Gli USA cedono riserve ma il petrolio scatta in avanti

Come anticipato la scorsa ottava, gli USA hanno deciso di passare all'azione nel tentativo di far abbassare il prezzo del petrolio, salito nelle ultime settimane sui massimi dal 2014. Via libera quindi all'utilizzo delle riserve strategiche: peccato che il mercato sti prendendo la direzione opposta a quella desiderata

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Come anticipato la scorsa ottava, gli USA hanno deciso di passare all'azione nel tentativo di far abbassare il prezzo del petrolio, salito nelle ultime settimane sui massimi dal 2014. Via libera quindi all'utilizzo delle riserve strategiche: peccato che il mercato sti prendendo la direzione opposta a quella desiderata.

Petrolio alle stelle, ma l'OPEC+ tira dritto

Confermate le indiscrezioni di Reuters della scorsa settimana secondo cui gli USA erano intenzionati a mettere in piedi un'azione coordinata con i Paesi "amici" per utilizzare le riserve strategiche di petrolio al fine di calmierare il prezzo dell'oro nero. Nelle ultime settimane il barile WTI ha raggiunto quota 85 dollari barile, il livello più elevato dal 2014. Le pressioni dell'amministrazione Biden sull'OPEC e la Russia (ovvero l'OPEC+)  affinché a incrementassero in misura consistente l'offerta di petrolio non hanno avuto buon fine: l'aumento di 400 mila barili al giorno deciso a ottobre dai principali Paesi produttori è stato decisamente inferiore alle attese.

USA in azione: ok all'utilizzo delle riserve di petrolio

Gli USA hanno quindi deciso di coinvolgere alleati come Giappone, India, Sud Corea e per la prima volta anche la Cina in un'azione coordinata per calmierare il prezzo del petrolio. Oggi è arrivato l'annuncio ufficiale del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti: sotto la direzione del presidente Biden, il Segretario dell'Energia Jennifer M. Granholm "ha autorizzato la messa a disposizione di 50 milioni di barili di olio crude appartenenti alle Riserve Strategiche di Petrolio (SPR) del Dipartimento dell'Energia (DOE)"..."in parallelo con altre principali nazioni consumatrici di energia tra cui Cina, India, Giappone, Sud Corea, e Regno Unito".

Gli alleati si accodano agli USA ma la Cina traccheggia

L'India ha immediatamente annunciato che libererà circa 5 milioni di barili, il Regno Unito farà altrettanto con 1,5 milioni di barili. Giappone e Sud Corea annunceranno a breve le loro iniziative. Per il momento mancano segnali dalla Cina, quelli più importanti per realizzare l'obiettivo di riduzione del prezzo del greggio. Non a caso le quotazioni dei future su WTI e Brent sono scattati in avanti, riportandosi sui livelli di venerdì. Se la Cina dovesse esitare nell'allinearsi con l'iniziativa USA, l'OPEC+ potrebbe avere vita facile nel mantenere alti i prezzi. Il prossimo 2 dicembre è in programma un meeting tra i Paesi produttori e non sembra all'orizzonte un cambio di direzione: oggi il ministro dell'energia degli Emirati Arabi Uniti, Suhail Al-Mazrouei, ha dichiarato di vedere "nessuna logica" per gli Emirati nell'incrementare l'offerta.

(Simone Ferradini)