Retorica FED aggressiva, volano i tassi globali

La chiusura di Wall Street venerdì sera è stata decisamente forte, con l'S&P 500 in progresso di 1.17% e del 6.16% sulla settimana, la miglior performance da Novembre 2020.

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La chiusura di Wall Street venerdì sera è stata decisamente forte, con l'S&P 500 in progresso di 1.17% e del 6.16% sulla settimana, la miglior performance da Novembre 2020. Molto bene anche il Nasdaq 100, +2.14% venerdì e +8.4% in settimana. Di sicuro, il posizionamento estremamente difensivo ha avuto un ruolo in questo violento rimbalzo. Il monitor di Deutsche Bank, aggiornato a 16/17 Marzo, mostra un peso di azionario nel 13mo percentile, e mentre le strategie discrezionali sono al quarantesimo, quelle quantitative sono nell'ottavo.

La cosa interessante è che il rimbalzo per ora non ha prodotto significativi aumenti di peso, anche se è probabile che un ulteriore calo della volatilità spinga le strategie Vol Control ad aumentarlo.

Come si vede gli operatori discrezionali sono un po' meno pessimisti. Tra i motivi, forse, il proseguire delle trattative per una tregua, con più fonti a riportare a turno che la distanza tra le parti si sta riducendo (Stanotte è stata la volta della Turchia: Turkey claims Ukraine and Russia have inched closer to peace deal).

Personalmente, non credo che Putin abbia interesse a trattare una tregua, finché non raggiungerà una posizione negoziale più robusta di quella attuale. E l'Ucraina al momento non ha interesse a fare compromessi troppo penalizzanti, come mostra il secco rifiuto opposto alla richiesta russa di lasciare Mariupol per evitare ulteriori distruzioni. Non credo che il cessate il fuoco arriverà a breve.  Oltretutto, al di là delle dichiarazioni di prammatica, non mi pare che il colloquio di venerdì tra Biden e XI abbia portato sviluppi particolarmente positivi. Il Presidente cinese ha ributtato la palla nel campo USA senza prendere alcun impegno di collaborazione e rimarcato nuovamente di non tollerare ingerenze sulla questione Taiwan.

Stanotte la seduta asiatica ha avuto un andamento opaco. Tra le piazze positive annoveriamo solo Ho Chi Min, e Taiwan. Le "A" shares cinesi sono riuscite a limitare i danni, rimanendo invariate in aggregato, insieme a Jakarta. Consolidamento del rimbalzo per Hong Kong e "H" shares, deluse secondo alcuni dal mancato taglio del prime rate.  A mio parere prese di beneficio erano scontate, dopo un recupero del 20% dai minimi (30% per Hang Seng tech). Cali infine per Sydney, Mumbai e Seul.

La seduta europea è partita con un tono incerto, sottolineato dal recupero del petrolio e dell'oro, oltre che dall'iniziale debolezza degli indici. Al mood incerto hanno contribuito alcune dichiarazioni di parte russa meno supportive delle trattative.

  • KREMLIN SPOKESMAN DMITRY PESKOV SPEAKS ON CONFERENCE CALL - BBG *KREMLIN: NO AGREEMENTS REACHED YET IN UKRAINE NEGOTIATIONS
  • KREMLIN: PROGRESS IN UKRAINE TALKS 'LESS THAN WE WOULD LIKE'
  • KREMLIN: EU EMBARGO ON RUSSIAN OIL 'WOULD HIT EVERYONE'

Peraltro, l'inerzia della settimana scorsa ha riportato in pari l'Eurostoxx 50 poco dopo l'apertura del contante, con la collaborazione dei settori Energy e utilities, che hanno contribuito ad una overperformance di Milano. I rendimenti però sono risultati deboli fin dal primo mattino, in parte in risposta alla forza dell'oil, che ha messo pressione rialzista ai breakeven sulla parte breve, in parte in reazione alla retorica dei banchieri centrali.

Già, perché in una giornata povera di dati macro (solo il PPI tedesco di febbraio, lievemente sotto attese ma sempre al 25.9% anno su anno, e il Chicago Fed, in linea) siamo stati oggetto di un vero e proprio bombardamento di hawkisness:

Questo il presidente della Fed di Atlanta Bostic

  • BOSTIC SEES SIX RATE INCREASES IN TOTAL OVER 2022, TWO IN 2023
  • BOSTIC: GETTING INFLATION UNDER CONTROL TOP PRIORITY FOR 2022
  • BOSTIC: EVENTS MAY WARRANT QUICKLY ADJUSTING POLICY TRAJECTORY
  • BOSTIC: UKRAINE WAR INCREASES UNCERTAINTY AND PRICE PRESSURES
  • BOSTIC SAYS RISKS ARE TWO-SIDED, AFFECTING DEMAND AND INFLATION
  • BOSTIC: SHRINKING BALANCE SHEET WILL COMPLEMENT RATE INCREASES
  • BOSTIC SAYS HE’S NOT WEDDED TO ONLY MOVE RATES IN 25 BPS STEPS
  • BOSTIC EXPECTS ECONOMY TO KEEP GROWING, DOESN’T SEE RECESSION

Questo il Presidente della Fed di Richmond Barkin

  • BARKIN: ECONOMY IS NO LONGER IN NEED OF AGGRESSIVE FED SUPPORT
  • BARKIN: WE'RE STILL FAR FROM RATE LEVEL THAT CONSTRAINS ECONOMY
  • BARKIN: CAN MOVE AT 50 BP CLIP AGAIN TO TAME INFLATION
  • BARKIN: WE COULD MOVE FASTER, BUT ALREADY IMPACTING BOND MARKET

Ma è stato con il discorso di Powell al National Association for Business Economics a far mollare gli ormeggi al mercato dei tassi. Il Presidente Fed ha dichiarato che la Banca Centrale prenderà i provvedimenti necessari a contenere l'inflazione anche se ciò implicherà essere più aggressivi di quanto implicito nello scenario attuale, e fino a livelli che potrebbero rallentare l'economia.

  • POWELL: FED WILL HIKE BY MORE THAN 25 BPS EACH TIME IF NEEDED
  • POWELL: IF FED NEEDS TO TIGHTEN ABOVE NEUTRAL RATE, WILL DO SO
  • POWELL: WE MAY WELL CONCLUDE THAT WE NEED TO MOVE MORE QUICKLY
  • POWELL SAYS LABOR MARKET VERY STRONG, INFLATION MUCH TOO HIGH
  • POWELL: WE'RE A LONG WAY FROM EQUILIBRIUM BALANCE SHEET
  • POWELL: IN MANY WAYS, LABOR MARKET HOTTER THAN BEFORE PANDEMIC
  • POWELL: I DON'T SEE ELEVATED CHANCE OF RECESSION IN NEXT YEAR
  • POWELL: ECONOMY CAN HANDLE LESS ACCOMMODATIVE MONETARY POLICY

Su un mercato dei bond già debole, queste dichiarazioni hanno avuto un effetto pesante. Il risultato è che i rendimenti salgono in doppia cifra su tutta la curva, con i bucket 3 5 e 7 anni tutti terminati di poco sopra il rendimento del 10 anni treasury (+15 bps a 2.3% al momento) a mostrare una curva in procinto di invertirsi (il 2-10 sta a 20 bps).

Ciò darà definitivamente la stura a tutta la solita serie di riflessioni sul presagio nefasto di una curva invertita, che è sempre stata seguita da una recessione

Rialzi in simpatia per i rendimenti Eurozone, nonostante gli sforzi della Lagarde per prendere le distanze

  • LAGARDE: ECB, FED MONETARY POLICIES WON'T WORK AT SAME PACE
  • LAGARDE: EUROPEAN, U.S. ECONOMIES AT DIFFERENT STAGES OF CYCLE
  • LAGARDE: GEOGRAPHY MAKES EUROPE MORE EXPOSED TO WAR THAN U.S.

Notevole l'impatto sulle aspettative di rialzo del Fed Funds: al momento la strip dei futures prezza oltre 7 rialzi da qui al FOMC del 14 Dicembre e 3 rialzi pieni da 25 bps entro il FOMC di giugno. In altre parole uno dei prossimi 2 FOMC è visto con un rialzo da 50 bps, con un 67% di probabilità che questo avvenga direttamente a maggio. E per il 2022 il mercato sconta 8 rialzi da 25 bps 8su 7 FOMC, con una probabilità del 30% che siano 9.

A questo aggiungiamo che la FED conta di iniziare la riduzione del bilancio "in uno dei prossimi meeting".

Si può dire che ormai la banca Centrale USA è totalmente focalizzata sull'inflazione, a discapito della crescita, sulla quale è disposta a tollerare anche un po' di rallentamento. L'impressione è che la pressione dell'amministrazione USA per riportare in calo l'inflazione prima delle Midterm Elections sia enorme. Oppure semplicemente la FED è estremamente preoccupata dall'impatto del suo ritardo sulle attese di inflazione. Non ha molta importanza. È un fatto che la FED è determinata e salvo cataclismi lo resterà per qualche tempo.  Quindi lo strike della sua put in questo momento è più basso, e il rischio serio è che rincorrendo l'inflazione si troverà in ritardo sulla crescita. Vedremo, ma sicuramente questa situazione è un freno per Wall  Street.

La cosa divertente è che anche la curva Eurozone è tornata a prezzare un depo ECB che torna nei pressi di zero (in area -0.1%) entro fine anno. Un movimento molto più "gentile", ma comunque più aggressivo dello scenario dell'ECB, che comunque a sia volta ha mostrato un approccio non tanto dissimile.

Ovviamente il discorso di Powell e la slavina sui bond hanno avuto un impatto sull'azionario. Wall Street, che fin li era stata marginalmente positiva, è passata in negativo e gli indici Eurozone hanno accumulato un po' di perdite, con le principali piazze a chiudere in negativo, ad eccezione di Milano. Peraltro, la fiammata sui tassi non ha disturbato il rally del petrolio e delle commodity agricole, né il rimbalzo dell'oro. Il Dollaro ne ha tratto però beneficio, recuperando sui principali cross.

Dal punto di vista dei dati macro, il clou della settimana è giovedì, con i PMI flash in Giappone, Francia, Germania, Eurozone, UK e US che ci daranno un primo indizio dell'impatto, sull'attività delle diverse aree, della crisi ucraina. Come indicato nel pezzo di venerdì sono convinto che il consenso, specie in Eurozone, sia troppo benevolo. Personalmente firmerei per numeri sopra la soglia di 50 per il manifatturiero, altro che 56. Ma forse esagero. Diciamo sopra 52.

Per quanto riguarda il market mover di oggi, ovvero la retorica FED, la settimana è quanto mai piena di spunti. Ecco qua una lista degli oratori. Mi chiedo dove finirà la curva se continuano come oggi. Ma è anche vero che il messaggio ormai sembra assimilato, anzi, la curva prezza più dello scenario FED illustrato al FOMC.