Secondo quanto riporta Bloomberg, i private equity sarebbero in manovra sul consumer di GlaxoSmithKline (Gsk). Business che sembrava non volesse nessuno ma che potenzialmente vale 40 miliardi di sterline (pari a oltre 47 miliardi di euro), forte di un portafoglio di prodotti che va dal dentifricio Aquafresh, all'antidolorifico Voltaren, all'integratore Multicentrum. Mentre la big pharma britannica lavora con Goldman Sachs e Citigroup allo spin-off, con relativa quotazione, la divisione avrebbe attirato l'interesse di colossi da entrambe le sponde dell'Atlantico come Advent International, Blackstone, Carlyle Group, Cvc Capital Partners, Kkr & Co. e Permira.
Private in manovra su Consumer Health di Gsk. Vale 47 miliardi
In giugno la contestata chief executive Emma Walmsley, da tempo sotto pressione da parte del fondo attivista Elliott Management (cui più di recente si è accodato anche Bluebell Capital Partners), aveva presentato il piano per la separazione delle attività. Due le società quotate che nasceranno: Consumer Health, appunto, e New Gsk, ovvero le attività farmaceutiche a maggiore profittabilità, in cui rientra, per esempio, il settore dei vaccini, di cui Glaxo rimane leader globale nonostante il "fiasco" del Covid-19. Defaillance quasi dimenticata dopo l'annuncio epocale di settimana scorsa dell'approvazione da parte della World Health Organization (Who, in italiano Oms, l'organizzazione mondiale della sanità) del vaccino contro la malaria, su cui Gsk lavorava da 30 anni.
Gsk lavora all'Ipo del consumer ma valuta l'interesse dei private
Discorso molto più complesso quello che riguarda le attività consumer, che garantiscono immensi ricavi ma anche una marginalità ben più limitata. Il business è passato dalle joint venture con Novartis prima e Pfizer dopo, entrambe in un modo o nell'altro tiratesi fuori (anche se la big pharma newyorkese, che detiene ancora oltre il 30% del capitale, aspetta di monetizzare dall'Ipo o da una vendita). Gsk ne aveva trattato la vendita anche con altri colossi attivi nel settore come Reckitt Benckiser, Johnson & Johnson e Procter & Gamble. Senza successo. Ora, però, sono arrivati i private. Sta a Gsk valutare se una vendita possa fruttarle di più rispetto a un collocamento.
M&A record nel 2021 anche nel pharma. Private equity protagonisti
Quel che è certo è che il settore farmaceutico, "alto o basso" (medicinali coperti da brevetto o da banco), è diventato molto attivo di recente. A fine settembre Merck & Co. (come Gsk delusa dalle oppurtunità perse nei vaccini sul coronavirus, ma come Gsk rifattasi grazie al suo antivirale per la cura della malattia), ha annunciato una delle maggiori acquisizioni della sua storia, quella di Acceleron Pharma, biotech specializzata in malattie rare. Ed è solo una dei deal più recenti. In una congiuntura caratterizzata da bassi costi di finanziamento e liquidità in eccesso il 2021 si sta rivelando come un anno da record per l'M&A con, ovviamente, i private equity a giocare un ruolo da protagonista. E Gsk? La reazione sul mercato per ora c'è stata, con il titolo della big pharma in rally di circa il 3% a Londra, a fronte di un Ftse 100 in moderato declino. (Raffaele Rovati)