Obbligazioni: rischi in aumento per quelle governative

Il progressivo aumento dell’inflazione sta impattando velocemente sulle politiche monetarie delle principali banche centrali. Che succede ai bond?

L’attuale contesto macroeconomico sta diventando sempre più complesso per la classe di investimento obbligazionaria.

In una nota diffusa nei giorni scorsi, gli analisti di Marzotto Investment House hanno evidenziato che l’inflazione sta toccando livelli molto elevati a livello globale e le principali banche centrali stanno cominciando ad implementare politiche monetarie meno accomodanti, per non dire restrittive.

Inflazione su livelli elevati: ecco le cause

Le cause dell’aumento dei prezzi alla produzione e al consumo sono molteplici e vanno dallo stop di alcuni mesi nel 2020 nella produzione di beni finali ed intermedi primari, all’accaparramento di materie prime soprattutto da parte della Cina, fino alle più recenti tensioni tra Russia ed Ucraina.

Gli esperti ritengono che l’aumento dell’inflazione sia temporaneao e non strutturale.

Tuttavia, se all’inizio del 2021 era ragionevole ipotizzare che nel giro di alcuni mesi sarebbe rientrata, adesso è invece ragionevole ipotizzare che la timeline per la “normalizzazione” sia diventata di alcuni trimestri.

Obbligazioni: le più impattate dall’inflazione

Storicamente, le classi di investimento maggiormente impattate dall’inflazione e quindi da una politica monetaria restrittiva sono le obbligazioni e tutti gli strumenti finanziari direttamente o indirettamente legati ai tassi di interesse.

Nell’attuale contesto in cui le banche centrali potrebbero non solo non comprare più obbligazioni governative, ma addirittura vendere parte del portafoglio come nel caso della FED, il mercato si sta portando avanti richiedendo tassi di interesse più elevati per sottoscrivere le nuove emissioni.

Marzotto Investment House spiega che tecnicamente possiamo dire di essere in un bear market, che solo lo scoppio del conflitto tra Ucraina e Russia, con la conseguente ricerca di “safe heavens” come sono le obbligazioni, sembrerebbe in grado di rallentare.

Tassi reali saranno ancora negativi

La tesi degli analisti è che in futuro i tassi reali continueranno ad essere negativi, perché la soglia del dolore per gli investitori/consumatori si è progressivamente abbassata negli anni.

Dovessero i tassi di interesse continuare a salire, a detta degli esperti è probabile che i timori di inflazione si tramuterebbero velocemente in timori di recessione, interrompendo così la politica monetaria restrittiva da parte di alcune banche centrali.

Obbligazioni: contesto sfidante e difficile

Il contesto di investimento rimane perciò sfidante e difficile per le obbligazioni, soprattutto dopo che è stato raggiunto un supporto tecnico molto importante su molti mercati industrializzati, la cui eventuale rottura potrebbe accelerare il trend ribassista in atto.

Al di sotto di tali livelli, nondimeno, potrebbero riaffiorare compratori come assicurazioni, fondi pensione e fondazioni, attratti da rendimenti sensibilmente elevati rispetto alla media degli ultimi anni.

Concludendo, se al momento gli analisti pensano sia corretto mantenere un atteggiamento molto prudente sulle obbligazioni governative, credono possibile che nel momento in cui le criticità sulla catena produttiva dovessero cominciare ad allentarsi il mercato tornerebbe sulle obbligazioni, attratto dai rendimenti e dalle prospettive future.

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