L’ultima seduta della settimana si è conclusa con il segno più per il petrolio che, pur limitando i guadagni rispetto ai top di giornata, ha terminato gli scambi in salita.
Petrolio: la settimana si chiude in rialzo
Dopo aver archiviato la giornata di ieri con un nulla di fatto, fermandosi sulla parità, l’oro nero ha ripreso la via dei guadagni oggi.
Le quotazioni nell’intraday si sono spinte anche oltre la soglia dei 91 dollari al barile, per poi ripiegare e terminare gli scambi a 90,05 dollari, con un rialzo dello 0,47% rispetto al close di ieri.
La Russia vieta le esportazioni di benzina e diesel
Ieri la Russia ha temporaneamente vietato le esportazioni di benzina e diesel verso tutti i Paesi, al di fuori di alcuni membri dell’Unione economica eurasiatica, al fine di stabilizzare il mercato interno.
Il divieto entrerà in vigore il 21 settembre, non ha una data definitiva e si ritiene possa durare poche settimane.
Negli ultimi mesi la Russia ha sofferto la carenza di benzina e diesel, con un conseguente aumento dei prezzi all’ingrosso del carburante.
Focus su export russo
Gli analisti di Equita Sim evidenziano che a settembre le esportazioni dalla Russia ammontavano in media a circa 600-650mila barili al giorno al giorno di diesel.
Le esportazioni di diesel sono diminuite di circa il 30% rispetto alla media di agosto, pari a circa 900mila barili al giorno, poiché le raffinerie sono state sottoposte a manutenzione stagionale e i produttori hanno reindirizzato una maggiore quantità di carburante verso il mercato interno a seguito degli sforzi del governo per abbassare i prezzi. L’export russo rappresenta circa il 3% dei consumi globali del prodotto.
La decisione della Russia ha avuto un impatto immediato in particolare sul diesel: il crack dei futures Gasoil/Brent a 1 mese è salito a 35 dollari al barile, mentre il differenziale sui prezzi spot è prossimo ai 40 dollari al barile.
Divieto Russia: buone notizie per Saras e Repsol
Gli analisti di Equita SIM ritengono che la notizia abbia implicazioni positive per i titoli più esposti alla raffinazione e al mix sul diesel, come Saras e Repsol, che hanno in parte già reagito nella seduta di ieri.
Sebbene gli esperti ritengano che il ban possa essere solo di carattere temporaneo e di breve periodo, il crack dovrebbe ragionevolmente mantenersi elevato tra fine settembre e ottobre, con implicazioni positive sulle stime, ricordando che gli analisti di Equita SIM si attendevano una normalizzazione nel quarto trimestre per la stagionalità.
Parte del rialzo del crack del diesel è compensato dal maggior valore del greggio che viene “perduto” in fase di processo.
La SIM milanese evidenzia che la sensibilità di un 1 dollari al barile di crack diesel per Saras è del 7% sull’EBITDA su base annua e del 2% per Repsol.