Fare trading sul petrolio: fondamentali e analisi tecnica

Tra le materie prime, il petrolio greggio (WTI) riscuote sempre grande interesse presso i traders che operano sul breve e gli investitori lungimiranti. Andiamo ad analizzare le strategie più utili da adottare per garantirsi qualche profitto e per proteggersi dai rischi. Il greggio è anche un'ottima palestra per testare le proprie conoscenze in maniera di analisi tecnica, imparando anche a gestire la volatilità.

Image

Se sei un trader in erba e ti avventuri per la prima volta nelle lande misteriose e affascinanti del mercato finanziario, questo articolo fa proprio al caso tuo. Può interessarti soprattutto se ti sei occupato poco o nulla di materie prime e, in particolare, di petrolio: le informazioni e le strategie che ti consiglierò di seguire, non per forza pedissequamente, potranno tornarti utili anche per azioni, indici, forex e quant’altro.

La scelta ricade sui futures del petrolio greggio (T) perché si tratta di una commodity divertente da seguire, pur richiedendo disciplina e sangue freddo, dacché quasi ogni seduta è accompagnata da una volatilità molto marcata, a tratti paurosa. 

Petrolio: I fondamentali 

Anzitutto, quando si parla di petrolio, si fa può fare riferimento al WTI (Western Texas Intermediate), prodotto nel Texas, oppure al Brent, proveniente dal Mar del Nord. Le informazioni evenemenziali che vengono qui presentate sommariamente riguardano il WTI. 

Partiamo dalla politica. A decidere cosa fare della nostra materia prima è principalmente l’OPEC+, etichetta sotto la quale si raccolgono i Paesi produttori di petrolio. Il più influente, in tal senso, è senza dubbio l’Arabia Saudita, come dimostreremo più avanti con una ricostruzione storica emblematica. L’OPEC+ si ritrova in riunioni periodiche, spesso frizzanti se non proprio burrascose, interessano molto gli investitori: le variazioni più significative nei prezzi del Greggio si trovano proprio a ridosso di questi incontri.

Chi opera nel breve periodo, anche in intraday, deve seguire con attenzione i dati sulle scorte settimanali, rilasciati ogni mercoledì alle 16.30 circa dall’Energy Information Administration. Le voci da osservare con attenzione sono le prime due e la sesta: U.S. Petroleum Balance Sheet, U.S. Inputs and Production (vedere in particolare il dato sull’inventario di Cushing), Stocks of distillate.

Se le scorte annunciate sono più scarse rispetto alle aspettative, il prezzo tenderà a salire rapidamente, perché si dimostra così che la domanda ha ecceduto l'offerta; viceversa, gli inventari pieni testimoniano  un'offerta troppo ricca a fronte di una domanda bassa. 

La reazione ai dati, sempre più spesso positiva, si registra nel breve e può avere un impatto anche solo transitorio: sfruttare la volatilità maggiorata, tuttavia, può essere una buona idea. Per il resto, sarà bene affidarsi all’analisi tecnica. 

Petrolio Greggio: consigli generali per il trading

Di seguito alcune regole d’oro per approcciare il trading del petrolio greggio con consapevolezza e senza gettarsi allo sbaraglio come dei kamikaze. Se siete proprio alle prime armi, inoltre, si consiglia di incominciare da qualche conto demo, così da capire al meglio anche il funzionamento della piattaforma prescelta. 

  1. Prediligere le “size” piccole. Ad esempio, se si ha a disposizione una liquidità che permetterebbe l’acquisto di 1000 barili (presumibilmente con la leva finanziaria) e un discreto margine, comprarne 100 ed accumulare su prezzi diversi, sempre che la propria visione non sia stata nel frattempo invalidata. 
  2. Evitare di portarsi troppe posizioni over the weeked, cioé da una settimana a un'altra, a meno che non si operi nel medio-lungo termine.
  3. Nelle fasi in cui il quadro tecnico è incerto, non operare
  4. Non affezionarsi alle proprie posizioni: le prese di profitto e gli stop loss sono due ottimi strumenti per proteggere il proprio portafogli. 
  5. Lo spread overnight può erodere una parte dei guadagni o alimentare le perdite: meglio chiudere le posizioni in giornata, quando possibile, senza fossilizzarsi nel tentativo di avere soltanto operazioni verdi. 
  6. Le piattaforme di trading, com’è noto, adottano uno spread dinamico. Comprare il petrolio di notte è in genere svantaggioso.
  7. Il trading sul petrolio si fa con tre sessioni aperte: l’asiatica, l’europea, l’americana. Le variazioni più significative nel prezzo si registrano solitamente durante la terza, mentre di notte si dorme.

Petrolio Greggio: strumenti per l’analisi tecnica di breve 

L’analisi tecnica mette a disposizione una quantità straordinaria di strumenti, ma solo alcuni sono veramente utili per il petrolio greggio. È ragionevole e sensato prestare attenzione ai seguenti: 

  1. Hammers e shooting stars sono i segnali di inversione più interessanti da valutare. Il primo segnala la conclusione di un trend ribassista, specie se con corpo verde, il secondo di uno rialzista, con corpo rosso. Il time frame da considerare è quello dei 15 minuti o l’orario (più significativo, ma meno indicativo per il brevissimo). 
  2. I gap, visibili soprattutto dopo la riapertura del lunedì (ma talvolta anche a mercato aperto) tendono ad essere colmati. All’esaurirsi di un determinato trend, in particolare, si può prevedere un’inversione e si possono prendere i profitti nel momento in cui il gap viene effettivamente colmato. 
  3. Utilizzare l’indicatore Ichimoku è utile per comprendere il trend generale (grafici orari, a 4 ore, daily) osservando il colore della nuvola (rosso: trend ribassista; verde: trend rialzista), ma soprattutto per identificare supporti e resistenze più affidabili delle medie mobili. Segnali long si hanno poi quando la Tenkan-Sen (Conversion Line) supera la Kijun-Sen (Base Line); nel caso contrario, abbiamo un segnale short
  4. Il superamento delle bande di Bollinger, in un senso o nell’altro, identificano la fine di un determinato trend, allorché la candela successiva torna all’interno della banda. Se si vìola la banda superiore e vi è un ritorno, abbiamo un segnale short; viceversa, long. 
  5. L’indice R.S.I., che personalmente preferisco ricalibrato sulle soglie 80-20, individua bene i territori di ipercomprato e ipervenduto e serve per scovare le divergenze. Quando prezzo e oscillatore sono fuori fase – se in territorio di ipercomprato o ipervenduto – è probabile che il prezzo segua presto l’R.S.I. Questo oscillatore, d’ogni modo, non si può adottare da solo. 
  6. I pattern grafici “alla Murphy” tendono ad essere completati. Puoi trovarne un esempio qui sotto. 
  7. L’incrocio di tre medie mobili (20, 50, 200) serve per azzeccare il giusto timing, ma questo aspetto meriterebbe un articolo a sé. 

Petrolio Greggio: previsioni sul breve 

Il grafico riportato come immagine di questo articolo è abbastanza complesso, non si rinsalda bene ai consigli tecnici di cui prima ed è peraltro un po’ desueto, risalendo a giovedì scorso (ma non è stato invalidato): se sei un neofita, fregatene.

Rimandandoti a qualche riga fa, però, ti faccio notare che è in corso di completamento un “rising wedge”, identificato dai numeri che vanno dall’1 al 5.

Inoltre, vengono messi in evidenza anche i ritracci, da cui si ipotizza una ripartenza. Personalmente, ho incominciato un’accumulazione di posizioni long approfittando del fortissimo pull-back del 19 luglio, ove si è registrato un sell-off generale: comprerò l’ultimo in prossimità del punto 4 – volendo, anche sui ritracciamenti Fibonacci identificati dalle linee tratteggiate rosse – per poi chiudere tutte le posizioni residue al target dei 75.50$. 

Essendo già in gain, posizionerò degli stop loss sempre ampiamente sopra il pareggio: quando ti capiterà di ritrovarti nella stessa condizione, fallo anche tu per proteggere almeno una parte del guadagno. 

Se il pattern previsto si dovesse invalidare, comunque, chiuderò le mie posizioni e cambierò le mie valutazioni: mai affezionarsi troppo! 

Perché sono principalmente long in questo periodo? Pur non disdegnando qualche short, per sfruttare i pull-back, ritengo che il trend sia a tal punto forte da annullare qualsiasi tesi ribassista.

Anche le giornate di profondo rosso, con gli orsi in controllo, non hanno fatto nient’altro che scatenare gli appetiti di tori, portando i prezzi del Greggio bel al di là dei livelli prepandemici e oltre qualsiasi più rosea aspettativa.  

Petrolio Greggio: cosa può spingere i prezzi giù? 

Nel medio e nel lungo termine, il greggio è minacciato soprattutto dal Covid, specie nella sua temibile variante Delta: al momento, i mercati sono rimasti tutto sommato tranquilli di fronte al convitato di pietra, ma un possibile, drastico calo dei consumi – da imputarsi a nuove restrizioni – potrebbe intaccare in maniera significativa il prezzo dell’oro nero, specie se non supportato da azioni tempestive da parte dell’OPEC+. 

Un altro fattore poco noto riguarda la Cina e la politica che ha deciso di adottare sull’acquisto del petrolio e dei suoi derivati. Per quanto sia difficile dare dei dati certi, considerata la riottosità in merito da parte dei funzionari governativi, pare che il Dragone abbia schiacciato il freno sulle importazioni dell’oro nero, dopo aver fatto incetta a prezzi bassissimi: secondo gli esperti, la Cina non è più interessata a riempire gli inventari e compra con più parsimonia, meno lungimiranza e secondo necessità. 

Se poi, invece, il fenomeno della backwardation è per ora trascurabile, è invece più interessante stare attenti alla persona più influente sul petrolio, il ministro dell’energia saudita, Abdulaziz bin Salman, membro fra l’altro della famiglia reale.

Costui è di fatto l’assoluto protagonista degli eventi più significativi accaduti negli ultimi due anni sul petrolio: infatti, prima ha provocato il tonfo colossale nel prezzo del WTI, ordinando estrazioni prive di ogni logica; in seguito, è stato il demiurgo delle politiche successivamente adottate dall’OPEC+, grazie a un duro lavoro diplomatico. Tra bizzarie ed estrema razionalità, Abdulaziz è la vera incognita sul prezzo del petrolio e rivelarne i piani è pressoché impossibile

Petrolio Greggio: come operare nel medio e lungo periodo

Gli analisti sono generalmente ottimisti sul prezzo del greggio. Il price-target di Goldman Sachs è di 80$ per il Brent (e dunque di poco inferiore per il WTI) e anche JPMorgan vede quel prezzo come facilmente raggiungibile; Bank of America, poi, paventa i $100 dollari, livello ormai intangibile dal 2014. Esagerazione, a mio avviso, poiché vi dovrebbe essere un balzo di oltre il 40% dai livelli attuali: la bull-run prima o poi si dovrà pur sempre fermare. 

Il trader che non voglia operare di breve, allora, potrebbe posizionarsi short al raggiumento del target indicato dagli analisti (circa 80$), prevedendo così un ripiego dai massimini che potrebbe scatenare una qualche correzione. 

Attenzione però: questo tweet per ora fotografa perfettamente una realtà che tanto non può piacere agli orsi, con un supporto tecnico molto forte non lontano dai livelli attuali.