Summit Biden-Putin blocca il prezzo del petrolio

Il petrolio rischia di raggiungere a breve il prezzo di 100 dollari al barile. Ciò che sta mantenendo un debole equilibrio sul prezzo, è l'aumento della produzione da parte dell'Iran e se ci fosse un accordo tra Stati Uniti e Iran, questo potrebbe potenzialmente aggiungere al mercato oltre 1 milione di barili al giorno e potrebbe calmare l'aumento apparentemente inarrestabile dell'oro nero. In tutto questo, è necessario che si calmino le acque in Ucraina. Scopriamo i dettagli nell'articolo.

Image

La notizia dell'incontro tra Biden e Putin si è diffusa nella notte e ha avuto subito un effetto importante sul petrolio, bloccando il suo prezzo che fino a quel momento stava sfiorando i 93 dollari al barile.  

Il Wti del Texas sta scambiando il petrolio a 91,1 dollari al barile, il Brent diminuisce dello 0,2% arrivando a toccare i 93,3 dollari. Le borse comunque aprono in rialzo, grazie alla notizia del vertice tra Biden e Putin. Anche i future dei mercati europei sono positivi.

Intanto ci si chiede cosa faranno per banche centrali del mondo per tentare di contenere questa inflazione galoppante e che non sembra affatto destinata a terminare nel breve periodo.  

Il dollaro intanto si è indebolito, mentre l'euro è salito dello 0,46% a 1,137 dollari in apertura. Rialzo anche per il rublo che rimbalza dell'1%.

Intanto la corsa all'oro, classico bene rifugio soprattutto in tempi di incertezza come questi, che era iniziata qualche mese fa, dopo le voci di guerra che si rincorrevano, ha rallentato dopo la notizia di un incontro Putin-Biden. Il calo è dello 0,4%.

Petrolio: la speculazione dei giorni scorsi ha fatto ballare il suo prezzo di mercato

La speculazione, secondo Henry Ford, è stato sempre un mezzo per "fare soldi, manipolando i prezzi" e questo è quanto di più appropriato si possa affermare in questo periodo, mentre si osservano i movimenti del prezzo del petrolio che fanno su e giù.

All'inizio della scorsa settimana, il mercato era in fermento con la speculazione riguardante Usa e Iran e i rumors secondo i quali si stava per ritirare fuori l'accordo nucleare di Teheran del 2015, con le potenze mondiali.

La speculazione sul rilancio dell'accordo ha fatto scendere i prezzi del petrolio, nonostante le tensioni geopolitiche in Ucraina. Poi, pochi giorni dopo, la speculazione secondo cui non ci sarebbe stato nessun accordo, ha fatto balzare il prezzo del petrolio ai livelli più alti degli ultimi sette anni.

Un accordo tra Stati Uniti e Iran potrebbe potenzialmente aggiungere al mercato oltre 1 milione di barili al giorno e potrebbe calmare l'aumento apparentemente inarrestabile dell'oro nero che si avvicina ai cento dollari al barile

Pertanto mentre l'incontro tra diplomatici provenienti da Stati Uniti, Europa, Russia, Cina e Teheran, è seguito da vicino dai mercati petroliferi, anche la situazione in Ucraina viene tenuta sott'occhio, perché anche questa situazione ha le sue importanti ripercussioni sul mercato del petrolio.

Com'è variato il prezzo del petrolio nell'ultimo anno?

Il prezzo del Brent è salito del 50% l'anno scorso, poiché la domanda post-pandemia ha messo a dura prova l'offerta. Da gennaio, il greggio Brent è aumentato del 20% e sta accelerando verso l'assurda cifra di 100 dollari al barile.

Le tensioni nell'Europa orientale, o tra Washington e Teheran, potrebbero anche allentarsi, ma l'attuale squilibrio tra domanda e offerta sui mercati petroliferi non è destinata a terminare così presto e questo provoca un normale innalzamento del prezzo del petrolio.

Vale la pena notare che, nonostante le sanzioni internazionali, le esportazioni di petrolio iraniano sono salite a oltre 1 milione di barili al giorno per la prima volta in quasi tre anni. Tutto questo greggio è quasi interamente esportato in Cina.

Il ministro del petrolio iraniano Javad Owji ha recentemente affermato che la produzione di Teheran è ora vicina al livello precedente al ritiro degli USA dall'accordo nucleare.

Il petrolio iraniano potrebbe essere una delle soluzioni per non far alzare maggiormente il prezzo

Un rapporto dell'OPEC di questo mese stima che la produzione di greggio iraniano per il 2021 sia stata in media di 2,4 milioni di barili al giorno, un forte aumento rispetto agli 1,9 milioni di barili al giorno dell'anno precedente.

L'OPEC e i suoi alleati non sono in grado di aumentare l'offerta. Un recente rapporto BloombergNEF rivela che 15 dei 19 paesi con chiari obbiettivi di produzione non sono riusciti a raggiungerli entro gennaio, con la produzione dell'OPEC in aumento di soli 65.000 barili al giorno il mese scorso, raggiungendo solo un quarto dell'aumento programmato.

In questo contesto, l'Iran sembra nella posizione migliore per essere in grado di aumentare rapidamente l'offerta globale di almeno 700.000 barili al giorno, ma questo può accadere solo nel caso in cui vengano ritirate le sanzioni internazionali verso l'Iran.

Basterebbe tutto questo per evitare che il petrolio raggiunga i cento dollari al barile?

Il gruppo di ricerca IHS Markit prevede che la domanda mondiale di petrolio crescerà tra 3,8 milioni di barili al giorno e 4 milioni di barili al giorno da gennaio a dicembre.

Bisogna tenere presente che solo l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sembrano avere quantità significative di capacità di produzione inutilizzata, e nessuno dei due sembra avere fretta di arginare i prezzi attuali o di farli abbassare. In questo contesto non sembra probabile che lo sblocco del petrolio iraniano farà molta differenza per direzione di marcia dell'olio.

E' probabile che le sanzioni contro l'Iran vengano revocate a breve?

Washington ha suggerito che un accordo con l'Iran è vicino. Il pericolo, secondo i rapporti del mercato, è che i continui progressi di Teheran nel suo programma nucleare significhino proprio che un accordo con gli Stati Uniti è vicino.

L'Iran, però, rimane ancora nella lista nera della Financial Action Task Force, l'organismo di controllo globale del riciclaggio di denaro. È questa realtà che ha riportato Teheran al tavolo dei negoziati, insieme al desiderio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di riparare il danno causato dal suo predecessore all'accordo nucleare originale.

Tuttavia, accordo o non accordo, il petrolio iraniano attualmente si sta dirigendo solo in una direzione, ovvero in Cina. Riportare il petrolio iraniano sul mercato modererebbe sicuramente la crescita dei prezzi, ma non gli impedirebbe di sfondare la barriera dei 100 dollari.

Per controllare il prezzo del petrolio è necessario un "cessate il fuoco" serio nell'Ucraina dell'Est

Serve un immediato cessate il fuoco nell’Ucraina dell’Est. Dopo le ripetute violazioni avvenute tra venerdì e domenica sia da parte delle milizie delle autoproclamate Repubbliche separatiste sia delle truppe regolari dell’esercito di Kiev, sembra essere stata raggiunta una distensione grazie anche alla mediazione di Macron.

Da Putin continuano ad arrivare dichiarazioni contrastanti. Prima afferma che all’origine dell’escalation di queste ore nelle regioni orientali dell’Ucraina sono proprio le “provocazioni” dell’esercito di Kiev, successivamente dice che ritirerà le truppe dalla Bielorussia al termine delle esercitazioni in corso. Una cosa è certa: Putin ha sempre negato di avere intenzione di invadere l'Ucraina.

Nel frattempo, Berlino e Parigi hanno raccomandato a tedeschi e francesi di abbandonare subito l’Ucraina e anche la Nato ha trasferito il suo staff ucraino dalla capitale Kiev alla città di Leopoli  e a Bruxelles per “ragioni di sicurezza”.