La Russia non ferma Adidas, che spicca il volo a Francoforte

Il boicottaggio della Russia può costare 250 milioni ma Adidas non si ferma e spicca il volo a Francoforte. Guidance 2022 sostenuta dalla ripresa della Cina.

L‘invasione dell’Ucraina da parte della Russia, e il conseguente boicottaggio di Mosca deciso da gran parte dei big industriali occidentali, avrà un impatto sull’esercizio di Adidas ma il colosso tedesco dello sportwear comunica una guidance 2022 all’insegna dell’ottimismo (e della crescita) e spicca il volo a Francoforte. Primo fattore rialzista sarà la ripresa delle vendite in Greater China (Cina, Macau, Hong Kong e Taiwan), dopo il crollo del 24% registrato nel quarto trimestre 2021.

La Russia non ferma Adidas. Che spicca il volo a Francoforte

Ottimismo che è stato premiato sul listino. Adidas scambia infatti in rally di oltre il 10% a Francoforte, grazie comunque al parallelo rimbalzo di quasi il 5% registrato dal Dax, in una giornata di deciso recupero per le piazze europee dopo una striscia negativa innescata proprio dalla guerra voluta da Vladimir Putin. Iniziano a emergere segnali di disgelo nei negoziati tra Russia e Ucraina. E Adidas ha ammesso che la decisione di chiudere le attività in Russia, Paese che ospita circa 500 punti vendita (un quarto del totale globale), potrebbe costarle 250 milioni di euro. Cifra che si aggiunge ai 600 milioni dovuti a quella stessa crisi della supply chain che aveva colpito duramente il gruppo tedesco lo scorso Natale.

Adidas chiude in Russia ma spicca il volo sulla guidance 2022

Un motivo in più per ritenere ambiziosa la guidance di Adidas, che si attende per l’intero 2022 una crescita delle vendite al netto dei corsi valutari compresa tra l’11% e il 13% dopo il declino del 3% registrato nel quarto trimestre. Declino che era stato trainato appunto dalla Cina, a causa di un boicottaggio da parte dei consumatori che in questo caso aveva visto vittima proprio Adidas, insieme a diversi altri brand occidentali. Il colosso tedesco prevede nell’esercizio una crescita dei profitti netti da attività ricorrenti a 1,80-1,90 miliardi di euro dagli 1,49 miliardi registrati nel 2021.

Ottimismo nella guidance di Adidas grazie a ripresa vendite in Cina

“Il tono sembra più costruttivo rispetto a quello di Puma un paio di settimane fa”, ha notato James Grzinic, analista di Jefferies. Come ricorda Reuters, in febbraio la “sorella” Puma aveva dichiarato di attendersi una crescita delle vendite di almeno il 10% nel 2022 ma aveva ancora indicato il boicottaggio dei consumatori in Cina come uno dei fattori ribassisti sull’utile, insieme alle note pressioni sui costi dovute all’impennata dell’inflazione. Inflazione considerata anche da Adidas che, come fatto già da diversi retailer, ha dichiarato di prevedere di aumentare i prezzi anche per coprire i costi legati ai problemi (tutt’altro che risolti) della supply chain. (Raffaele Rovati)

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