Opa a Milano, indovina chi ti delisto

Dalle autostrade di ASTM ai tappi di Guala operazioni miliardarie in corso e in arrivo anche nel tech e nell'industria

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Nuove occasioni a Piazza Affari con la pioggia di Opa che ormai da qualche mese coinvolge diversi titoli quotati. Senza dubbio la più importante, ma ormai praticamente conclusa, è stata l’opa del Credit Agricole sul Creval, che ha registrato la conquista francese del gruppo valtellinese, ma solo dopo un aumento del prezzo offerto a 12,50 euro. Inevitabile pensare a quella ben più imponente che nei mesi scorsi ha portato Ubi Banca nel perimetro di Intesa Sanpaolo avviando quel risiko bancario di cui ancora sicuramente si parlerà nei prossimo mesi.

La più recente è invece l’opa parziale appena annunciata da CIR sul 12,28% del proprio capitale. Per 156.862.745 azioni la società di casa De Benedetti ha messo sul piatto 0,51 euro ad azione, un’offerta poco avvincente visto che propone un premio di appena il 2,78% sulla chiusura di venerdì scorso e non pone vincoli minimi di adesione. L’impiego della liquidità e l’adattamento del capitale al nuovo perimetro del gruppo (senza l’editore GEDI ormai è quasi tutto riferibile alle case di cura di KOS o alla componentistica automotive di Sogefi) sono la spiegazione dell’offerta appena annunciata.

Opa: ASTM alza l’offerta e Finpanaria punta al delisting

Un colpo di scena c’è stato invece su ASTM, la concessionaria autostradale di casa Gavio. NAF 2, l’offerente che unisce i Gavio ai francesi di Ardian, ha alzato il prezzo dell’offerta a 28 euro dai 25,6 precedenti. Significa un premio del 40,8% sui prezzi al 19 febbraio scorso. Alla proposta aveva già aderito il 31,51% del capitale oggetto di offerta, ora il nuovo esborso massimo si pone a ben 1,84 miliardi di euro e la scadenza è stata prorogata di 10 giorni, fino al prossimo 24 maggio. La soglia del successo è al 90% (anche se è prevista l’opzione di fermarsi al 66,67% escluse le azioni proprie), alcuni intermediari (da Lazard a Varenne Capital Partners a Sycomore AM) hanno già preso impegni per l’apporto di un altro 10% quasi del capitale.

Dalle banche, alle autostrade, alle ceramiche. L’offerta su Panariagroup Industrie Ceramiche a 1,85 euro è invece partita ieri e potrebbe portare fuori da Piazza Affari una società quotata da decenni. Non a caso Milena Gabanelli aveva dedicato il 9 maggio la sua Data Room a quel maledetto raccordo autostradale da 27 chilometri che il distretto ceramico di Sassuolo, il più importante d’Italia, aspetta dal 1985 (con il primo ok del CIPE solo nel 2001 e l’opera ancora in panne mentre migliaia di camion affollano la statale e il distretto perde competitività). Il prezzo di offerta per Panariagroup è del 20,8% a premio sui corsi del 31 marzo, giorno di annuncio della proposta di Finpanaria. I corsi attuali da 1,85 euro sono attualmente superiori all’offerta, ma c’è solo il 25,11% del capitale e la soglia obiettivo del 90% minimo del capitale non è troppo distante dal 70,18% del capitale già detenuto dall’offerente Finpanaria.

Opa da circa 300 mln su Guala Closures

La lista sarebbe incompleta senza il caso Guala Closures: SPSI (la lussemburghese Special Packaging Solutions Investments S.à r.l. che per il 92% è di Investindustrial VII), ha lanciato un’offerta obbligatoria sul 46% del capitale a 8,20 euro a titolo. Coinvolti anche i warrant (0,30 euro la proposta in questo caso). In soldoni si tratta di poco meno di 300 milioni di euro, cui vanno aggiunti di 3,78 mln dei warrant per il calcolo dell’esborso massimo complessivo. Guala tratta in queste ore a 8,27 euro, appena sopra il prezzo dell’offerta che scadrà il 7 giugno. Il premio del 17,143% è stato calcolato dall’offerente sui 7 euro del 7 dicembre del 2020, prima degli annunci delle compravendite iniziali, degli accordi di Co-Investimento che hanno portato all’obbligo di opa. L’obiettivo, anche in questo caso, è la revoca dalle quotazioni.

Opa: ATS delista CFT ed Elettra investimenti entra in Cogeninfra

Si è conclusa a marzo l’offerta volontaria di ATS sui CFT, operazione del tutto diversa da 4,6 euro a titolo che ha portato alla revoca dalle quotazioni.

È ancora in corso invece l’opa di Orizzonte Uno su Elettra Investimenti, società dell’AIM Italia attiva nel settore energetico. Finirà (salvo proroghe il 21 maggio). Orizzonte Uno (90% Cogeninfra e 10% B Fin) ha messo sul piatto 10,6 euro per ogni azione ordinaria (1,60 euro per l’offerta volontaria sui warrant) con un premio del 16,48% sui valori del 15 marzo, quando è stato annunciato l’accordo di investimento tra Cogeninfra, B FIN e Fabio Massimo Bombacci. Obiettivo è in questo caso il delisting nel breve e la creazione di un campione del teleriscaldamento, della cogenerazione e dell’efficienza energetica. I corsi da 10,5 euro di queste ore lasciano supporre un’uscita del titolo dal mercato verso il nuovo perimetro.

Poteva uscire dal mercato anche Edison con la conversione volontaria delle risparmio, ma ha aderito appena lo 0,046% del capitale di categoria (circa 50 mila azioni). Si tratta comunque di una cosa piccola, come la conversione delle risparmio di Saipem in ordinarie: ci sono 15.980 risparmio convertibili che però valgono 44 euro contro i 2,03 circa delle ordinarie. Diciamo non proprio un affare. Inevitabile però tornare a chiedersi se un'operazione ben più imponente sarà mai avviata sulle risparmio più chiaccherate di Piazza Affari: quelle di TIM.

Né vanno trascurati i warrant: a febbraio la SIT Technologies di Federico De Stefani che controllava allora il 74,48% della quotata SIT ha lanciato un’offerta su tutti i warrant in circolazione, quasi 4,2 milioni di titoli di questa categoria. Non si era mai verificata la condizione dell’esercizio del prezzo strike (9,30 euro ad azione contro i 7,46 euro di queste ore), quindi è stati proposti 0,40 euro a titolo.

Revoca che ha avuto successo nel caso di Techedge, con Temistocle che ha delistato a marzo il titolo pagando 5,4 euro ad azione in un’operazione da circa 60 milioni di euro.

Di certo tra grandi e piccole società, tra piccole e grandi operazioni, non mancano le ridefinizioni del perimetro delle quotate a Milano. Le cause di queste operazioni straordinarie sono le più diverse, dai prezzi in qualche caso resi convenienti dalla pandemia, ai progetti industriali dentro altre realtà.

Sicuramente però le numerose operazioni appena elencate non saranno le ultime di Piazza Affari quest’anno. 

(Giovanni Digiacomo)