Bollettino BCE: nel 2022 Pil Eurozona +4,2%, ecco il quadro

È meno di quanto previsto a settembre, ma ci sarà una ripresa vigorosa. Nel primo trimestre si tornerà ai livelli pre-crisi. La pandemia e le strozzature degli approvvigionamenti frenano le attività e complicano il quadro, ma il recupero è solido.

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In questi primi tre mesi del 2022 il Prodotto interno lordo dell’Eurozona dovrebbe riuscire a superare il livello precedente la pandemia. Ma siamo ancora di fronte a una ripresa strozzata. Dalla pandemia soprattutto, ma anche dai colli di bottiglia sul fronte dell’offerta che penalizzano la manifattura globale mentre il comparto dei servizi cerca di riaprirsi fra le recrudescenze dei contagi. Sono queste alcune delle indicazioni dell’ultimo Bollettino economico della BCE, che offrono l’occasione di riflettere sulle attuali prospettive dell’economia.

Il quadro è in chiaroscuro. Il 2022 dovrebbe ancora segnare un forte recupero, ma dopo il +5,1% del Pil dell’Eurozona stimato per il 2021, si calcola un +4,2% quest’anno (rivisto al ribasso) e un +2,9% nel 2023 (rivisto invece al rialzo). A settembre gli esperti della Bce ritenevano insomma un ritorno al livello pre-crisi già nell’ultima parte dell’anno appena trascorso, ora ritengono che avverrà in questi primi tre mesi del 2022.

Il combinato di una riesplosione dei casi di Covid (con relative restrizioni) e dell’intensificarsi recente delle strozzature mondiali sul fronte dell’offerta ha quindi complicato il quadro. Bisogna quindi tirare ancora il fiato, anche se verso la fine dell’anno ci dovrebbe essere una forte ripresa con il venire meno delle strozzature nelle forniture.

Visto che si parla soprattutto (ma non solo) di energia e prezzi, viene naturale sbirciare le previsioni dell’inflazione che stimano una crescita annua del 2,6% nel 2021 e quindi una crescita al 3,2% nel 2022 e una moderazione all’1,8% nel 2023 e nel 2024. Ancora una volta livelli rivisti al rialzo rispetto alle proiezioni di settembre e pure per l’inflazione sottostante, quella senza energia e alimentari, stimata all’1,4%, all’1,9%, all’1,7% e all’1,8% fra il 2021 e il 2024.

Il Bollettino della BCE: strozzature

La parola strozzature, che traduce i bottleneck che tarpano le ali della ripresa globale insieme alla pandemia, ricorre 78 volte in Bollettino di 180 pagine, quasi una volta ogni due pagine. Sono dunque una criticità importante e sorvegliata, ma che si ritiene possa allentarsi a partire dal secondo trimestre di quest’anno per riassorbirsi del tutto entro il 2023.

Si tratta di difficoltà dell’offerta a star dietro a una domanda vigorosa che includono, per esempio, i volumi di produzione e di trasporto dei semiconduttori. C’è già però qualche segnale di ripresa, per esempio di recente negli Stati Uniti e in Cina si sono ridotti i tempi di attesa e i costi del trasporto marittimo.

Resta comunque una forte criticità su più fronti. Il problema delle interruzioni nelle catene di approvvigionamento è sfaccettato e il Bollettino gli dedica un apposito riquadro. Si compone di difficoltà nel settore logistica e trasporti, di carenza di semiconduttori, di restrizioni legale alla pandemia, di carenza di manodopera. Per esempio il trasporto marittimo delle merci ha subito un forte impatto da ritardi e disguidi nella movimentazione dei container dovuti alla difficoltà di inseguire una rapida ripresa della domanda, ma anche alla chiusura dei porti collegata a focolai di Covid localizzati e asincroni. I tempi di consegna si sono allungati negli ultimi mesi per un periodo più prolungato che durante il primo shock del Covid e questo sta colpendo molto di più Stati Uniti, Europa e Regno Unito rispetto alle economie emergenti.

Il prodotto del settore manufatturiero ne ha subito un duro impatto nel quarto trimestre del 2021. Le carenze di materiali, attrezzature e spazio – di gran lunga il fattore più limitante dell’attività manufatturiera nell’Eurozona nel secondo, terzo e quarto trimestre - sono aumentate dal secondo trimestre dell’anno scorso fino a livelli senza precedenti. L’ultimo quarto del 2021 ha visto la crescita del settore industriale limitata fino ad appena lo 0,1% sui tre mesi precedenti (al netto delle costruzioni, in calo collegato anch’esse dello 0,6% nel terzo trimestre).

Il rischio è che queste strozzature persistano per gran parte del 2022.

Il futuro corso della pandemia rimane ancora il rischio principale e, affiancando quello dei tempi di risoluzione delle strozzature, rappresenta una minaccia alla ripresa e alle prospettive dell’economia, ma va ricordato che complessivamente il Consiglio direttivo della Bce ritiene ancora che i rischi per le prospettive economiche siano bilanciati e ha ribadito che quest’anno si prevede una solida ripresa dell’economia (al 4,2% come detto), anche se un po’ inferiore rispetto alle attese.

(Giovanni Digiacomo)