Quotazione del petrolio in discesa: l’esaurimento è vicino?

Perché la quotazione del petrolio sta scendendo, per quanto scenderà e quanto sono alte le probabilità che il prezzo possa esplodere e risalire nuovamente.

Il settore energetico subisce giorno dopo giorno forti ripercussioni e la forte volatilità rende il comportamento dei prezzi delle materie prime come il petrolio imprevedibili.

L’8 Marzo il petrolio Brent e il WTI hanno raggiunto massimi che non toccavano dal lontano 2014, per quanto negli ultimi giorni la forte impennata ha dato i suoi primi segni di resa, in molti ancora si chiedono che cosa succederà nei prossimi giorni, settimane e mesi.

In questo articolo cercherò di analizzare quanto il settore energetico sia stato compromesso con l’arrivo della guerra tra la Russia e l’Ucraina e dalle pesanti sanzioni che minano l’approvvigionamento di materie prime da parte di nazioni largamente dipendenti dalla Russia.

Scoprirai qual è la differenza tra il petrolio Brent e il WTIperché i prezzi si stanno muovendo all’impazzata e cosa potrà causare una loro diminuzione o un loro aumento.

Nel seguente video, intitolato: “Guerra in Ucraina: che succede alla benzina?“, realizzato dal canale Youtube “Breaking Italy“, vengono sviscerate le principali cause dei rincari dei prezzi del petrolio durante questo periodo caotico.

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La quotazione del petrolio di oggi

Per comprendere meglio le principali forze che stanno causando drastici aumenti e crolli dei prezzi è necessario addentrarsi nella districata situazione geopolitica che sta andando a crearsi.

Più precisamente nel conflitto tra la Russia e l’Ucraina, il quale sta pesantemente influendo negli equilibri sia dell’oriente che dell’occidente.

Secondo i dati esposti dall’Eurostat, il 43,9% di gas naturale importato dall’Europa durante il 2020 proveniva dalla Russia, mentre nel primo semestre del 2021 si è alzato raggiungendo il 46,8%.

Per quanto riguarda il petrolio invece le percentuali si abbassano, raggiungendo il 26,9% nel 2019.

L’attuale conflitto ha portato all’imposizione di pesanti sanzioni nei confronti della Russia e una parziale separazione delle numerose connessioni con le differenti nazioni europee.

Come ad esempio i voli degli aerei ma anche una più influente chiusura dello SWIFT, ovvero il sistema d’intermediazione finanziaria che permette alle banche delle differenti nazioni di effettuare transazioni, questa penalizzazione ha pesantemente influenzato il crollo del rublo costringendo le banche in Russia a chiudere temporaneamente i mercati.

Molto interessante anche il confronto fra il prezzo netto e lordo di benzina, gasolio e GPL, i quali hanno subito pesanti rincari dovuti anche da un’incidenza delle imposte molto alta, la quale, tra accise e IVA si aggira intorno il 50% per la benzina.

L’aumento del prezzo è definito anche dal cambio tra euro e dollaro, è ormai da diversi mesi che il dollaro sta aumentando il suo valore rispetto l’euro, compiendo delle forti impennate soprattutto in queste ultime settimane.

Quando l’euro è più forte rispetto al dollaro puoi comprare da quest’ultimo più petrolio da raffinare, mentre se è più debole, ne compri di meno. 

Differenze tra il petrolio WTI e il Brent

A un attento osservatore sicuramente sarà capitato di notare che il WTI e il Brent presentano sempre prezzi differenti ma correlati, questo perché appartengono a due categorie differenti di petrolio, queste due categorie si differenziano principalmente dal luogo di estrazione, dalla tipologia di strumenti utilizzati per l’estrazione e dalla loro composizione.

Per quanto riguarda l’estrazione, essendo situati in luoghi differenti, la variazione del prezzo può subire grosse modifiche anche da un punto di vista geopolitico, il quale sicuramente avvantaggerà la quotazione del petrolio delle nazioni che riusciranno a ottenere posizioni vantaggiose durante i conflitti.

Il luogo di estrazione è determinante anche per il percorso che il petrolio dovrà compiere per essere raffinato e quindi dalla quantità delle conseguenti spese aggiuntive, importante nel petrolio greggio è l’OPEC, il quale si occupa di controllare i prezzi.

Per quanto riguarda invece la composizione, un elemento fondamentale a cui occorre prestare attenzione è la densità, l’American Petroleum Institute fornisce una scala di valutazione, secondo questa scala è possibile determinare la fluidità a temperatura ambiente del petrolio dolce, maggiore è la fluidità e minori saranno i costi di raffinazione.

Qui sotto troverai le principali differenze tra WTI e Brent:

  • A differenza del WTI il Brent viene estratto nel Mare del Nord, in aree marine limitrofe al Regno Unito, alla Danimarca, Germania, Norvegia, Paesi Bassi, Belgio e Francia, per poi essere agevolmente trasportato nelle raffinerie, in modo da produrre il gasolio e la benzina.
  • Il WTI viene invece estratto in Texas, Louisiana North Dakota, l’estrazione sulla terra ferma comporta diversi vantaggi, come ad esempio le tecnologie di estrazione o ingegnosi metodi di trasporto che possono dimostrarsi più sicuri e rapidi.

Perché la quotazione del petrolio è intorno ai 100 dollari?

Da marzo del 2021 il prezzo del petrolio continua a generare periodicamente nuovi massimi, passando dai 70$ ai 95$ circa prima dell’avviamento del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, il grafico avrebbe suggerito un potenziale ribasso in seguito al raggiungimento del nuovo picco intorno i 100$, quest’ultimo non è avvenuto, nemmeno una lateralizzazione…

Il prezzo del Brent è schizzato in seguito dell’attacco militare russo raggiungendo prima i 100$ per poi toccare violentemente i 110$ e raggiungere infine i 130$, sfiorando per breve tempo i 140$ per poi iniziare a crollare e ritornare sui 100$.

Gli Stati Uniti e l’Europa, la quale quest’ultima, largamente dipendente dalle risorse della Russia, cercano di trovare un giusto compromesso per penalizzare la Russia.

Il problema principale della dipendenza dalla Russia porta però a pesanti danni anche alle nazioni che dipendono dalle loro risorse, come l’Italia, la quale si trova costretta a cercare nuovi metodi per raggiungere una maggiore autosufficienza energetica.

La generazione di questi picchi può derivare anche da speculatori che approfittano della volatilità del mercato per forzare i prezzi e guadagnarci, aprendo posizioni di breve termine.

Danneggiando i cittadini con insostenibili costi per il rifornimento del carburante per le loro auto ma anche interi settori lavorativi largamente dipendenti dal costo della benzina, come gli agricoltori e i pescherecci.

Oltre al petrolio, anche l’oro continua ad aumentare di valore, avvicinandosi sempre di più al suo massimo record registrato durante l’agosto del 2020, di circa 2.060$, crollando però successivamente a 1920$ circa, seguendo una sorte simile a quella del petrolio.

Un altro ottimo esempio di come i mercati si stanno muovendo rapidamente, è il nichel, il quale è riuscito a triplicare il suo prezzo, balzando nell’arco di una sola giornata da 30.000$ per tonnellata a 100.000$ per tonnellata intorno le 6:00 di Martedì 8 Marzo.

Tutti questi segnali lasciano presagire una forte volatilità nei settori primari, ovvero variazioni del prezzo molto rapide e pericolose per coloro che hanno investito i loro soldi imprudentemente.

Questi squilibri inducono a nuove riorganizzazioni che faranno da fondamenta a quella che sarà una successiva fase di stabilizzazione, è quindi lecito chiedersi, ma questa seconda fase di stabilizzazione quando arriverà e come sarà?

Dove può arrivare la quotazione del petrolio?

Questa è la domanda sbagliata da porsi, nessuno ha una sfera magica in grado di prevedere precisamente in che modo si evolveranno i conflitti.

La stessa invasione da parte dei militari russi che avrebbe dovuto essere tempestiva e con i minimi danni collaterali ha incontrato una forte resistenza da parte della resistenza ucraina e ha spinto i soldati a manovre più drastiche e invasive, anche a danno dei civili.

Da una parte si hanno titoli il quale valore sta aumentando vertiginosamente e di conseguenza, hanno un prezzo potenzialmente gonfiato, mentre sul fronte opposto si hanno titoli vittime di forti crolli.

In entrambi i casi è difficile prevedere la precisa data di una loro possibile stabilizzazione e futura ripresa, i fattori non sono legati solamente al conflitto ma anche alla possibile evoluzione geopolitica che ne conseguirà, la quale è ancora una grossa incognita.

Osservando i grafici, è possibile notare che il prezzo è ancora vittima di forte volatilità e che è ancora lontano da una sua stabilizzazione.

In questi casi è utile immaginarsi il comportamento dei mercati come la caduta di un sasso su uno specchio d’acqua, inizialmente si formeranno delle pronunciate increspature che andranno a disperdersi e appiattirsi lentamente fino a svanire nel nulla.

Il parziale crollo dei prezzi che stiamo osservando negli ultimi giorni non può ancora considerarsi come un primo assestamento.

Ci troviamo ancora all’interno di quello che è stato un movimento deciso e forte che ha portato i prezzi del petrolio a raggiungere dei massimi che non si vedevano dal 2014.

Quotazione petrolio, cosa può abbattere i prezzi?

La Cina, ovvero il più grande importatore di petrolio ha imposto nuovi lockdown per combattere la diffusione del coronavirus.

Le conseguenze sono chiare, una possibile riduzione del consumo del petrolio forzata da una diminuzione della domanda che condurrebbe a una diminuzione del prezzo.

Chiaramente non è possibile ricondurre il temporaneo e contenuto abbattimento dei prezzi a questa unica notizia, è l’insieme a fare la differenza e spesso identificare tutte le componenti è molto difficile.

Le nazioni più indipendenti dal rifornimento della Russia come Stati Uniti hanno preso la decisione di bandire le importazioni provenienti dalla Russia di petrolio, gas e carbone, ovvero la categoria dei combustibili, optando per altri fornitori.

Il raggiungimento di una propria indipendenza potrebbe indurre a una temporanea stabilizzazione dei prezzi, ma la risoluzione del conflitto resta ancora un’incognita ed è difficile provare a prevedere quali saranno le evoluzioni future.

Quotazione petrolio, previsioni sul breve termine

In un periodo come questo, dove continuano a susseguirsi eventi di natura complessa che portano a nuove evoluzioni del conflitto tra la Russia e l’Ucraina, è chiaro che si creano situazioni instabili dominate da alta volatilità e da una rapida successione di notizie in grado di ribaltare completamente le previsioni, rendendo il prezzo del petrolio nel breve termine imprevedibile.

Chiaramente a seguito della forte impennata, non può che avvenire un riassestamento del prezzo in direzione opposta, che non per forza induce a un crollo totale dei prezzi o a una nuova impennata, soprattutto durante una fase in cui le notizie geopolitiche e macro economiche rimangono stabili.

In aggiunta a tutto questo si aggiunge anche la minaccia della Federal Reserve, la quale deve affrontare il problema dell’inflazione attraverso l’aumento dei tassi di interesse, tassi che stanno abbattendo record storici che non raggiungevano da ormai 40 anni.

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