Petrolio, nel 2022 consumi al livello del 2019

Il consumo di greggio è destinato ad aumentare nei prossimi mesi, sul fronte dell’offerta si riscontrano invece rigidità. E’ adesso il momento di comprare?

Petrolio, nel 2022 consumi al livello del 2019

Il consumo di greggio è destinato ad aumentare nei prossimi mesi, sul fronte dell’offerta si riscontrano invece delle rigidità. E’ adesso il momento di comprare?

La IEA alza le stime per il 2022

La IEA (in italiano AIE, Agenzia Internazionale per l’Energia con sede a Parigi), nel suo ultimo rapporto mensile ha migliorato le stime di crescita della domanda globale di petrolio alzandole di 200mila barili al giorno sia per il 2021 sia per il 2022, quando la domanda dovrebbe raggiungere i 99,7 milioni di barili al giorno (200mila più rispetto al 2019). Nell’ultimo trimestre del 2021 l’aumento della domanda di greggio ha superato le precedenti stime di 345mila barili arrivando a 1,1 milioni di barili per un totale di 99 milioni di barili al giorno.

Nel report si legge che le misure prese dai governi per contrastare la pandemia sono efficaci e che quindi l’effetto del Covid sull’attività economica e sulla domanda di petrolio è modesto: “The number of Covid cases is exploding world-wide but measures taken by governments to contain the virus are less severe than during earlier waves and their impact on economic activity and oil demand remain relatively subdued”. Le restrizioni alla mobilità dovrebbero essere minime e in ogni caso è possibile che entro la fine del primo trimestre una larga parte della popolazione sia immunizzata, o per effetto dei vaccini o per essersi contagiata. 

Nel 2022 recuperati i livelli di consumo del 2019

La crescita 2021 sale quindi a 5,5 milioni di barili giornalieri, quella per il 2022 a 3,3 milioni. Grazie a questa nuova stima il consumo globale di greggio dovrebbe raggiungere il livello precedente la pandemia di Covid-19, di 99,7 milioni di barili al giorno, già nel 2022. Nel 2021 l’offerta globale di petrolio era aumentata di 1,6 milioni di barili, nel corso di quest’anno l’aumento dovrebbe raggiungere i 6,2 milioni di barili al giorno. A rendere possibile l’aumento saranno l’Arabia Saudita, mentre Usa, Canada e Brasile dovrebbero arrivare a produrre l’ammontare più elevato di sempre. 

Usa, produzione in aumento

La IEA prevede per gli Usa un aumento della produzione di 1 milioni di barili giornalieri a 17,7 milioni, 4,4 milioni dovrebbero invece provenire dall’OPEC+ (1,5 milioni in più nel primo trimestre, 1,7 milioni nel secondo). La Russia potrebbe invece fermarsi a 10,2 milioni di barili al giorno, 130mila in meno delle stime precedenti. 

Il problema della scorte

Gli incrementi alla produzione andranno anche a ripopolare scorte, che a novembre sono risultate in calo di 354 milioni di barili su base annua a 2,756 miliardi di barili, sui livelli più bassi degli ultimi sette anni. I dati preliminari di dicembre evidenziano un ulteriore calo di 45,2 milioni di barili, il 35% in più della contrazione normalmente registrata in questo periodo dell’anno. 

Il rischio che il mercato resti in deficit, o nella migliore delle ipotesi in equilibrio, esiste, soprattutto se gli effetti della pandemia saranno, come sembra, meno forti delle previsioni, rimane quindi alta la probabilità che anche il 2022 sarà un anno caratterizzato da una forte volatilità dei prezzi, in particolare al rialzo. Queste la parole della IEA “if demand continues to grow strongly or supply disappoints, the low level of stocks and shrinking spare capacity mean that oil markets could be in for another volatile year in 2022”.

L’OPEC+ non fa fronte alla domanda

L’OPEC+ il mese scorso ha prodotto 790mila barili giornalieri in meno di quanto preventivato, gli aumenti di produzione previsti sulla carta potrebbero quindi non realizzarsi nei fatti. Il mese scorso la produzione alla fine è cresciuta solo di 130.000 barili al giorno a 98,6 milioni.

Da non sottovalutare poi l’effetto dell’aumento del prezzo del gas naturale, che ha fatto crescere la domanda di petrolio, un mutamento quantificabile secondo l’IEA in 100mila barili al giorno.

Le stime dell’OPEC sono che nel 2021 la domanda sia cresciuta di 5,7 milioni di barili a 96,4 milioni di barili al giorno. Per il 2022 le attese sono di una crescita della domanda di 4,2 milioni bg.

Goldman Sachs vede il Brent a 100 dollari

Secondo Goldman Sachs il greggio potrebbe raggiungere i 100 dollari già entro il terzo trimestre, il prezzo medio del Brent per il 2022 viene alzato a 96 dollari dai precedenti 81, mentre nel 2023 potrebbe stabilizzarsi in area 105 dollari (20 in meno nella stima precedente). Secondo Goldman le scorte dei paesi OCSE potrebbero scendere ai minimi dal 2000 entro l’estate.

Etf su oil, è il momento di comprare?

Che fare con gli strumenti correlati al petrolio, ad esempio il WISDOMTREE BRENT CRUDE OIL (JE00B78CGV99)? I prezzi si sono stabilizzati nelle ultime sedute al di sopra dei massimi di novembre a 32,01 dollari, fino a che questo supporto verrà rispettato le attese favoriranno il proseguimento del rialzo. Primo target a 39 dollari circa, successivo a 42,50 dollari. Nel breve termine una flessione dopo la recente cavalcata rialzista è possibile, in termini di timing di intervento potrebbe quindi forse essere opportuno attendere una flessione per intervenire al rialzo, avendo ben presente che al di sotto di area 32 lo scenario positivo subirebbe un duro colpo.

(Alessandro Magagnoli)

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