Rally petrolio: gli USA sbloccano le riserve strategiche

Gli Stati Uniti valutano un mega rilascio di greggio dalle riserve strategiche nel tentativo di calmierare il prezzo del barile.

A mali estremi, estremi rimedi. È quello che probabilmente pensano a Washington di fronte la balzo del prezzo del petrolio sui massimi dal 2008. Secondo indiscrezioni gli USA stanno pensando a un nuovo rilascio di greggio dalle riserve strategiche, il più consistente mai realizzato.

Caro-petrolio: USA pronti a mega rilascio di riserve strategiche

Gli USA stanno preparando la più massiccia riduzione delle riserve strategiche di petrolio mai realizzata al fine di ridurre nei prossimi mesi la pressione sul prezzo del barile. Il greggio è salito a inizio mese sopra i 130 dollari, il livello più elevato dal record del 2008 a 147 circa. Si ipotizza un rilascio di ben 180 milioni di barili, contro i 60 milioni (di cui 30 degli USA) di inizio mese in collaborazione con gli altri Paesi IEA (International Energy Agency). Non è chiaro se tutta la quantità sarà a carico degli Stati Uniti o se si tratterà del totale IEA messo sul mercato: un portavoce del ministero dell’energia della Nuova Zelanda ha riferito che domani alle 13:00 si terrà una riunione IEA per decidere su un rilascio coordinato.

Cosa sono le riserve strategiche USA di petrolio

Le riserve strategiche americane attualmente contengono 538,3 milioni di barili di petrolio, il livello più basso dal 2002. La loro capacità massima è di oltre 700 milioni di barili. Furono create nel 1975 in risposta al primo shock petrolifero del 1973-1974 con l’obiettivo di proteggere il Paese in situazioni di crisi. I livelli attuali delle scorte garantiscono agli USA 26-27 giorni di autonomia. Le riserve sono stipate in quattro siti sotterranei in Texas e Louisiana.

OPEC+ insensibile alla crisi

Sempre secondo indiscrezioni i 180 milioni di barili potrebbero essere distribuiti sul mercato nell’arco di 6 mesi, al ritmo di circa un barile al giorno. Un rilascio graduale in modo tale da sostenere l’offerta in modo prolungato. Una mossa che andrebbe indirettamente a rispondere alla staticità dell’OPEC+ (Paesi OPEC più la Russia) che nel meeting odierno non ha modificato propri programmi (come peraltro atteso dagli analisti). Confermato quindi l’incremento della produzione giornaliera a 432 milioni di barili a partire da maggio. L’OPEC+ vede fondamentali di mercato ben bilanciati, con la volatilità attuale causata solo da fattori geopolitici.

(Simone Ferradini)

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