Il pessimismo ha le gambe corte

Quella appena passata doveva essere una settimana correttiva, per digerire gli eccessi rialzisti accumulato con il rally di primavera. E così è stato, poiché il saldo settimanale rispetto al venerdì precedente è stato negativo sui principali indici azionari USA ed europei.

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Quella appena passata doveva essere una settimana correttiva, per digerire gli eccessi rialzisti accumulato con il rally di primavera. E così è stato, poiché il saldo settimanale rispetto al venerdì precedente è stato negativo sui principali indici azionari USA ed europei.

Ma la perdita è stata molto lieve, quasi per tutti inferiore al punto percentuale e, soprattutto, il rimbalzo degli indici dai minimi settimanali è stato piuttosto veloce, nonostante la notizia divulgata da Bloomberg giovedì scorso sulle intenzioni di Biden di raddoppiare la tassa sul capital gain per gli americani più ricchi.

Lo spavento è durato poco, poiché si è capito che le indiscrezioni erano più basate sulla propaganda che su fatti imminenti. Del resto un provvedimento simile non si può approvare tanto facilmente ed una maggioranza di un solo voto al Senato non appare sufficiente. Pertanto venerdì gli indici USA hanno classificato le intenzioni di Biden come simili a quelle del “can che abbaia, ma non morde” e  SP500 ha provato addirittura ad annullare la perdita rispetto al venerdì precedente. A mezz’ora dalla fine degli scambi sembrava perfino esserci riuscito, dato che con un guizzo rialzista ha persino  migliorato il massimo storico di 3 punti, portandolo a 4.194 punti, ad un soffio dalla barriera psicologica dei 4.200. Poi il pudore ha preso il sopravvento ed un arretramento negli ultimi minuti ha fissato la chiusura di settimana 5 punticini al di sotto dell’ultimo valore della settimana precedente.

Così è stato dato il contentino sia ai pessimisti, che possono vedere la settimana ribassista, che agli  ottimisti che possono godere del nuovo record storico e pensare che la correzione sia già finita.

La mia sensazione è che l’ottimismo debba prevalere. I minimi della correzione dovrebbero essere già stati fatti proprio con il doppio test avvenuto in settimana dell’area intorno a 4.120, che è il primo supporto incontrato dalla ritirata dagli eccessi rialzisti del rally.

Mi rendo conto che si tratta proprio soltanto del minimo sindacale che il toro ha concesso all’orso. Ma all’interno di un’onda (3), la più impulsiva che può capitare, non si può pretendere a tutti i costi di vedere correzioni maggiori. Se dovesse succedere ritengo comunque difficile che venga superato al ribasso il supporto successivo, cioè area 4.070.

Ma l’ipotesi che ora per me è predominante è quella che la correzione sia finita, per cui dovremmo assistere fin da questa settimana allo sviluppo dell’onda 5 di (3), che dovrebbe maturare con un primo movimento al rialzo che vada a superare quota 4.200, seguito da un piccolo e veloce arretramento e quindi l’esplosione dell’impulso centrale dell’onda 5, che porti l’indice a ridosso di quella quota 4.400 che dovrebbe essere l’obiettivo di tutto il movimento primaverile ed estivo.

Eurostoxx50 sta seguendo con un po’ più di fatica il ritmo dettato dagli indici americani. Venerdì ha chiuso la settimana con un passivo leggermente superiore a quello di SP500, ma dovrebbe anch’esso approfittare della forma smagliante dell’economia USA, molto più rampante di quella europea, che pare un po’ impantanata tra l’intensificazione delle vaccinazioni ed il travagliato avvio del progetto di ricostruzione post-pandemica Next Generation EU. 

I giorni scorsi però hanno tolto di mezzo un ostacolo non di poco conto, cioè la Corte Costituzionale tedesca, che ha approvato, senza fare le bizze, il progetto comunitario, riconoscendolo compatibile con la Costituzione tedesca. La notizia è buona poiché sblocca la procedura per la raccolta sul mercato degli Eurobond con cui verranno finanziati i Recovery Plan dei vari paesi aderenti, che in questi giorni stanno per essere recapitati alla Commissione UE per l’esame di conformità ai dettati del Next Generation EU. Se tutto andrà per il verso giusto la prima tranche dei 750 miliardi complessivi previsti arriverà prima delle ferie ai paesi più colpiti dalla pandemia (Italia, Spagna e Polonia sono i maggiori beneficiari).

E’ chiaro che i mercati hanno l’acquolina in bocca ed attendono con bramosia l’arrivo di quest’altra pioggia di liquidità, che si unirà a quella distribuita recentemente da Biden agli americani.

La settimana sarà anche animata da una bordata di trimestrali da parte dei big tecnologici e non solo. Dopo l’assaggio offerto dai profitti record delle grandi banche USA, il mercato si aspetta exploit anche da parte dei bestioni del Nasdaq. E ultima, ma non per importanza, arriverà giovedì prossimo anche la prima stima del PIL USA del primo trimestre 2021. La previsione degli analisti è per uno smagliante +6,5% annualizzato, che cancelli la pandemia almeno dalle statistiche economiche.