioni

Se la borsa per adesso sembra reagire in modo quasi irrazionale agli ostacoli che le si parano davanti, o perlomeno sembra credere a Powell quando ipotizza che gli interventi sui tassi non faranno deragliare la crescita, molto più prevedibile è la risposta dei mercati obbligazionari. 

Il rendimento sul Treasury a 10 anni è salito ai massimi dal 2019, al 2,36/38% circa, ma anche le scadenze più vicine sono in crescita, tanto che la curva dei rendimenti si sta rapidamente appiattendo. 

Gli economisti evidenziano che l'appiattimento, o l'inversione, della curva negli ultimi 40 anni, quando si è realizzato, ha sempre anticipato una recessione (tutte le ultime 8 che si sono verificate e 10 delle ultime 13). 

C'è però un notevole ritardo temporale tra l'inversione della curva e l'inizio di una recessione, una finestra durante la quale la borsa può continuare a salire. 

Tecnologici il canarino nella miniera

Addirittura un'analisi settoriale da parte di Ryan Grabinski di Strategas mostra come i ritorni dopo 12 mesi dall'inversione sono elevati. Il settore della tecnologia è quello che prima degli altri risente dell'inversione della curva (l'unico ad essere pesantemente negativo già tre mesi dopo), i difensivi, come facile immaginare, sono invece quelli che si comportano meglio successivamente all'inversione della curva. 

In ogni caso, in corrispondenza di una recessione, lo S&P500 perde mediamente un terzo del suo valore nel corso dell'anno successivo all'entrata in recessione, e il Nasdaq rischia di fare anche peggio.

Nasdaq 100, ecco lo scenario grafico

Difficile dire se il Nasdaq, con il ribasso intrapreso dal massimo di novembre a 16765 punti, abbia iniziato una correzione estesa di tutto il rialzo in atto dai minimi del 2020 oppure se si tratta solo un inciampo temporaneo. Per adesso i prezzi sono rimbalzati dopo aver testato in area 13000 la media mobile esponenziale a 500 giorni, l'equivalente della 100 settimane, quella che identifica la condizione della tendenza di lungo termine (praticamente coincidente con il 38,2% di ritracciamento del rialzo dai minimi del marzo 2020, significativo supporto ricavato dalla successione di Fibonacci). 

Il rimbalzo partito dai 13000 punti dovrà però superare almeno la media esponenziale a 200 giorni, a 14680, per poter ambire al test della prima resistenza critica, a 15250, oltre la quale tentare di recuperare i massimi di novembre a 16765 punti. 

Solo oltre quei livelli poi sarebbe possibile considerare terminata la fase correttiva in corso negli ultimi mesi e ripresa la tendenza rialzista di lungo termine. 

Se i prezzi riprendessero a scendere da qualsiasi punto inferiore ai massimi di novembre, ma in particolare se dovessero farlo senza avere prima superato area 15250, il rischio di violazione della media a 500 giorni resterà elevato. 

Sotto area 13000 atteso il test del 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi del 2020, a 11750, oppure la ricopertura del gap del 4 novembre 2020 con base a 11356 punti.

(Alessandro Magagnoli)