Come ricorda Reuters, il 1° luglio doveva essere un giorno da ricordare per Tesla. In quella data, infatti, era originariamente prevista l'inaugurazione della gigafactory di Berlin-Brandenburg, la prima in Europa. Il progetto, però, è in panne. Per una combinazione di burocrazia e ambientalismo che Elon Musk non aveva previsto. "Penso che sarebbe meglio se ci fosse meno burocrazia", aveva dichiarato uno sconsolato Musk durante la sua ultima visita a Grünheide, la municipalità che ospiterà la gigafactory, lo scorso mese. Svanito l'entusiasmo con cui il padre-padrone di Tesla osannava la Germania in autunno. L'azienda californiana da parte sua ha già rinviato l'inaugurazione a fine 2021 ma non è detto che non debba aspettare fino al 2022, visto che Landesamt für Umwelt Brandenburg (LfU, l'agenzia per l'ambiente del Land del Brandeburgo) non ha ancora approvato il progetto da 5,8 miliardi di euro.
Tesla in panne in Germania tra burocrazia e ambientalismo
Oltre alla burocrazia, che costringe Tesla a ripresentare la richiesta di autorizzazione a ogni modifica introdotta al progetto, il principale ostacolo resta quello ambientale o, meglio, quello dei residenti seguaci del Nimby (not in my back yard, non nel mio cortile). Non è solo Tesla a dovere combattere contro l'opposizione di cittadini (in Germania come praticamente ovunque nel mondo), che combattono anche la realizzazione di progetti in apparenza "ambientali" (un caso emblematico sono le pale eoliche) per il fastidio che porterebbero a chi nella zona ci vive (uomini o altri animali). Tesla ha rimandato il disboscamento di un'area per permettere la ricollocazione di una specie di serpenti e ha inserito nel progetto una struttura per il riciclo dell'acqua (oltre a prevedere la costituzione di un'unità locale di vigili di fuoco).
Non tutti contro la gigafactory di Tesla in Germania
Tutto questo, però, potrebbe non essere sufficiente. Fino a metà luglio chiunque potrà studiare le 11.000 pagine del progetto di Tesla, esposto nel municipio di Grünheide, ed eventualmente presentare obiezioni entro il 16 agosto. La LfU deciderà poi se sia il caso di tenere una discussione pubblica il 13 settembre. Ma sono davvero tutti contro Tesla? No, e neppure tutti gli ambientalisti. "Siamo favorevoli a uno spostamento verso una mobilità senza emissioni e le auto necessarie devono essere costruite da qualche parte", ha dichiarato Ralf Schmilewski, rappresentate dei Verdi nella vicina città di Erkner. Per la regione, che soffre per una significativa crisi economica come gran parte dell'ex Germania dell'Est, la gigafactory sarebbe un'opportunità per frenare la fuga di giovani alla caccia di un posto di lavoro.
E Tesla cerca di rimediare alla perdita di reputazione in Cina
Intanto Tesla ha problemi da risolvere anche dall'altra parte del mondo: in Cina. E per rimediare alla perdita di reputazione degli ultimi mesi ha annunciato con enfasi l'inagurazione di una rete lunga 5.000 chilometri che attraverso tutto il Paese da Est a Ovest e che finora ha 27 stazioni Supercharger per la ricarica delle batterie. Un video promozionale, retwittato dallo stesso Musk, rende inoltre omaggio al maestoso paesaggio cinese, nota Bloomberg. A Pechino il produttore Usa di auto elettriche deve confrontarsi con una serie di intoppi che vanno dalle proteste della clientela (sfociate in occasione della fiera AutoShanghai), allo stop nell'acquisto di nuovi terreni per espandere la gigafactory di Shanghai, fino al divieto per le Tesla di essere parcheggiate in alcuni siti governativi. Divieto motivato con questioni di sicurezza che aveva riportato in auge le accuse di spionaggio sollevate da Pechino contro Tesla.
(Raffaele Rovati)