Unicredit sbanca il Ftse Mib. Ecco i motivi di tanta euforia

Unicredit ha spiccato il volo e conquistato la vetta del Ftse Mib, spinto da vari fattori. Le ragioni che hanno alimentato la corsa ai buy.

Cala il sipario su una seduta vissuta con i fuochi d’artificio da Unicredit che oggi ha fatto incetta di buy.

Il titolo, dopo aver chiuso la sessione di ieri con un rialzo di oltre mezzo punto percentuale, è salito oggi per la terza seduta di fila.

Unicredit: poderoso rally con forti volumi di scambio

Unicredit ha terminato le contrattazioni a 10,29 euro, con un rally del 7,52% alimentato da forti volumi di scambio, visto che a fine giornata sono passate di mano circa 39 milioni di azioni, contro la media degli ultimi 30 giorni pari a circa 27,5 milioni.

Il titolo ha mostrato una evidente forza relativa rispetto al Ftse Mib, mettendo a segno la migliore performance non solo nel settore bancario, ma nell’intero paniere delle blue chips.

Unicredit cavalca il calo dello Spread, male i BTP

Unicredit è schizzato verso l’alto per vai motivi, a partire dalla buona intonazione del mercato e in particolare del settore bancario.

A dare una mano è stato senza dubbio il restringimento dello Spread BTP-Bund che è sceso del 2,3% a 148,4 punti base, mentre non è andata altrettanto bene ai BTP che sono stati venduti, con conseguente rialzo dei tassi che ha portato il decennale a salire del 2,44% al 2,144%.

Unicredit strizza l’occhio all’esito dgli ultimi negoziati

Gli acquisti su Unicredit, ben più copiosi di quelli che si sono riservati su altri bancari, hanno trovato terreno fertile negli spiragli relativi ai progressi nei negoziati tra Russia e Ucraina.

Non si è ancora giunti ad un accordo sul cessate il fuoco, ma le ultime notizie parlano di passi in avanti che fanno sperare in una soluzione diplomatica del conflitto.

Non è da escludere che possa esserci in un futuro abbastanza vicino un incontro tra il presidente dell’Ucraina, Zelenskiy, e il suo omologo russo, Putin.

Unicredit: forti buy dopo essere stato uno dei più penalizzati

Tanto è bastato per alimentare grande entusiasmo sull’azionario e in particolare sui bancari, specie su quelli maggiormente penalizzati dalle vendite in precedenza.

Tra questi troviamo anche Unicredit che è stato uno dei più colpiti dal risk-off scatenato dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.     

Dal picco segnato nell’intraday del 10 febbraio a 15,932 euro, il titolo è crollato fino a un minimo a 7,752 euro il 7 marzo, con una perdita di poco più del 51%.

Da questo bottom è partito un bel recupero che ad oggi è pari a quasi il 33%, ma le quotazioni sono ancora ben lontane dai massimi di febbraio, per raggiungere i quali sarà necessario un rialzo di oltre il 50% dai valori correnti di Unicredit.

Unicredit corre anche in vista di un aumento dei tassi

Intanto gli investitori sono tornati a puntare sul titolo in vista di una possibile svolta diplomatica tra Russia e Ucraina, evento che riporterebbe subito l’attenzione sulle mosse delle Banche Centrali.

La fine del conflitto in tempi alquanto brevi potrà permettere a queste ultime di portare avanti la loro strategia di uscita dalla politica monetaria accomodante.

La prospettiva di rialzi dei tassi di interesse anche da parte della BCE, sulla scia del percorso già avviato questo mese dalla Fed, è senza dubbio positiva per le banche che con un costo del denaro più alto avranno degli indubbi vantaggi in termini di redditività.

Davide Pantaleo
Davide Pantaleo
Davide Pantaleo da quasi un ventennio si occupa di Borsa e Finanza. Dopo aver svolto per diversi anni l'attività di promotore finanziario in Italia e all'estero, nel 2005 entra nel team di Trend-online con l'incarico di redattore.
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